La fiaba e la realtà

Morgan e la sua dolce Biancaneve

Le mani intrecciate sul suo addome, sotto il petto dove, tante volte, si era appoggiato con la testa

di Il Raccontafavole

Morgan e la sua dolce Biancaneve

Era lì, bellissima come sempre.

Con le labbra rosse socchiuse che disegnavano una piccola "o" e con quella frangetta nera che sembrava posizionata per una foto di un hair-stylist.

Gli occhi verdi non erano visibili perché coperti dalle palpebre, ma chiunque avrebbe pensato fossero belli come il volto.

Le mani intrecciate sul suo addome, sotto il petto dove Morgan, tante volte, si era appoggiato con la testa.

Sembrava dormisse.

Era sempre un incanto, una visione meravigliosa.

Morgan la vedeva più fragile, più dolce di altre volte. Se avesse potuto l’avrebbe alzata di peso.

Lei era lì; davanti a un altare di una chiesa stracolma di persone colei che da sempre aveva chiamato la mia dolce Biancaneve.

Quel giorno sembrava Biancaneve più che mai e, per una volta, egli desiderò non lo fosse, perché sapeva che il finale della fiaba sarebbe stato completamente diverso.

La basilica, come detto, era molto affollata e dal suo pulpito parlava Morgan…

Solo la sua famiglia piangeva e si disperava seduta nella prima fila. Quelli in prima fila piangono sempre.

Ecco perché l’uomo dopo aver parlato si sedette nell’ultima, con gli occhi privi di lagrime.

Il mondo aveva saputo della sua storia con lei, della loro separazione.

Poi, venne il momento dell’ultimo saluto.

Lui si avvicinò e la baciò, su quelle labbra rosse ceh disegnavano una piccola “o”; un leggero candido bacio. 

Fu un attimo e quel contatto gelido, lo avvampò come fosse negli inferi.

Una sensazione che provava dopo aver fatto l’amore con lei.

Scese le scale velocemente, mentre suonavano il Requiem in D Minore di Mozart, era la sequenzia del Dies Irae.

Ma in lui non vi era rabbia, forse nemmeno dolore o tristezza e disperazione.

Non c’era niente più in lui, nessun significato.

Pensava, addirittura, che avrebbe potuto vivere egualmente senza di lei, perché in fondo aveva subito più male che bene da quella bellissima donna apparsa come da una fiaba.

Fu lei, infatti, ad abbandonarlo per un periodo di riflessione, fu lei a spaccarle il cuore, sebbene Morgan non si fosse mai arreso, avesse sempre continuato a inseguirla.

Poi, d’improvviso ebbe a ridestarsi, e continuò a pensare che non stava provando alcun dolore, nessuna tristezza; il lui non c’era più niente, perché la sua vita era finita con il battere del cuore della sua dolce Biancaneve; perché anche lui era morto assieme a colei che lo abbandonò.

Ma quelle labbra rosse, quegli occhi verdi, quella frangia nera non potevano esser odiati, in quanto sarebbe stato come odiare il cielo e la terra, la natura e l’esistenza stessa.

Ormai era fuori dalla Chiesa, salì in auto mentre in lontananza ancora si sentiva il requiem di Mozart…

Ma, Morgan era morto con lei…

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    4 commenti per questo articolo

  • Inserito da bea il 29/04/2013 20:11:01

    E' molto seducente il cortocircuito fra finzione e realtà, quello raccontato con intelligenza e sensibilità, quella "finale della fiaba", che punta alle sensazioni di Morgan. Realtà o no, non conta più, perché la realtà è la morte, nient'altro, che alla fine Morgan riesce a comprendere. Ed la Requiem di Mozart significa definitivamente la fine, la morte. Che bella favola triste, ma non c'è una morale... O sbaglio? Dovessimo più vivere la realtà che i sogni? Io a volte preferisco i sogni...

  • Inserito da SABYDA il 29/04/2013 17:25:53

    La Requiem, cantata rievoca molto l'amore che per sempre vivra' nel ricordo, e il dolore si è assopito come fosse una situazione provata in precedenza. Favola con finale diverso da quello prospettato. La rassegnazione pervade l'animo dell'amante, molto probabilmente si sentiva come liberato da un amore che nn veniva ricambiato sufficientemente.

  • Inserito da SABYDA il 29/04/2013 17:25:53

    La Requiem, cantata rievoca molto l'amore che per sempre vivra' nel ricordo, e il dolore si è assopito come fosse una situazione provata in precedenza. Favola con finale diverso da quello prospettato. La rassegnazione pervade l'animo dell'amante, molto probabilmente si sentiva come liberato da un amore che nn veniva ricambiato sufficientemente.

  • Inserito da angela il 29/04/2013 17:14:00

    il suo bacio non l ha risvegliata , se ne è andata portando con se la sua vita , quella vita che da sempre gli era appartenuta , nella condivisione e nell abbandono. potesse l amore nascere e morire a nostro piacimento ! ma se è amore , non muore mai.

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