Teatro della Toscana

Così é se vi pare, una grande lettura del dramma di Pirandello. Pieno successo della versione di Geppy Gleijeses al teatro della Pergola

Ottima la compagnia di attori della Gitiesse Artisti Riuniti, straordinari la Vukotic e Micol. Teatro pieno ed entusiasta

di Domenico Del Nero

Così é se vi pare, una grande lettura del dramma di Pirandello. Pieno successo della versione di Geppy Gleijeses al teatro della Pergola

Uno spettacolo “forte” che realizza perfettamente l’assunto di Luigi Pirandello di mettere in scena la tragedia che confina con la farsa, il comico come cono d’ombra del tragico e viceversa. Il Così è se vi è pare di Luigi Pirandello diretto da Geppy Gleijeses e prodotto da Gitiesse Artisti Riuniti,  in scena in questi giorni al teatro fiorentino della Pergola - ma come ha ricordato lo stesso regista, giunto ormai quasi alla sua centesima ripresa - è senza ombra dubbio molto “pirandelliano” nelle sue modalità di rappresentazione.[1] Subito dopo la prima di ieri sera alla Pergola il regista, affacciatosi al proscenio a salutare e ringraziare il pubblico entusiasta, ha dato il merito soprattutto agli eccellenti attori e al videoartist Michelangelo Bastiani, ma non ci sono dubbi che la visione d’insieme sia sua e sia stata decisamente vincente.

Nessuno “stravolgimento”, nessuna pretesa di attualizzare ciò che di per sé è già attualissimo ma uso intelligente della tecnologia per evidenziare ancora di più l’allucinato e beffardo messaggio del grande drammaturgo siciliano. Il regista ha chiesto a uno dei più importanti videoartist del mondo  (Michelangelo Bastiani) di creare in un contenitore vuoto, degli ologrammi a tre dimensioni: donnine e ometti alti 50 centimetri, che altro non sono che i personaggi della commedia; piccole e vuote “maschere” di perbenismo e ipocrisia borghese alla caccia di una verità che non esiste, o che se anche esiste è molto più multiforme e inafferrabile di quanto si pensi. Solo all’ingresso della signora Frola questi esseri riprendono le loro dimensioni normali e gli attori si presentano direttamente sulla scena, ma restano comunque “piccoli” davanti alla grandezza del dolore e dell’amore di una madre.

La scenografia (di Roberto Crea) ci presenta un interno di salotto borghese con alcuni specchi al centro, nei quali al termine della lora parte “svaniscono” i personaggi principali, ovvero la signora Frola e il signor Ponza. Questo gioco di specchi serve anche a dare l’effetto dell’apparenza e dell’illusorietà del reale, che caratterizza la vicenda ma anche il pensiero pirandelliano. Gleijeses conduce poi la vicenda con mano sicura, caratterizzandola come una sorta di ironica inchiesta poliziesca mossa dalla curiosità meschina della borghesia di provincia: non per nulla i personaggi secondari hanno talvolta movenze da burattini, cosa che certo non si può dire di quelli principali. Il tutto in una atmosfera “al nero” ben realizzata dal light designer Francesco Grieco, con i costumi perfettamente primonovecenteschi di Chiara Donato; del tutto adeguato anche il discreto commento musicale di Teho Teardo.

Assolutamente compatta la compagnia teatrale, che se presentava eccellenti “solisti” non ha certo sfigurato anche nelle parti minori. Milena Vukotic è stata davvero superlativa nell’affrontare il personaggio dell’anziana signora Frola, la “suocera”, tanto che Gleijeses l’ha definita la più grande attrice vivente: dolente ma anche decisa e determinata, decisamente più volto che maschera, è sicuramente il personaggio più dignitoso e fermo, una vera e propria immagine del dolore e della sofferenza, pronta comunque a difendere coloro che ama.  Grande anche Pino Micol nel ruolo di Lamberto Laudisi, “colui che ha capito il gioco”, sorta di alter ego dell’autore; Micol dà vita a un personaggio ironico e disincantato, lontano dalla curiosità meschina che caratterizza i suoi amici e parenti ma anche dalla loro visione conformista e arrogante; l’unico anche in grado di comprendere il dramma del signor Ponza e della signora Frola, che ascolta sempre con grande attenzione e concentrazione. E di ottimo livello anche il signor Ponza di Gianluca Ferrato: personaggio anch’egli dolente e complesso, tragico capace però anche di una smorfia beffarda che rende al meglio il concetto pirandelliano di grottesco.

Ottima l’interpretazione anche degli altri personaggi che costituiscono una sorta di “coro” superficiale ed esagitato, avidi di conoscere i fatti altrui, giudicare e sentenziare ma anche sommamente volubile e influenzabile, pronto a dividersi in una sorta di “tifoseria” ma anche a cambiare parere dopo aver ascoltato l’uno o l’altro dei protagonisti: il consigliere Agazzi di Luchino Giordana, La Signora Amalia di Maria Rosari  e la loro figlia Dina di Giulia Paoletti, i signori Sirelli (Dacia D’Acunto e Antonio Sarasso); il sussiegoso prefetto di Marco Centuri, il buffo commissario Centuri di Walter Cerrotta, le signore Cini e Nenni ( Giorgia Conteduca e Vicky Catalano) il cameriere di casa Agazzi Marco Prosperini. Grandi e decisi applausi per uno spettacolo decisamente da vedere. Repliche: stasera (mercoledì) venerdì e sabato ore 21, giovedì ore 19, domenica ore 16.



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    2 commenti per questo articolo

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