La regina dei sogni

Mitchell non era mai stato così felice

L'uomo decise di raccogliere dei fiori nel giardino per donarli all'amata...

di Il Raccontafavole

Mitchell non era mai stato così felice

La giornata si era presentata con i primi raggi del sole che passavano indisturbati attraverso i vetri delle finestre, riempiendo la stanza di Mitchell di un timido color arancio. 

Per abitudine, cercò come sempre di alzarsi, sebbene in quel momento ricordasse che era domenica, ma oramai non poté più rimanere a letto, perché quel risveglio aveva già per lui un buon sapore.

Poi ci ripensò, assaporando il ritorno tra le candide lenzuola.

Si stirò lentamente e poi, con enorme sorpresa, si accorse di non essere solo; una donna stava dormendo tranquillamente, quasi rannicchiata, nella parte destra di quel caldo giaciglio.

 La mente, di Mitch, cercò invano di capire, o ricordare, se in realtà vi fosse stato qualcosa che avrebbe dovuto rammentare. 

Colpito da questa scoperta, per un momento, rimase immobile anche nel pensiero, solo il suo cuore si sentiva in quella stanza, quello stesso cuore che gridava il desiderio profondo verso quella donna, o regina che fosse.

I capelli castani, lisci e moderatamente lunghi, le coprivano il volto, il suo respiro dolce e rilassato, quasi impercettibile, denotava l’interiorità del suo sonno; un'immagine simile a quella di un angelo, per il profumo squisito e unico che emanava la sua serica pelle. 

Un miscuglio di sensazioni correvano dentro Mitchell, percezioni di ansia, curiosità, emozione, ed alcune altre che s’intrecciavano portandolo quasi alla confusione.

Inclinò la testa, accompagnando la sua posizione, per potere identificare quella sua anonima compagna, mentre la mente già era tutt’uno con le grida del cuore, trasformandosi in un duetto che non lasciava spazio alla ragione.

Si mise ad osservarla, nonostante il tentativo si dimostrasse inutile, in quanto i capelli le coprivano del tutto il viso.

La sua agitazione cominciò a crescere e l' unica cosa che poteva calmarlo era la bellezza di quell’immagine.

Non aveva, però, il coraggio di toccarla, aveva paura potesse essere un’illusione, che scomparisse, come per magia, così com’era apparsa.  

Tentò, allora, di raccogliersi quasi in meditazione per razionalizzare la cosa e, pacatamente, si chinò di nuovo, ma la confusione lo stava sgretolando dappertutto, e cominciò a capire dove si trovava.

Era successo tutto così in fretta, tutto era così insolito che non aveva prestato attenzione a ciò che lo circondava. 

Non era la sua stanza, nessuna delle sue cose erano là, era molto più bella, e decorata con un gusto delicato, si poteva notare tranquillamente la mano di una donna sensibile e raffinata.

Tutto intorno a lui era mutato, ma sentiva quel luogo familiare, come se avesse vissuto lì, come se avesse conosciuto la storia di quella stanza, si ricordò persino com’era predisposto il resto della casa, i suoi dintorni, quale quartiere era: tutto sembrava chiaro alla sua memoria. 

A volte sentì di impazzire, non riusciva a distinguere ciò che realmente gli balenava in testa, e non riusciva a discernere quella realtà dalle altre, sembrava stesse camminando sospeso tra due vite parallele. 

Tirò un sospiro profondo, cercando di calmarsi, e ancora una volta ritornò alla mente la presenza della donna misteriosa. 

Ora poteva vedere l'intero quadro, l'intera situazione, e ciò non significava avere capito, ma gli piaceva stare lì, e non importava come aveva fatto, era una sensazione unica, magica, inspiegabilmente incantata. 

Avendo accettato già quello che accadeva come la realtà che stava vivendo, lentamente, avvicinò la mano fino al suo viso, con ogni attenzione per non svegliarla, e spostò delicatamente i suoi capelli, mentre il suo cuore sembrava uscire dal corpo.

