I libri di totalità

Rassegna di novità librarie giugno 2019

di Mario  Bozzi Sentieri

Rassegna di novità librarie giugno 2019

Giulio Tremonti, Le tre profezie. Appunti per il futuro (Solferino, pagg. 175, Euro 16,00)

Marx nel Manifesto, Goethe nel Faust e Leopardi nello Zibaldone profetizzarono, con diverso grado di consapevolezza, la deriva del capitalismo globale, il potere mefistofelico del denaro e del mezzo digitale, della crisi d’identità di una civiltà che diviene cosmopolita. L’ex ministro Giulio Tremonti, ne Le tre profezie, analizza gli effetti politico-economici della globalizzazione, esamina i risultati della creazione della moneta e della sua gestione finanziaria, constata gli esiti del cosmopolitismo etno-culturale. L’élite intellettuale immaginava che l’ideologia globalizzante avrebbe portato con sé la fine dei conflitti politici, l’unificazione dei popoli e l’armonia economica mondiale. Tremonti, per spiegare le difficoltà e i malfunzionamenti della società occidentale, ricorda l’immagine della repubblica di Weimar, paradigma politico di una comunità traumatizzata e straniata. Mentre l’alta finanza, uscita rafforzata dalla crisi mondiale, festeggiava la sua vittoria di Pirro, il fenomeno populista erodeva ulteriormente le certezze dell’utopia globalizzante. Tremonti propone una nuova ricetta per l’Europa unita, che le restituisca la passata dimensione di grandezza politica; basata sulla restituzione alla sovranità degli Stati nazionali di ciò che non le è essenziale, e sulla concentrazione dei temi sicurezza, intelligence e difesa dei confini, finanziate emettendo titoli europei.

EUROPA

Franco Ferrarotti, La vocazione del Mediterraneo (Solfanelli, pagg. 119, Euro 10,00)

Definito mare nostrum dagli antichi romani, il Mediterraneo vide l’influenza dell’Egitto faraonico sulla civiltà greca, registrò lo scontro epocale fra gli eserciti capitolini e quelli cartaginesi, fu ponte tra i normanni e la cultura araba. Le influenze benefiche del dominio romano nel Mediterraneo, e quindi nel mondo allora conosciuto, sono simboleggiate dall’aumento degli scambi culturali e commerciali e dai miglioramenti nella vita quotidiana. Il Genius loci della cultura mediterranea, che improntava la frugalità dei prischi romani e dei filosofi ellenici, era la conseguenza naturale di un habitat di straordinaria armonia, su cui regnavano le grandi dee della fecondità, come Demetra e Cerere. La cultura mediterranea, frutto di lotte secolari e di conquiste armate, assicurava il dominio sul resto dei territori e il potere degli imperi. Oggi il Mediterraneo può far pensare a un “centro commerciale” basato sui traffici umani, che in certi casi diviene un cimitero a cielo aperto; luogo dalla cittadinanza cosmopolitica e dalla caotica immigrazione.

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Gabriel Amard, Le lobby a Bruxelles. Il grande imbroglio del neoliberismo (The Spark Press, pagg. 174, Euro 14,00)

L’UE, col tempo, ha preteso trasferimenti di sovranità dagli Stati e dai governi nazionali sempre più ampi; la gran parte delle deliberazioni dei parlamenti riguardano solo l’accoglimento di direttive europee, senza alcun diritto di emendamento. Questa “imposizione forzata” emerge soprattutto nel campo degli obblighi finanziari e di bilancio, dove gli interessi delle multinazionali sono dettate ai tecnocrati e ai dirigenti di Bruxelles. In materia di bilancio, l’Unione Europea esige indirizzi di austerità, l’abbandono dei servizi pubblici e delle politiche sociali, mentre le lobby avanzano e subentrano con l’intervento privato e massimizzano il profitto. Questo libro di Gabriel Amard esamina dettagliatamente la commistione fra l’oligarchia finanziaria e la classe dirigente europea, e mostra fino a che punto la prima imponga la sua volontà alla seconda, in ogni settore: commercio, finanza, agricoltura, sviluppo sostenibile e servizi pubblici. Il risultato è un’immagine cruda ma realistica dell’Europa, e del suo sogno tramontato sotto i colpi del mercato e dei giochi di borsa.

