Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
E grand opera sia! Il Maggio Musicale Fiorentino fa le cose in grande, riproponendo una formula tra le più fortunate del teatro in musica della prima metà (ma non solo) dell’Ottocento: un tipo di spettacolo che più francese non si potrebbe, basato sull’opulenza delle scene e dei costumi, su grandi masse corali con ballabili obbligatori, su vicende storiche secondo quel gusto per il passato tanto caro al romanticismo. E se il grand opera è francese, alcuni tra i migliori musicisti italiani ne furono attratti: se anche il Guillaume Tell di Rossini può rientrare nel genere, anche Donizetti e Verdi non mancarono di dedicarvisi, con risultati molto felici.
Ed è appunto il compositore bergamasco, ormai di casa sul palcoscenico fiorentino, che viene riproposto con la Favorite, opera meglio nota in Italia come la Favorita; ma la prima versione nacque per l’appunto per Parigi il 2 dicembre 1840. Esattamente nove anni dopo Robert, le diable e quattro dopo Les Huguenots di Jacob Meyerbeer, forse il più importante autore del genere, musicista il cui successo in vita fu tale da ispirare acri e … nibelungici vapori di gelosia nello stesso Wagner.
Favorite in francese è in un certo senso una prima assoluta in riva d’Arno, dato che in precedenza era stata rappresentata soltanto la versione italiana. L’opera esordisce stasera, giovedì 22 febbraio, e resta in cartellone sino al 3 marzo, per un totale di quattro repliche. E ancora una volta, il titolo ha fatto centro: già esaurita la replica di domenica 25 e anche per le altre rappresentazioni non restano molti biglietti. Sul podio ci sarà Fabio Luisi, nel cast Veronica Simeoni, Celso Albelo, Mattia Olivieri. La regia è di Ariel García Valdés, ripresa da coregista Derek Gimpel. L’allestimento è del Gran Teatre del Liceu di Barcellona in coproduzione con Teatro Real di Madrid. Un allestimento che questa volta non dovrebbe suscitare discussioni: i costumi sono molto belli e sontuosi, decisamente “spagnoleggianti così come vuole la trama e le scene, anche se forse non “tradizionali” nel senso più pieno del termine, non sembrano comunque “di rottura”. Ma aspettiamo, chi vedrà …criticherà.
Se verso la metà dell’800 Parigi poteva ben definirsi la capitale europea del melodramma, con la partecipazione dei migliori talenti del vecchio continenti, erano spesso i compositori italiani che tenevano banco sulla scena. Verso il 1840 Hector Berlioz, che già non aveva risparmiato puntate polemiche e acide contro Rossini, si lamentava di una sorta di … monopolio donizettiano: “ Pensate un po’ due grandi partiture per l’Opéra, Les Martyrs e il Duc d’Albe, altre due per la Renaissance , Lucie de Lammermoor e L’Ange de Nisida, due per l’Opéra-comique, la Fille du Regiment e un’altra di cui non si conosce il titolo; e poi un’altra ancora per il Theatre Italien: queste sono le opere che nel giro di un anno verranno scritte o rielaborate dallo stesso autore! Il signor Donizetti ha l'aria di volerci trattare da paese conquistato, la sua è una vera e propria guerra di invasione. Non potremo più parlare dei teatri lirici di Parigi, ma dei teatri di Donizetti.” Tutto questo nel giro di circa un paio d’anni, anche se poi il Duca d’Alba venne sospeso e dell’Ange de Nisida non se ne fece nulla, a causa del fallimento dell’impresario: e fu così che, trasferita all’Accademie Royal de Musique, subì profondi rimaneggiamenti e l’aggiunta di un atto, (il quarto) e si trasformò in Favorite. Il libretto di Alphonse Royer e Gustave Vaëz fu profondamente rimaneggiato sotto la direzione del “mago” del Grand Opera, Eugene Scribe, autore del quarto atto: l’azione fu spostata dall’isoletta di Nisida e Napoli (anno 1470) a Compostela, isola di Léon e Siviglia prima del 1350.
Favorite, che insieme a Lucia è forse il dramma più riuscito e centrato di Donizetti, è un Grand-Opéra nel complesso un po’ atipico: c’è un ampio balletto nel terzo atto, il coro ha una funzione più ornamentale che centrale e anche l’elemento storico – politico, uno scontro tra il potere del sovrano e quello della Chiesa, rimane tutto sommato nello sfondo. Il dramma è soprattutto privato e personale: Fernand, un candido novizio che sembra incarnare valori e dettami dell’amor cortese, affronta un viaggio alla ricerca di se stesso (altro elemento tipicamente romantico); parte dal convento e vi ritorna dopo essersi scontrato con la società ed esser rimasto vittima di un amore infelice. Léonor, la protagonista femminile, è uno dei primi grandi ruolo per mezzosoprano di quel periodo, concepito per Teresa Stolz.
La trama dell’opera:
Atto I
L’interno del monastero di Santiago de Compostela.
I frati, pregando, si dirigono nella cappella del convento, seguiti da
Balthazar, il padre superiore del monastero, e dal novizio Fernand, che sta per
prendere i voti. Balthazar si accorge che il giovane esita a entrare e gliene
chiede la ragione. Fernand risponde che la sua fede vacilla da quando, in
chiesa, una donna bella come un angelo si è inginocchiata a pregare accanto a
lui. Da allora, ogni volta che prega Dio, è l’immagine della giovane che si affaccia
alla sua mente e gli fa sognare un destino fuori delle mura del convento.
