Editoriale

Se al «Fatto Quotidiano» ci leggono, ci riprendono, ma non ci citano anche se usano il nostro stesso stile

Una preghiera ai più famosi colleghi del quotidiano di Travaglio e Padellaro, riprendete quello che volete, ma non usate le formulette di un vecchio giornalismo trito

Simonetta  Bartolini

di Simonetta  Bartolini

ari lettori che ci seguite quotidianamente con affetto e costanza, sappiate che non siete soli, sarete felici di sapere che anche i giornali più celebrati e famosi di noi ci leggono con attenzione, con talmente tanta attenzione da riprendere le nostre notizie e farle proprie. Poiché evidentemente ci stimano più di quanto potessimo sperare non si limitano a fare proprie le nostre notizie, ma le scrivono anche con le nostre parole.

Che dire? siamo felici e orgogliosi che «il Fatto quotidiano» di oggi, 15 ottobre, a firma SN, riprenda la notizia che noi avevamo scritto il giorno precedente sul nostro "piccolo" giornale on line (http://www.totalita.it/articolo.asp?articolo=4074&categoria=4&sezione=27&rubrica=21) a proposito dei possibili avvicendamenti alle direzioni di «Giornale», «Panorama» e «TgCom 24».

Sappiate che la notizia era nostra, era un nostro piccolo scoop, come si dice in gergo, e ovviamente ci fa piacere che non sia passata inosservata.

Quello che ci fa meno piacere è che i colleghi del «Fatto», sempre pronti a fare le pulci a tutti, sempre con la matita rossa pronta a sanzionare con ironia e acribia anche le più piccole sbavature giornalistiche degli altri, riprendendo il nostro pezzo si siano "dimenticati" di citare la fonte, cioè noi.

Per carità, è un peccato veniale, il «Corriere della sera» lo fa con una certa regolarità, e poiché è il quotidiano più autorevole, nessuno gli dice mai niente, e se anche lo fa (noi lo abbiamo fatto quando hanno ripreso con qualche mese di ritardo una nostra notizia) viene ignorato con sovrana indifferenza.

E va bene, anzi no, non va bene, però nel caso del Corsera si trattava di una notizia che noi avevamo avuto in anteprima dall'America e che il quotidiano di via Solferino aveva ripreso dopo vario tempo che essa era stata pubblicata negli States e dunque si poteva anche immaginare e supporre che la notizia arrivasse non dalla piccola «Totalità», ma dalla rivista Americana che l'aveva pubblicata.

E poi infondo che importa. Le notizie non sono di chi le prende e le diffonde per primo, ma di chi ha la forza di diffonderle presso un pubblico ampio. È la dura legge dei giornali.

Nel caso del «Fatto» e della notizia del rifrullo di direttori nei quotidiani di centrodestra, la cosa è un po' diversa, perché come dicevamo, al quotidiano di Travaglio e Padellaro hanno apprezzato talmente il nostro stile da riportarlo come proprio.

Leggete di seguito l'articolo del «Fatto» e poi rileggete il nostro, vedrete che un'intera frase è trascritta fedelmente alla nostra, laddove noi avevamo scritto: «A «Panorama» potrebbe andare Mario Sechi che avrebbe (sempre secondo le voci che corrono) trovato come magnifico sponsor addirittura il direttore del «Foglio», Giuliano Ferrara.»

Loro scrivono: « A Panorama potrebbe andare Mario Sechi che avrebbe (sempre secondo le voci che corrono) trovato come magnifico sponsor addirittura il direttore del Foglio, Giuliano Ferrara.»

L'unica differenza sta nel fatto che noi abbiamo utilizzato sempre le virgolette nel citare i giornali, come vuole la buona vecchia regola editoriale, per il resto...

Questo non è carino, perché si potrà anche dire che le notizie sono nell'aria, e che (per quanto dopo di noi) l'ha pubblicata anche «Lettera43», ma usare lo stesso periodo ...

Cari lettori, non vogliamo accusare i colleghi del «Fatto» di aver copiato, per carità, e poi loro sono tanto più importanti di noi, hanno tanti soldi e tanti lettori, e a dire la verità chi se ne frega, quel che dispiace è vedere che un giornalone con tanti quotati professionisti, sempre in tv a ammonire e dare lezioni a tutti non osservi una piccolo regola deontologica come quella di citare la fonte.

Anche noi riprendiamo spesso notizie da altri giornali, ma non ci appropriamo delle stesse,  correttamente indichiamo da dove le abbiamo tratte, non importa essere giornalisti professionisti, non occorre essere divi televisivi basta aver fatto una tesi di laurea dove si insegna a citare le fonti (nel caso delle tesi anche a mettere in nota l'indicazione bibliografica di riferimento).

Ps. Quel che però ci ha indignato, e non poco, è stato leggere nell'articolo del «fatto» la frase più trita, scontata, banale che nel nostro pezzo avevamo con tanta cura evitato, ovvero quell'orribile "valzer delle poltrone".

Colleghi del «Fatto», facciamo così, voi riprendete pure quel che vi piace di «Totalità», prendetelo anche pari pari, però per favore, se non volete citarci, almeno non banalizzate gli articoli con le  formulette del giornalismo più trito!