SOCIOLOGIA

Giuseppe Reguzzoni, Il liberalismo illiberale (Antaios, pagg. 148, Euro 13,00)

Ci vantiamo delle nostre libertà. Ci vantiamo del nostro pluralismo. Ne abbiamo fatto un dogma, quello della tolleranza a tutti i costi, per tutti, ovviamente, ma non per i nemici della tolleranza. Poi, però, è il Potere a stabilire che cosa sia tolleranza e chi e che cosa debbano essere tollerati. Difficile sottrarsi all'impressione che la libertà e la pluralità di opinioni siano oggi sottoposte a una sorta di magistero implicito, il cui criterio di riferimento essenziale è, appunto, la correttezza politica, o "politically correctness", e che quest'ultima non sia più solo un linguaggio, ma una vera e propria religione civile, con i suoi dogmi impliciti e, soprattutto, con la sua capacità di condizionare e censurare le nostre coscienze e i nostri comportamenti. 

ECONOMIA SOCIALE

Autori Vari, Le chiavi della questione sociale. Bene comune e sussidiarietà: storia di un malinteso (Fede & Cultura, pagg. 176, Euro 19,00)

Lo chiamano “bene comune” ma è appiattimento, soddisfazione di desideri, statalismo. La chiamano “sussidiarietà” ma è deregolamentazione e mano libera per poter fare quello che si vuole. Non esistono altri principi politici come quelli del bene comune e della sussidiarietà così fraintesi, deformati e strumentalizzati. Ne parlano anche i trattati europei, ma l’Unione li ha applicati alla rovescia; sono contemplati anche dalla Costituzione italiana ma sono nati nuovi centralismi operativi. Eppure, senza questi due principi, diventa impossibile fare la politica vera, quella che riconosce un ordine organico e finalistico di cui mettersi a servizio, quella che non rinuncia all’autorità ma nemmeno ai corpi intermedi e alle società naturali, quella che nello Stato vede solo uno strumento e non la sintesi della comunità politica. Riappropriarsi del vero significato di questi due principi vuol dire respirare politicamente, fare i conti con teorie contrattualiste e volontariste, vedere la comunità politica così come dovrebbe essere.

TEMPI MODERNI

Enrica Perucchietti, Cyberuomo. Dall’intelligenza artificiale all’ibrido uomo-macchina (Arianna, pagg. 232, Euro 16,50)

Il transumanesimo è un movimento culturale che aspira a modificare e potenziare, evolvendolo, l’essere umano, attraverso la scienza e la tecnologia (robotica, medicina genetica, nanotecnologia). Chi condivide questa filosofia aderisce a un’immagine meccanicistica dell’esistenza, per cui l’uomo è obbligato a continuare il proprio sviluppo come se fosse una macchina, un oggetto, un dispositivo da aggiornare. Liberare l’umanità dai vincoli biologici e dai suoi limiti naturali, sottraendola così al suo destino, fatto di invecchiamento, malattie e morte. Secondo questa concezione l’uomo perde le sue qualità ontologiche ed etiche, è messa in discussione la sua identità; egli diviene un ‘prodotto’ in divenire, plastico e mutevole. Le macchine, a differenza dell’essere umano, sono pressoché perfette, e comunque sempre perfettibili; esse godono di un’efficienza e di una funzionalità che va ben oltre i limiti imposti dalla natura all’uomo. I transumanisti considerano l’umanità come cosa antiquata, e per questo vorrebbero renderla un ingranaggio meccanico, uno strumento tecnico, affidabile e modificabile. Intelligenza artificiale, chip, nanorobotica, clonazione, tecnosesso; ibridare l’uomo con le macchine e creare un individuo privo di legami con il mondo naturale; qual è il vero obiettivo di questa rivoluzione antropologica?

