Prova finale

Il posto vacante

di Il Raccontafavole

Il posto vacante

Un' agenzia investigativa, anni addietro, aveva un posto vacante e così decise di assumere un agente specializzato in esecuzioni su richiesta.

Passarono alcune settimane prima della scelta definitiva che si volse su due uomini, uno di Chicago e uno di New York, e su una donna, anch’essa di New York.

Finalmente, giunse il giorno della prova finale per definire chi avrebbe ottenuto il posto di  lavoro.

I giudici che dovevano decretare il vincitore scortarono uno degli uomini, quello di Chicago, davanti ad una grande porta di metallo e gli misero in mano una pistola.

Dobbiamo essere sicuri che lei seguirà le nostre istruzioni dettagliatamente, senza il minimo ripensamento. Dietro la porta troverà sua moglie seduta su una sedia. Usi l’arma che ha in mano per ucciderla”, gli intimò uno dei giudici.

L'uomo di Chicago con lo sguardo intriso di stupore e orrore gli rispose: “ Non sta parlando sul serio, vero? Io non potrò mai ammazzare mia moglie.

Bene a sapersi – disse l’altro giudice-, lei è definitivamente sollevato dallo svolgere questa mansione; non è la persona giusta. Può andarsene!

Dopo qualche minuto fu il turno dell’uomo di New York di presentarsi di fronte alla grande porta di metallo.

Anche a lui venne consegnata una pistola e spiegati gli stessi parametri della prova.

Il newyorkese rimase per qualche attimo turbato, ma dopo essersi scosso dal torpore della richiesta, impugnò l’arma ed entrò nella stanza.

Per 5 minuti ci fu il silenzio assoluto, poi l’uomo aprì la porta di metallo, uscì dalla stanza con le lacrime agli occhi e disse singhiozzando: “ Ho cercato di ammazzarla..., ma semplicemente non ce l’ho fatta a premere il grilletto. Suppongo di non essere la persona adatta per questo incarico”.

I giudici accigliati risposero: “ No, lei non possiede ciò di cui abbiamo bisogno. Prenda sua moglie e vada a casa”.

Ormai rimaneva loro solo la donna della Grande Mela.

Ebbero a condurla sempre davanti alla stessa porta e gli dettero la stessa arma.

Come prova finale, dobbiamo essere sicuri che lei seguirà le istruzioni minuziosamente, senza interessarsi delle circostanze. Dentro troverà suo marito seduto in una sedia. Prenda questa arma e l'ammazzi.”

La donna afferrò l'arma e aprì la porta.

Prima che la stessa si chiudesse completamente, i giudici sentirono che la donna stava scaricando completamente la pistola.

Un colpo alla volta, ogni pallottola disponibile nel caricatore fu espulsa.

In un attimo la stanza si trasformò in un vero inferno, perché cominciarono a sentirsi delle urla strazianti e dei forti colpi alle pareti.

Tutto questo caos continuò 5 lunghi minuti e finalmente, tutto tornò silenzioso.

La porta si aprì lentamente... e apparve immobile la donna.

Mentre si ripuliva la fronte imperlata di sudore, non perse tempo per dire: “ Voi, siete per caso dei giudici burloni? Perché non mi avete detto che erano munizioni a salve?

Ho dovuto ammazzare quel figlio di puttana a forza di seggiolate nella testa! 

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da sabyda il 21/10/2013 18:49:48

    Eh gia', prova finale. Secondo me nessuno dei tre era l'uomo adatto per fare la missione, e ora vi spiego le mie ragioni, il primo nn avrebbe mai avuto il coraggio di eseguire né i comendi suoi né tanto mento quelli degli altri, e il secondo anche se entrato nella fatidica stanza alla fine nn ce la fa a premere il grilletto per fare l'esecuzione e la terza che sembrerebbe una tutta forza e coraggio, nn va bene perché piena di sola aggressivita' ma senza pensare nn si era nemmeno accorta di come poteva sparare, quindi nemmeno lei capace , si trattava solo di mera esecuzione senza aver un briciolo di iniziativa, e se è vero che i mandanti sono le menti delle esecuzioni e' anche vero che gli esecutori materiali devono saper eseguire e a sua volta riflettere quello che vanno a fare. Quindi il rash finale nn se lo aggiudicano secondo me nessuno dei tre.Riflette poi tutto nella vita quotidiana, ancora una volta ci hai fatto pensare a metafore ......caro raccontafavole di vicende metropolitane.

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