Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Kurt Kleine, era un odiatissimo giudice di una Monaco medievale, propenso solo a far bruciare presunte streghe e a far mozzar teste a casaccio.
I villaggi limitrofi erano terrorizzati da cotanta malvagità, e la sera per non incappare nelle guardie dell’orco Kleine se ne andavano a letto che ancora il sole faceva capolino fra le montagne.
C’era solo il giovane figlio di un fabbro, Lothar Ziegle, che non aveva la benché minima paura di siffatta persona e, anzi, spesso la criticava apertamente nelle osterie o al mercato del villaggio.
Tanto parlò di quel giudice che lo stesso ne venne a conoscenza, e lo convocò in tribunale al suo cospetto.
Appena innanzi al cerbero della giustizia il giovane si sentì recitare una sequela infinita di reati che avrebbe commesso quali furto, estorsione, truffa, sevizie e via dicendo.
Il ragazzo, con calma e fermezza, rifiutò ogni addebito e rivolto al giudice lo definì pazzo, bugiardo e malvagio, e che prima o poi qualcuno gliele avrebbe fatta pagare cara per tutte le oscenità perpetrate ai danni delle persone indifese e innocenti.
Kurt Kleine non perse tempo e ordinò la carcerazione immediata seguita, l’indomani, dalla decapitazione a mezzogiorno in mezzo alla piazza del mercato.
Lothar trascorse la notte immerso in un sereno e profondo sonno, pur sapendo che sarebbe stato l’ultimo.
Una volta davanti al boia con l’ascia sguainata, il giovane si dette in una risata interminabile che indispettì molto il giudice il quale, sentendosi deriso, ordinò l’immediato taglio della testa.
Il gigantesco carnefice stava per compiere l’atto per cui era pagato, quando una freccia sibilò nell’aria e fermò la sua corsa nell’occhio destro del boia, che pesantemente crollò a terra.
Il giudice Kleine, colto dalla rabbia più truce e funesta prese a sua volta la scure e si diresse verso la testa di Lothar, da tempo posizionata sull’apposito ceppo.
La alzò, per farla poi violentemente discendere, fendendo l’aria con un sinistro soffio che però non giunse mai al destinatario, ma con traiettoria a cerchio si rialzò andando a mozzare la testa di una delle guardie che tenevano fermo il giovane.
La disperazione rabbiosa coprì il volto del magistrato orco, che preso dall’eccitazione sguainò la sua spada per infilzare il condannato, ma quando essa fu vicina al collo di Lothar uno dei can mastini del giudice gli bloccò il braccio dilaniandolo.
Le persone, visti gli accadimenti, presero ad urlare “magia, magia” , “Lothar altri non è che un giovine mago dai poteri soprannaturali”.
Intanto, mentre i cani stavano finendo di lacerare le carni dell’ingiusto giudice, un vecchio si stava allontanando a testa bassa, e alcuni lo riconobbero per Myrddin Emrys…
Inserito da Loredana il 16/04/2013 15:18:00
...e a Myrddin Emris non si sfugge. Soprattutto quando giura di proteggere i giovani onesti e retti.
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