CLASSICI

Bertrand de Jouvenel, Il potere: origini,metafisica, limiti (Oaks, pagg. 412, Euro 24,00) 

Tra i maggiori oppositori della Terza Repubblica francese vi fu Bertrand de Jouvenel, uno dei principali pensatori politici della sua generazione. Stravolgere la Francia sottraendosi alle tentazioni del mercato e dell’individualismo, senza cadere tra le braccia del marxismo e dell’Unione sovietica: questa la visione ideologica del de Jouvenel. La sua posizione si radicalizzò negli anni trenta, e quando Doriot fondò il Partito Popolare d’ispirazione fascista, de Jouvenel divenne caporedattore del suo giornale, L’Emancipation Nationale, affidandogli l’ultima speranza di uscire dal dominio delle logiche mercantili e mettere in atto le politiche dirigiste auspicate. In questo volume egli trattò del potere degli Stati e delle sue dinamiche, che con il sorgere dei totalitarismi era cresciuto a dismisura e diventato capillare e onnipervasivo, dal settore militare alle indicazioni etico-morali. L’unico sistema che era riuscito a impedire che il potere fagocitasse e mettesse al suo servizio chiunque, e qualsiasi cosa si imbattesse sul suo cammino, era stata l’organizzazione feudale. La feudalità, con le comunità e le corporazioni, faceva in modo che essi si coordinassero col potere centrale senza divenirne un prolungamento e una sua articolazione. Fu solo con la rivoluzione francese che i corpi intermedi furono aboliti, perché considerati espressione dell’Ancien Régime. De Jouvenel espone le diverse teorie sulla nascita e l’affermazione dello Stato: dalle origini magiche del potere e dalle monarchie d’origine divina alla sovranità popolare “giuridico-razionale”, fino all’avvento della democrazia plutocratica.

STORIA

Valerio Pignatelli, I cadetti dell’Alcazar (Solfanelli, pagg. 267, Euro 20,00)

Solfanelli, 2018

La guerra civile spagnola fu l’anticipazione del conflitto ideologico tra fascisti e antifascisti, che avrebbe insanguinato e devastato l’Europa dal 1940 al 1945. L’assedio dell’Alcazar, della cruenta mattanza ispanica, fu la sintesi esemplare e uno degli apici dell’eroismo. Nella fortezza si erano asserragliati i cadetti dell’esercito, al comando del colonnello Moscardò, mentre i miliziani del fronte popolare tenevano la parte bassa della città di Toledo. Lo spirito della hispanidad, al grido di “Dios y Espana”, improntava i soldati nazionalisti, che attendevano l’ormai prossimo arrivo delle truppe guidate dal generale Franco. I rivoluzionari comunisti, dopo aver assediato la cittadella per settimane, uccisero per rappresaglia il figlio del comandante Moscardò dopo averlo torturato per giorni. In questo romanzo storico il principe Valerio Pignatelli, volontario di guerra, ricostruisce il tragico clima di quegli anni, il “terrore rosso” che incendiò la Spagna e la reazione, altrettanto furiosa, del campo conservatore. Il racconto comincia dal 18 luglio 1936, giorno dell’Alzamiento, quando un cadetto dell’Alcazar, Miguel, tenta di rientrare nella piazzaforte dopo un’escursione vacanziera in montagna.

PERSONAGGI

Andrea Scarabelli (a cura di), Autobiografia spirituale (Mediterranee, pagg. 152, Euro 20,00) 

