Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Quando Mirna, giunta da poco nella sua nuova casa, vedeva la matta del paese, così veniva chiamata da tutto il vicinato, notava che ogni persona si nascondeva e incominciava a gridare ripetute volte “ Vattene, pazza malefica! Vai lontano da questo paese.”
Ella, allora iniziava a camminare con passo rapido, malgrado non potesse più di tanto, in quanto aveva una gamba malandata a causa della poliomielite.
La donna, con gli occhi spaventati, e tutta quella gente che si nascondeva al suo passaggio, non riuscivano a far capire alla ragazza tutto questo odio verso quella signora di una certa età.
Si sorprendeva che indivisilmente la guardassero con tanta paura e astio.
In fondo non portava nessuna arma; non infrangeva alcuna legge!
E allora?
Quando Mirna sentiva il disordine della folla capiva che stava passando la pazza.
Erano solo cinque giorni che era arrivata in quel paese, e non sapeva niente della pazza.
Quest’ultima, con i suoi vestiti sdruciti e vecchi, avvolta da uno scialle marrone che le copriva i capelli neri spettinati, faceva molta tenerezza alla giovane.
La matta guardava tutti di traverso, come implorando perdono, come per dire non succederà mai più.
Perché? Cosa intendeva significare con quello sguardo?
Questo suo atteggiamento non scoraggiava però la gente a tirarle pietre e pezzi di legno al suo passaggio, mentre Mirna pensava “Povera donna, che mai può aver fatto; perché questa rabbia verso di lei? Perché questa totale mancanza di pietà”
Ormai la matta era entrata, senza volerne uscire, nei sogni di Mirna, che sovente si trasformavano in incubi.
Una mattina, la ragazza, venne chiamata dal preside della scuola per informarsi su come si era inserita nel nuovo istituto e con i nuovi compagni.
Dopo aver risposto alle varie domande Mirna, nello spostare lo sguardo su una parete, notò un edificio completamente bruciato dalle fiamme, e sotto la scritta “La vecchia scuola media di Aix”.
Incuriosita domandò al sig. Preside cosa significasse quella foto così dolente e soprattutto cosa indicasse quella dicitura.
L’uomo a testa bassa, spiegò a Mirna che essa era la scuola precedente a quella in cui si trovava la ragazza, istituto quest’ultimo costruito sulle ceneri del primo e sulle ceneri di 120 bambini e 34 insegnanti morti a causa di quell’incendio maledetto.
Mirna affranta chiese, allora, la causa di tale immane tragedia e il preside, dopo un attimo di esitazione, ebbe a rispondere che la bidella di turno quel pomeriggio, in cui c’era scuola a tempo pieno, aveva chiesto il permesso per recarsi a casa, dimenticando però acceso il gas della mensa che intanto aveva iniziato a fuoriuscire e una volta entrato in contatto con l’ossigeno dell’aria, ebbe a provocare una potente e distruttiva esplosione causando morte e distruzione anche alle strutture domestiche adiacenti.
La custode era Aline Bonnet, la pazza.
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