Editoriale

La Francia ai tempi del coronavirus

Le giravolte di Macron non mascherano la sua inadeguatezza.

Luca  Costa

di Luca  Costa

stante la fiducia dei francesi nei confronti del Presidente della Repubblica si stia rafforzando, la pandemia rivela le contraddizioni e l’inadeguatezza del governo di Emmanuel Macron.

Noi non siamo l’Italia, abbiamo un sistema sanitario ben migliore del loro”, “uscite! Andate a teatro, ai concerti!”, “la Francia è pronta, non serve a nulla chiudere le frontiere”.

È passato un mese, soltanto un mese dalle spavalde dichiarazioni dei membri dell’esecutivo Macron, un mese per comprendere che il re è nudo. Il coronavirus, minuscolo essere, invisibile, è bastato per sbriciolare l’impalcatura di menzogne dell’ordre établi ultra-liberale.

I francesi muoiono, come gli italiani, gli ospedali sono al limite delle possibilità di accoglienza dei malati, come in Italia, nelle case di riposo gli anziani muoiono soli, dimenticati, senza il conforto dei sacramenti. Le scuole sono chiuse, i cittadini confinati, prigionieri nelle loro case in un’atmosfera degna della Corea del Nord.

Fare la spesa è un’odissea. I postini non passano praticamente più.

Si lavora da casa. Si cerca di non prestare troppa attenzione ai media che seminano il panico, senza pudore.

Macron si rivolge ogni due, tre giorni alla nazione vendendo fumo: “bisogna ritornare a produrre in Francia, la dipendenza dall’industria cinese deve finire, occorre una nuova industria nazionale”.

Durante la campagna elettorale che lo ha portato alla presidenza, lo stesso Macron trattava da povero imbecille chiunque dubitasse dei benefici del libero mercato, del mondo open society. Lo stesso Macron che fino a ieri etichettava la nazione, la patria, le frontiere, come robba passata , oggi cerca di convincere i suoi cittadini che dopo la crisi le cose cambieranno, perché la nazione e le frontiere sono ben necessarie.

I giornalisti si interrogano: Sta mentendo (ancora) ? È una subdola prova di cinismo (l’ennesima) ? Vedremo.

Si ha l’impressione che il disastro della perdita di sovranità e che il collare a strozzo imposto dall’Unione europea abbiano depotenziato la sanità pubblica in modo talmente grave che i francesi difficilmente dimenticheranno.

Tutto dovrà cambiare. A Parigi sembrano tutti d’accordo.

Ma come ? Tutto dovrà cambiare perché nulla sia come prima ?

Oppure tutto dovrà cambiare perché tutto resti com’è?

Chi saranno, dal punto di vista politico, le vere vittime del coronavirus?

L’Unione europea ? L’ultra-liberalismo ? Gli stati nazione ? Le nostre libertà fondamentali ?

Per ora la Francia, come tutta l’Europa, resta col fiato sospeso confinata in casa. Molti si dedicano ai classici della letteratura, in molti hanno forse riletto il Conte di Montecristo e la sua chiusura sul senso della vita nelle avversità: aspettare e sperare.

Piaciuto questo Articolo? Condividilo...

Inserisci un Commento

Nickname (richiesto)
Email (non pubblicata, richiesta) *
Website (non pubblicato, facoltativo)
Capc

inserisci il codice

Inserendo il commento dichiaro di aver letto l'informativa privacy di questo sito ed averne accettate le condizioni.