Julius Evola mantenne sempre una grande riservatezza sulla sua vita privata, non ritenne necessario parlare di sé stesso neppure nell’autobiografia Il cammino del cinabro, ma accentrò l’attenzione sul mondo delle idee e sulla propria visione del mondo. In questa intervista, concessa a una troupe della televisione franco-svizzera in due momenti, fra il 1969 e il 1971, il Barone affronta temi legati alla sua persona e ad alcuni momenti basilari della propria esistenza. Il tono colloquiale, diretto, della conversazione, indussero il pensatore tradizionalista a precisazioni sulla strategia cultural-editoriale e sull’impegno metapolitico che ne caratterizzarono i vari periodi artistico-esistenziali. I giornalisti sollecitarono l’interpretazione autentica delle sue opere e ne ottennero risposte esaurienti anche sui temi di attualità politica, legati alla contestazione giovanile e alla decadenza dei tempi. Il volume Autobiografia spirituale riporta integralmente e fedelmente il testo dell’intervista, concessa in francese, che prendeva l’avvio dall’esperienza dadaista e dalla quale emergono: la concezione evoliana di Dio; le ragioni del mancato matrimonio e di un impiego stabile; la descrizione delle Grotte dell’Augusteo, che Evola contribuì ad affrescare, e dove tenne mostre e rappresentazioni ‘teatrali’. Oltre alle necessarie precisazioni su argomenti complessi, come l’iniziazione e sui suoi tentativi esoterici giovanili, e la valutazione dei Regimi nazifascisti, Evola descrive i suoi rapporti con personaggi del mondo artistico-letterario dell’epoca, dei quali ebbe conoscenza diretta o una lunga corrispondenza epistolare: F.T. Marinetti, Tristan Tzara, Ezra Pound, René Guénon. Il testo è completato da tre scritti del 1927/8 pubblicati su Ur con lo pseudonimo di Iagla, nei quali Evola parlava della sua crisi giovanile e delle prime incursioni nel mondo della magia.

SPORT

Massimo Fini e Giancarlo Padovan, Storia reazionaria del calcio. I cambiamenti della società vissuti attraverso il mondo del pallone (Marsilio, pagg. 263, Euro 17,00)

Il movimento calcistico, soprattutto in Italia, rispecchia la società moderna con i suoi cambiamenti e le sue evoluzioni, le passioni smisurate e gli enormi interessi economici. Massimo Fini e Giancarlo Padovan, da due diverse angolazioni, esaminano il fenomeno alla luce delle sue trasformazioni, che hanno differenziato grandemente il calcio degli anni sessanta da quello contemporaneo. I colossi finanziari, spesso provenienti dai paesi emergenti o comunque estranei alla storia del grande calcio (Cina, Russia, paesi arabi), investendo nelle squadre italiane con sponsorizzazioni o acquisendone la proprietà, hanno modificato la ‘morfologia’ delle società e del tifo. Altre ‘involuzioni’ sono state apportate dalle televisioni, che con il loro potere economico sono riuscite a stravolgere i calendari e gli orari d’inizio delle partite. Storia reazionaria del calcio ricorda il calcio, povero ma sincero, degli scorsi decenni, e ne analizza le trasformazioni, sia quelle tecnico-tattiche avvenute sul campo sia quelle realizzate fuori dal rettangolo di gioco, dall’acquisto dei biglietti alla tecnologia applicata all’arbitraggio. Il racconto delle partite e dei protagonisti del passato si alterna all’esame di quanto e come incida socialmente il movimento calcistico, con digressioni autobiografiche e su altri sport (ciclismo e pugilato).

ARTI MARZIALI

Roberto Daniel Villalba, Bu-do esoterico. La dimensione interiore delle Arti marziali orientali (Nexus, pagg. 412, Euro 20,00)

L’arte del Bu-do insegna che la conoscenza può essere raggiunta percorrendo vie differenti, secondo le qualità interiori, le capacità e il destino di ciascuno. Ai diversi stati dell’essere corrispondono, infatti, vari gradi di conoscenza che siamo chiamati a conquistare accogliendo gli insegnamenti del Bu-do, la via dell’arte marziale. Nella visione dei maestri fondatori, esso va diffuso nella comunità popolare, situandosi al disopra d’ogni diversità religiosa, culturale e generazionale. Il moderno Bu-do, che affonda le sue radici nelle dottrine taoista e buddhista, si articola su tre livelli sapienziali: il wai-kong, il lavoro esterno sul corpo fisico; il nei-kong, l’azione che equilibra e potenzia la mente; lo shen-kong, l’opera spirituale, che ridesta la percezione del divino nell’uomo. Livelli scelti dalla volontà cosciente, e raggiunti secondo la propria vocazione: uno sforzo che tende a interiorizzare la conoscenza ricevuta da un maestro, e la rafforza con le intuizioni-visioni del proprio sguardo interiore.

