Editoriale

Lettera aperta a Giovanni Toti

Difesa di un governatore coraggioso che parla e vede chiaro.

Graziano Davoli

di Graziano Davoli

ilissimo Governatore,

ad appena un giorno dal suo intervento a Bolzano, sono già arrivate le prime contestazioni interne al partito di cui fa parte, soprattutto da parte dell'Onorevole Mara Carfagna, che l'ha accusata di volersi far notare.

L'On. Carfagna è certamente persona preparata e capace, ma anche lei complice di un'opposizione spesso deleteria e inconcludente, tradottasi poi in risultati deludenti dietro le urne. Ultimi, ma non ultimi, il 3% in Trentino e l'1% in Alto Adige.

Ma torniamo a noi, l'unica sua colpa è stata quella di dire le cose come stanno. Di affermare che il Re è nudo. Ha semplicemente dimostrato come Forza Italia si trovi davanti ad un bivio: o tirare i remi in barca e decidere di mettersi in discussione o far finta di nulla, scagliandosi contro chi si permette di far notare che il baratro è vicino, crogiolandosi dentro una patina moderata che mai le è appartenuta.

Ha giustamente fatto notare come dopo aver, per anni, denunciato lo spread, quello stesso spread che veniva accusato (accusa per altro fondatissima) di essere stato usato come arma per fare fuori Silvio Berlusconi, ora il “forza spread” sia diventato, neanche troppo velatamente, lo slogan con il quale fare un’opposizione carnevalesca e deleteria.

Ha giustamente messo in evidenza come dopo aver messo a lungo in discussione questa Europa, troppo burocratica e centralista, ora venga elevata a feticcio supremo e intangibile.

Ha, ancora, giustamente ricordato come dopo aver evidenziato, per molto tempo, la possibilità di sforare il Patto di Stabilità per investimenti in infrastrutture e riforme strutturali, leggasi mercato del lavoro, (quindi non per mancette, bonus cultura e vari sussidi perversi), ora ci si strappi i capelli per uno sforamento del deficit del 2,4% (quando sotto l’ultimo governo Berlusconi aveva superato il 5%), invece di criticare il modo in cui questo sforamento verrà utilizzato, leggasi reddito di nullafacenza.

In un discorso che, tradotto poi in post Facebook, ha preso in percentuale più likes dei voti di Forza Italia alle ultime elezioni, è riuscito a costruire una dialettica di opposizione al governo molto più costruttiva di quella che sta facendo il suo intero partito. La narrazione di un capacissimo Governatore di regione, trovatosi a gestire l’immane tragedia del crollo del Ponte Morandi e l’arrogante incompetenza di un Ministero dei Trasporti e delle Infrastrutture che ha saputo solo far polemiche invece di dare la possibilità di lavorare alla risoluzione del problema in tempi ragionevoli.

Si fa opposizione puntando il dito. Senza ammettere i propri sbagli ma,anzi, accusando gli elettori di non aver capito il bene che per loro si sta facendo. Si urla senza proporre soluzioni. Ci si rinchiude nella convinzione di rinnovare le dirigenze provinciali, quando il vero problema è la classe dirigente a livello nazionale. Una classe dirigente miope e che non vede più in là di un paio di poltrone.

Tutto questo lei lo ha fatto notare senza troppi giri di parole. Con un tono brusco ed impietoso, ma oramai non è più tempo di essere medici pietosi. Non è più tempo di urlare, come fatto da Michela Biancofiore, al riconteggio dei voti.

E’ tempo di guardarsi negli occhi e decidere cosa fare. O si fa un passo indietro. Si ritenta l’esperimento del partito liberale di massa. Quel movimento fluido e leggero. Fatto di una narrazione irriverente e politicamente scorretta che metteva al centro l’iniziativa privata, la valorizzazione del merito e del lavoro, delle energie provenienti dalla migliore società civile, aprendosi anche ad una dimensione civica, un po’ il modello che lei ha portato nella bella Liguria e che l’ha consegnata nelle mani del suo centrodestra, del suo modello di centrodestra). E mi creda, chi scrive non è un militante forzista ma ha molti amici che lo sono e stravedono per questa ipotesi, concretizzatasi poi nel suo “Vivaio Liguria”, nel suo “Modello Arancione”. Oppure si può continuare sulla strada della moderazione, dell’isteria, ma questa potrebbe essere una pietra tombale.

La sua lucidità, la sua schiettezza, la rendono, ad oggi, l’unica persona in grado di poter costruire una seria piattaforma di centrodestra. Un movimento che metta insieme politica e civismo. Che raccolga il meglio della società civile, avvalendosi di tutti quei bravi amministratori locali che è riuscito ad esprimere e costruendo una narrazione nuova ed inedita. Una narrazione irriverente. Alternativa all’isteria politicamente corretta del Partito Democratico. Alternativa all’inconcludente sfascismo del Movimento 5 Stelle. Ma anche alternativa ai limiti dell’arroganza della Lega salviniana, alla quale va però riconosciuto il merito di essere un po’meglio dei suoi oppositori.

Mi congedo con questo piccolo suggerimento sperando che, dopo un secondo mandato come Governatore della Liguria, possa farsi carne e realtà.

Con immenso rispetto e immensa stima

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