Una cinquantenne molto aperta

Giovane e possente Arthur, faceva consegne a domicilio

Lo ricevette vestita con una minigonna ascellare e una camicia celeste quasi del tutto aperta davanti

di Il Raccontafavole

Giovane e possente Arthur, faceva consegne a domicilio

Arthur gestiva una mesticheria in un paesino vicino ad Aspen, Colorado.

Ogni tanto, alla chiusura del negozio, andava a consegnare personalmente alcuni ordini che gli erano stati fatti via telefono durante la giornata.

Spesso, a chiamarlo, erano delle "simpatiche" signore con il marito ancora al lavoro, al bar o a giocare a tennis.

Un giorno il ragazzo, quasi sempre intimidito da simil circostanze, anche per la giovane età, si trovò davanti ad una bellissima casa, sconosciuta sino ad allora.

La porta fu aperta da Mary Jane, una donna sulla cinquantina, ma portati divinamente, amante sicuramente della palestra, capelli castani mesciati, occhi verdi, alta nonostante le ballerine, grandi tette e un sedere paradisiaco.

Dopo, le dovute presentazioni, cominciarono a parlare quasi a volersi conoscere in tutti i modi.

Toccarono vari argomenti come la famiglia, la scuola, lo sport e…il sesso!

Mary Jane era vestita con degli short rossi e un top senza reggiseno.

Quell’incontro sembrò fugare tutto l’imbarazzo che in altre occasioni Arthur aveva provato.

Ma, ciò che lo fece davvero trasalire fu lo spacco che si notava dagli short che facevano chiaramente preconizzare che la donna non indossasse le mutandine.

Lei si rese conto dell’interesse del ragazzo, soprattutto quando cominciò a puntare anche i suoi turgidi capezzoli che trasparivano dalla maglietta.

Mary Jean per darsi un tono argomentò che non era carino guardare così fissamente una persona, ma Arthur ormai lontano dal ragazzetto intimidito le rispose a tono dicendole che non poteva non osservare tutta quella bellezza che raramente era solito vedere.

La donna, seria e decisa, lo pagò pregandolo di lasciare la sua abitazione.

Il giovane tornando a casa non riusciva a distogliere la mente da ciò che aveva ammirato pochi istanti prima.

Il giorno seguente, però, ricevette una telefonata da Mary Jane che gli ordinava della colla e del diluente.

Fissarono, così, di vedersi alle stessa ora della sera precedente.

Alle 8,30p.m. era già lì che suonava il campanello.

Lo ricevette vestita con una minigonna ascellare e una camicia celeste quasi del tutto aperta davanti.

Lo invitò a sedersi su una poltrona e iniziarono a parlare del più e del meno, gustandosi una refrigerante birra fredda.

La mano di Arthur delicatamente si spostò sulle cosce levigate della non più giovanissima Mary Jane che, preparata a tale mossa, allungò le sue sulla patta del ragazzo, rimanendo di stucco dal fatto che il pene era già duro come il marmo.

Il giovane lo tolse dai jeans e lei, ammaliata da siffatta energia, se lo portò alla bocca delicatamente, e iniziò ad assorbirlo quasi a volerglielo svuotare.

Cominciò a leccare con movenze ritmiche il suo glande, mentre allo stesso tempo le accarezzava con erudizione i testicoli gonfi di desiderio; le poppava le palle e gli segava con i denti il membro… Arthur capì cosa fosse il Paradiso.

Poi, il ragazzo quasi a imitarla, le tolse i pantaloncini e cominciò a leccarla, rendendosi conto nel frattempo che era bagnatissima.

Mary Jean prese ad ansimare, ad arruffargli i capelli, e a toccarsi i capezzoli per godere ancora di più.

Era eccitatissima, poichè la lingua di Arthur sembrava un pennello maneggiato da un fine e valente pittore; andava su e giù, di qua e di là, mentre le sue labbra erano fradicie degli umori della donna.

La clitoride ormai veniva assorbita dalle sapienti labbra del ragazzo, e Mary Jean sembrava impazzire e gli sussurrava a tratti cose tipo “ una donna della mia età che sta delirando per un ragazzino che potrebbe essere mio figlio…”…

Dopo poco, lei lo prese per una mano e lo accompagnò in camera da letto, allargò le gambe e Arthur fu dentro di lei con tutta la sua possanza giovanile.

Il calore della sua tana accolse il suo randello voluttuosamente e iniziarono a gemere entrambi.

Quando Arthur entrava ed usciva da quella fessura sinuosa la donna iniziava a stringergli  i glutei per tenerlo il più possibile dentro di sé.

Il giovane percepiva che quella signora era difficile da saziare, e così per rimandare il coito sempre più incalzante, decise di prenderla a pecorina: così avvenne, e Arthur a quella vista, davanti a quei glutei datati ma duri e rotondi, dette il meglio di sé perforandola con maggior forza e determinazione.

Il godimento lo stava facendo trasalire e tutto intorno a lui era puro godimento.

La donna pregò il giovane di non fermarsi in quanto molto vicina all’orgasmo, e quelle parole eccitarono ancor di più Arthur che, con vigoria, continuò come uno stantuffo ad uscire e entrare da quell’antro miracoloso che tanto appagamento gli stava dando.

Iniziò a prenderla per i capelli, aumentando la pistonatura fino a che Mary Jane, si divincolò e lo tolse di dosso iniziando a contorcersi e a gemere dal piacere. Era venuta.

Ma, Arthur no, e preso dall’eccitazione massima chiese di infilare il suo coso nell’ano.

La signora accettò di buon grado, e dopo un niente fu presa in altro orifizio…

L’asta entrava e usciva trivellandola, e quel viso dolcissimo di donna matura ebbe a dimostrarsi felice per il tanto visibilio che stava donando a un ragazzo che poteva essere suo figlio.

Alcuni colpi ben assestati e Arthur venne come una fontana, inondando l’ano della donna, la sua schiena e i seni…

Rimasero entrambi sul letto, ma dopo mezz’ora ripresero a fare sesso, ancora appassionatamente e ardentemente.

Quella fu una sera che Arthur non dimenticò mai più e, ogni volta, che MJ continuò a chiamarlo, come mancia le regalava se stessa.

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