ATTI

STUDI EVOLIANI 2017. Il pensiero tradizionale nel XXI secolo

A cura di de Turris - Gianandrea – Sessa (Fondazione Julius Evola, pagg. 311, Euro 22,00)

Gli “Atti del convegno del 2017 sull’eredità culturale di Julius Evola” sono una preziosa occasione per tornare al pensiero e all’opera di un autore fondamentale per la comprensione del mondo tradizionale e di quanto ci separa da esso. I temi affrontati nei dibattiti sono stati molteplici, così come multiforme è stata l’attività di Evola nel corso della sua esistenza; e ciò che emerge dagli interventi è proprio la varietà e la complessità della weltanschauung evoliana. Cominciando dal suo legame col Fascismo e la romanità, con la cultura accademica e la storiografia fascista; coi partiti di destra nel secondo dopoguerra; il suo percorso artistico; l’opera filosofica e la visione tradizionale della spiritualità, classica e orientale; il rapporto fra trascendenza e immanenza, dalla quale emerge la centralità della prassi, della tecnica rituale. Questo numero speciale di Studi evoliani, pubblicato nel 120° anniversario della nascita di Evola, è arricchito con quaranta foto, e con alcuni testi ed interviste inedite. Fra questi documenti segnaliamo: la lettera inviata nel maggio1946 alla moglie del professor Spann, la prima testimonianza diretta dall’Austria dopo l’incidente di Vienna; una intervista alla signora Fiumara, che fu vicina ad Evola per vent’anni, unica testimone della morte ed esecutrice testamentaria della cremazione, colei che consegnò le ceneri all’alpinista Eugenio David, affinché fossero deposte a Gressoney, sul Lyskamm; infine, la relazione, anch’essa inedita, della scalata delle guide con l’urna, il 28 agosto 1974.

RIVISTERIA

STORIA IN RETE, n. 162, maggio 2019Euro 6,90

Cosa resterà del cinquantennio di attacchi, critiche e accuse anche violente con cui si è distorta la figura di Papa Pacelli? “Storia in Rete” ripercorre la genesi di queste campagne denigratorie, pubblicando anche documenti in cui si evidenzia invece l’impegno del Pontefice nel concreto aiuto ai perseguitati dal regime di Hitler.

Il numero di maggio di Storia in Rete fa anche il punto sull’Unione Europea: dal recentemente ripubblicato “Storia della Repubblica” di Giano Accame, un estratto su come la Prima Repubblica firmò assieme al trattato di Maastricht anche la sua condanna a morte, calpestando la Costituzione e aprendo le porte allo svuotamento della Carta fondamentale dello Stato italiano. Antonio Maria Rinaldi, invece, ci illustra l’inquietante continuità fra le politiche macroeconomiche perseguite dalla Germania di oggi con un certo “Piano Funk”, ovvero il programma del ministro dell’Economia del Terzo Reich…

Dall’incubo europeo di questi anni all’Europa sognata del Medioevo. “Storia in Rete” intervista Giacomo Battiato, regista dello sceneggiato RAI “Il Nome della Rosa”. E dall’Europa razionalista dell’Ottocento, i semi della rinascita dell’occulto e dello spiritismo raccontati da Andrea Scarabelli.

Viene quindi il turno di un grande italo-americano, Joe Petrosino, il primo nemico della Mafia, che dopo la morte divenne un mito anche nella letteratura d’appendice, protagonista di decine e decine di romanzi polizieschi, e non solo in italiano.

E ancora, Risorgimento: l’enigma della nave “Ercole”, affondata con Ippolito Nievo e le carte della Spedizione dei Mille. Pino Aprile ci spiega come sulle tracce del relitto c’è un gruppo di sommozzatori campani. E a Pino Aprile risponde Aldo G. Ricci: quanti furono i “Mille” di Garibaldi? Un mito che poggia su solide basi documentarie, in cui nulla è stato nascosto…

Infine due storie della Grande Guerra: il “processo” letterario a Cadorna, con il tira-e-molla sulle sue memorie e le vicende della psicanalisi militare, scienza che con la guerra ebbe un balzo in avanti per aiutare i reduci a guarire da ferite invisibili, ma che è anche alla base di inquietanti teorie sulla possibilità di plasmare l’essere umano per modificarne a piacere la natura…

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