Editoriale

Giorgia Meloni o la solitudine di una leader donna

Ha vinto per merito, ma stenta a farsi riconoscere dal mondo maschile ancora prigioniero della mentalità da spogliatoio maschile del dopo partita

Simonetta  Bartolini

di Simonetta  Bartolini

a vittoria alle ultime elezioni di Giorgia Meloni e la conseguente proiezione verso la possibile attribuzione dell’incarico di premier da parte del presidente della Repubblica, ha aperto uno scenario interessante dal punto di vista della presenza femminile nello scenario politico, e in generale del suo rapporto con il potere.

Lasciando da parte la questione relativa alla famiglia politica che la Meloni rappresenta (peccato che le sedicenti femministe e paladine delle pari opportunità, invece di manifestare soddisfazione per questo possibile traguardo raggiunto per la prima volta in Italia da una donna, abbiano messo il lutto perché si tratta di una donna di destra) ci interessa piuttosto riflettere sul significato di questa prima volta storica che, se da una parte è senza dubbio soddisfacente, dall’altra mostra come e quanto potrà essere irta di difficoltà la strada della prima donna premier.

La soddisfazione nasce dalla constatazione che Giorgia Meloni ha raccolto il consenso dei votanti non in quanto donna, ma perché è stata giudicata la leader più affidabile fra quanti si proponevano di provare a guidare il Paese negli attuali marosi della situazione interna e internazionale. L’affidabilità, che il risultato delle elezioni ha riconosciuto alla Meloni, riguarda con tutta evidenza la sua proposta politica e solo quella.

Dunque nessuna quota rosa a suo favore, nessun privilegio di genere. Si è verificata quella perfetta combinazione di competenza (presunta da parte degli elettori, la vedremo alla prova dei fatti), di merito, di credibilità, e affidabilità coagulate nella figura di una donna. Non possiamo che esserne soddisfatte e sperare che si tratti di un primo passo verso la stabilizzazione e diffusione di un metodo inteso a premiare il merito (anche quando la meritevole è una donna).

 Tutto bene dunque? Finalmente anche l’Italia si allinea con i paesi che da tempo hanno superato il gap maschile/femminile?

Quasi.

Purtroppo il traguardo raggiunto dalla leader di Fratelli d’Italia sembra essere stato mal digerito dai suoi stessi compagni di coalizione che, fino dall’inizio della estenuante campagna elettorale, hanno riluttato a dichiarare chiaramente, inequivocabilmente, senza “se” e senza “ma” quel che avevano invece affermato in occasione di precedenti consultazioni elettorali, ovvero “chi prende un voto in più guiderà la coalizione”.

Perché? Forse perché si supponeva che a prendere quel fatidico voto in più poteva essere Giorgia Meloni? E per quale motivo per una componente della coalizione non doveva valere ciò che era valso quando le proiezioni davano vincitore Salvini?

Qualcuno potrebbe malevolmente ipotizzare che ciò è dovuto al fatto che la Meloni rappresenta la componente più radicale del centrodestra, ma vogliamo dire che la Lega incarna posizioni moderate e centriste rispetto a FdI?

Non è proprio così.

Il sospetto è che i due leader maschi della coalizione non fossero/siano ancora culturalmente attrezzati a confrontarsi con una leader donna che avrebbe avuto/avrà il compito di dare le carte, e hanno reagito alzando la consueta barriera di diffidenza e chiudendo o tentando di chiudere le porte al ruolo egemone di una donna.

Ovviamente speriamo che la componente maschile del potere politico attualmente di maggioranza provveda ad attrezzarsi velocemente degli strumenti necessari per fare i conti pacificamente con il potere incarnato in una figura femminile, ma ci sia permessa una legittima suspicione, che naturalmente saremo ben felici se verrà smentita dai fatti.

Il sospetto è che sia ancora troppo radicata in Italia la mentalità da spogliatoio maschile del dopo partita dove - dopo essersele date di santa ragione, essersi insultati, avversati duramente per vincere- ci si ritrova a ridere e scherzare, a scambiarsi in libertà battute grevi, a mostrare reciprocamente gli attributi di una virilità orgogliosa e contemporaneamente fare attività di lobbing, o prendere accordi ecc. ecc.

È un sospetto sostenuto da quel che ci si mostra un po’ ovunque in ogni campo: nel mondo culturale, giornalistico, professionale in genere dove vige ancora la prevalenza del circolino chiuso essenzialmente al maschile al quale le donne stentano ad essere ammesse. Quante firme femminili ci sono sulle pagine culturali dei giornali? Quanti libri firmati da donne entrano nella saggistica del cosiddetto mondo conservatore?

A dispetto del fatto che per esempio la Meloni (ancora lei) sia presidente dei conservatori europei, quelli italiani sembrano aver interpretato il termine nel senso più restrittivo e discutibile, di conservare non la qualità del pensiero, ma la quantità di presenza maschile.

La situazione è disperante e sconfortante. Posto che nessuno pretende quote di genere viene da chiedersi: possibile che non esistano donne di valore nel campo degli studi, della letteratura, della cultura ecc.? E quando anche a difesa dello status quo a prevalenza maschile si citino due o tre nomi al femminile per dimostrare la parità, possibile che la maggioranza sia sempre e solo maschile?

Certo, si dirà che se e quando le donne valgono emergono, come dimostra il caso Meloni, il che ci porta a due ulteriori considerazioni: la prima – sarebbe interessante sapere, ma lei giustamente non lo dirà mai, quanta fatica ha fatto la leader di FdI rispetto ai colleghi maschi per arrivare dove è arrivata. La seconda- speriamo che la leadership della Meloni in nome della facile formula, abbiamo addirittura un capo donna, non comporti una ulteriore chiusura nei confronti del mondo femminile.

E così, purtroppo, sulle spalle di Giorgia Meloni, già gravate di pesi terrificanti, graverà anche quello di promuovere una maggiore qualificata, e sottolineo qualificata, presenza femminile.

E allora non sarebbe il caso che il mondo maschile con uno scatto di lealtà e di onestà intellettuale desse una mano alla leader anche in questo campo?

                                    

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