 

Ecco il pezzo del «Fatto» riportato dal sito Dagospia, un altro che ama ignorarci.

 

 

Cambiare tutto perché nulla cambi. Nella migliore tradizione gattopardesca, la casa di Arcore ieri ha fatto i conti con una scacchiera diversa da quella che da giorni è all'attenzione di Berlusconi come priorità assoluta, ossia la tenuta del partito. Per raggiungere lo scopo vanno tolti di mezzo alcuni ostacoli che sono diventati tali proprio nelle ultime settimane, quando la fiammata scissionista di Alfano ha visto Alessandro Sallusti, direttore del Giornale, infilarsi l'elmetto di guerra per difendere il Cavaliere dall'aggressione del traditore.
Ieri, parole di fuoco nell'editoriale in prima: "Mafiosetti, se fosse vera come scrivono i giornali, non smentiti, la reiterata richiesta del segretario-ministro (tra l'altro degli Interni) Alfano di avere la mia testa non si capisce a che titolo (non sono soggetto politico) se non quello di una concezione dell'informazione come ‘cosa nostra', nel senso di loro".
L'eccesso di zelo del direttore di via Negri (già protagonista, a Ballarò, nello scontro cult con Fabrizio Cicchitto) alla fine ha costretto Berlusconi a guardare in faccia la realtà: Sallusti alla guida del Giornale è ormai privo di controllo. Di lì la decisione: giro di seggiole e poltrone nelle testate di famiglia.
Al momento, lo schema a cui si sta lavorando sarebbe questo: l'attuale direttore di Panorama Giorgio Mulè prenderebbe il posto di Sallusti al Giornale. Sallusti a sua volta emigrerebbe alla direzione di Tgcom24 . A Panorama potrebbe andare Mario Sechi che avrebbe (sempre secondo le voci che corrono) trovato come magnifico sponsor addirittura il direttore del Foglio, Giuliano Ferrara.
A tenere sotto controllo la delicata strategia, niente di meno che la signora Sallusti, Santanchè, "avvistata" ieri ad Arcore insieme al medesimo Sallusti proprio per perorare questa soluzione capace di salvare il salvabile senza creare scandalo. E, soprattutto, non darla del tutto vinta ad Alfano che, come si ricorderà, aveva chiesto la testa di Sallusti a Berlusconi (senza nessun incarico di "salvaguardia") dopo un editoriale del direttore sul Giornale (titolo: "Eversivo è alzare le tasse, liberale è non farlo"), classificato poche ore dopo dal segretario del Pdl come "metodo Boffo" nei suoi confronti e in quelli degli altri ministri "colombe" pidiellini.
Sallusti aveva fatto presente ad Alfano, che si era detto "diversamente berlusconiano" rispetto a chi in Forza Italia aveva "posizioni estremistiche". Parole come pietre che ora Sallusti potrebbe pagare, nonostante la fiducia rinnovata dell'editore Paolo Berlusconi.
La notizia del valzer di seggiole e poltrone potrebbe essere data dopo il consiglio nazionale del Pdl, previsto tra un paio di settimane (salvo contrordini), proprio perché la valutazione degli equilibri che ne usciranno consentirà di rendere più "morbidi" gli avvicendamenti. A restare saldo solo Maurizio Belpietro a Libero. In serata Berlusconi ha riunito i fedelissimi ad Arcore ed evocando una possibile scissione nel Pdl si sarebbe sfogato: "Ma senza i miei soldi dove vanno? Ho sempre pagato tutto io".

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    4 commenti per questo articolo

  • Inserito da pietro46 il 17/10/2013 21:15:38

    Ma Luigi Amicone lo lasciamo a "Tempi"?Sicuri che non sarà lui il sostituto di Sallusti?

  • Inserito da Crispino il 17/10/2013 20:25:04

    Cara Direttore se troppo buona con i colleghi del "Fatto" . Siamo in presenza di una smaccata indecente scopazziatura, del tutto evidente per i medesimi inusuali termini riportati e per la medesima sequenza degli stessi. Di loro quel che meritano !

  • Inserito da ghorio il 16/10/2013 17:28:00

    Brava, Simonetta Bartolini, una piccola lezione ai giornaloni o presunti tali. Infatti la loro prerogativa è di non citare mai la fonte. Non solo: se una notizia viene pubblicata mesi prima in Italia viene ignorata, poi arriva il giornale straniero e siamo pronti a citarlo, facendo finta di ignorare la prima fonte. Sarebbe davvero ora che anche nel giornalismo si rispettassero la regola delle fonti

  • Inserito da Dalmazio il 16/10/2013 06:06:00

    Diceva il caro vecchio "zio" Oscar che il plagio è la più sincera forma di adulazione. Tuttavia ho potuto constatare che non sia soltanto "Il Fatto" o altre riviste più quotatae a fornirsi "aggratisse" ma anche alcuni politici ( oddio politici...) ed altri che privi di idee proprie, immaginazione originale, creatività personale e cultura facendo finta di niente, "tomi tomi, cacchi cacchi", prelevano quanto gli difetta e con semplice "asporto" lo riciclano come "farina del loro sacco". Di ciò, personalmente li rinfrazio, ricordando loro che però la copia è sempre inferiore all'originale.

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