Prima di vederla chiuse gli occhi, e desiderò che ella fosse la padrona della sua anima.

Con quel desiderio e la paura, aprì gli occhi e la vide… e poté riconoscere l'immagine di un angelo. Il cuore dell’uomo palpitava di grande eccitazione, lei era la sua regina adorata, la padrona dell’anima, il suo amore lontano, l’amore più grande. 

La magia si era realizzata, dunque, non poteva credere a ciò che stava vedendo. 

Senza toccarla l’osservò con amore, cercando di mettere a fuoco quell'immagine nella memoria, ma aveva paura che tutto quanto sparisse così come era arrivato. 

Non seppe mai per quanto tempo la guardò coi suoi occhi innamorati, desiava rimanere lì per sempre.

 

Quello che tanto aveva sognato, quello che tanto aveva desiderato, quello che tanto aveva immaginato, ora stava succedendo, e una dolce pace stava iniziando a fluire in lui; desiderava che quel momento si fermasse.

Ma, Mitchell, si rese conto che la giornata era appena iniziata, e forse avrebbe potuto restare ancora per ore in quel mondo di meraviglia. 

Con tutto il suo sconfinato amore, accarezzò la guancia della donna, e con voce molto bassa iniziò a chiamarla.

Solo un piccolo gemito è la risposta che ebbe, e con la testo si avvicinò al suo petto, stringendolo forte.

Poi, iniziò leggermente a aprire i suoi begli occhi verdi, non sapendo come avrebbe reagito a vedere ciò che stava accadendo. 

Incredibilmente, iniziò a parlare come fosse, tutto ciò, cosa normale, a tal punto che Mitchell decise di dimenticare, una volta per tutte,  la sua vecchia vita e, d’iniziare a soggiornare in questa, dove naturalmente voleva stare. 

Si alzarono, fecero colazione, mentre Violet, questo il suo nome, non sembrò minimamente imbarazzata dalla situazione.

L’uomo, allora, decise di andare a raccogliere dei fiori nel giardino della casa, per donarli all’amata.

Giunto là, si accorse che la donna da una delle finestre lo stava chiamando, man mano che la sua immagine si andava affievolendo.

Mitchell pose lo sguardo su una lapide, poi su altre dieci, trenta pietre sepolcrali, finché la sua attenzione fu attirata da una tomba appena ricoperta.

Qui giace Violet Curtis, l’amata sposa di Mitchell Curtis, perita in un incidente automobilistico.

 

La piangono, i parenti tutti, ma in particolar modo l’adorato Mitchell”.

Pian piano l’uomo ritornò verso la casa sulla carrozzina, frutto del brutale incidente, consapevole -questa volta- di essere nella realtà.

Entrò dentro e non ne uscì mai più.

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    2 commenti per questo articolo

  • Inserito da erika il 06/08/2012 16:10:54

    ono qui,ci sono sempre, ma sono confusa,la favola è bellissima,ma lo sappiamo che non è una favola.Mi viena da pensare che la felicità è un sogno,perfetto perchè creato secondo i propri desideri,perfetto perchè può essere realtà per tutto il tempo che si vuole,magico perchè scorre con la naturalezza di un sempre che esiste e vive da sè.la scelta di vivere il sogno come realtà,dona felicità pur riconoscendo la perdita fatale di una parte di sè,forse quella dedicataal mondo esterno ? non sò,ma sento comunque ua rinascita consapevole perchè l anima è in sintonia cn il cuore e con la mente.

  • Inserito da Loredana il 06/08/2012 15:39:07

    ...dolcissima fiaba! Ultimamente il Raccontafavole si è specializzato nei colpi di scena. Tesse la sua tela scintillante e leggera per tutto il racconto, e poi fa entrare di colpo la realtà, che non è mai troppo piacevole. Qui, però, c'è tanta dolcezza. Questo amore continua, anche se i due vivono in dimensioni diverse...

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