Invano Balthazar cerca di trattenerlo rivelandogli che aveva pensato a lui come
suo successore e mettendolo in guardia dai pericoli del mondo; Fernand è deciso
ad abbandonare la vita religiosa, perché ama quella giovane sconosciuta, di cui
non sa né il nome né la condizione. Il padre superiore allora lo scaccia e
rifiuta di benedirlo: gli predice però che un giorno tornerà pentito al
convento e gli augura che Dio non lo maledica. Fernand si affida alla donna
amata perché guidi il suo cammino e vegli su di lui e lascia il monastero.
Sulla spiaggia dell’isola di Léon.
Inès, confidente di Léonor, la “favorita” del re, canta e danza con le amiche,
attendendo la barca che deve condurre Fernand, velato, dalla sua amata. Invano
il giovane chiede a Inès di rivelargli il nome della sua padrona: “è un segreto
della Signora”, risponde Inès. Sopraggiunge Léonor e i due giovani si scambiano
parole d’amore. Ma alla richiesta di Fernand di sapere il suo nome, Léonor gli
intima di non domandarlo e quando il giovane le chiede di sposarlo, la donna,
turbata, risponde di non poter accettare, pur desiderandolo. Quindi porge a
Fernand uno scritto: egli vi troverà la certezza di un futuro di gloria, ma in
cambio dovrà rinunciare a lei. Giunge Inès annunciando l’arrivo del re di
Castiglia Alphonse XI. Fernand crede di comprendere i motivi per cui Léonor non
può sposarlo: è una dama di alto rango ed egli è un giovane sconosciuto. Legge
dunque il foglio che la donna gli ha lasciato e apprende che è stato nominato
capitano: esulta perché spera di poter ottenere la mano dell’amata grazie alla
gloria che si meriterà in guerra.
Atto II
Nel palazzo dell’Alcazar di Siviglia.
Alphonse commenta con Don Gaspar, suo ufficiale, la grande vittoria ottenuta
nella guerra contro i Mori soprattutto per merito delle gesta eroiche di
Fernand, che vuole onorare di fronte a tutta la corte. Gaspar gli comunica
l’arrivo di un importante messaggio da parte del Papa, ma il re è preso da
altri pensieri: i cortigiani, istigati da Roma, cospirano contro Léonor, ma egli è deciso a difendere la sua amante ad
ogni costo. Ordina quindi a Gaspar di preparare una grande festa. Entra Léonor:
ha saputo da Inès delle imprese di Fernand e esprime al re tutta la sua
vergogna e il dolore per il ruolo di amante che le procura il disprezzo della
corte: è una condizione che non può più sopportare. Alphonse l’esorta a
pazientare: presto saprà ciò che il suo re ha pensato per lei e la invita a
partecipare alla festa al suo fianco. Mentre la cerimonia ha inizio, Gaspar
mostra al re un biglietto di Fernand a Léonor: adirato, Alphonse si rivolge
alla donna che confessa di amare un altro, senza però rivelarne il nome. Il
loro colloquio è bruscamente interrotto dall’ingresso di Balthazar, messaggero
del papa, che maledice la coppia adultera e minaccia la scomunica sul re se
ripudierà la regina per sposare la sua favorita. Alphonse non intende cedere,
rivendicando il suo potere regale, mentre Léonor chiede al re di vendicare il
suo onore. Balthazar mostra allora la bolla papale con la scomunica per il re: Léonor deve essere scacciata
all’istante. Colpita dalle parole di Balthazar tutta la corte si scaglia contro
la favorita del re e ne chiede l’immediato allontanamento.
Atto III
Nel palazzo dell’Alcazar di Siviglia. Alphonse loda e ringrazia Fernand per il
suo valore in battaglia e gli domanda quale premio desideri. Il giovane risponde che ama una nobile dama e
chiede al re il consenso alle nozze. Alphonse acconsente e vuol sapere chi sia
la giovane: in quel momento entra Léonor e Fernand la indica al sovrano.
Alphonse resta stupefatto, ma subito con cinico calcolo politico concede il suo
assenso alle nozze, col duplice scopo di vendicarsi di Léonor e di por fine
alle controversie con il Papa. Esorta dunque la giovane a corrispondere
all’amore di Fernand e fissa le nozze entro un’ora. Fernand, ignaro del passato
dell’amata, è al colmo della gioia, mentre Léonor è tormentata dall’angoscia:
non può accettare che il suo amato sia disonorato agli occhi della corte a
causa del suo rapporto con il re. Pur amando Fernand con tutta se stessa, non
vuole portargli in dote il suo disonore; incarica dunque Inès di rivelare al
giovane che è stata l’amante del re e che è pronta ad essere abbandonata, ma se
egli vorrà perdonarla, lo amerà e sarà pronta a morire per lui. Inès
però è arrestata da Don Gaspar prima di poter parlare con Fernand e la
cerimonia di nozze ha inizio. Il re nomina Fernand marchese e gli conferisce il
collare di un ordine nobiliare, quando giunge Léonor. Poiché Fernand l’accoglie
con parole piene d’affetto, pensa che egli abbia perdonato il suo passato: così
il rito si compie, fra i commenti sarcastici dei cortigiani, convinti che il giovane si sia prestato, per convenienza, a
sposare l’amante del re, allontanando da lui la scomunica papale. Finita la
cerimonia, Fernand si rivolge ai cortigiani esortandoli a condividere la sua
felicità, ma questi rispondono con disprezzo e rifiutano di stringergli la mano. Egli si scaglia contro di loro per vendicare l’offesa con
il sangue, ma è fermato dall’improvviso arrivo di Balthazar. Quando questi è
informato del matrimonio, rivela a Fernand che ha sposato l’amante del re. Il giovane è folgorato dall’inattesa rivelazione e rivolge ad
Alphonse parole piene di fierezza e di sdegno, accusandolo di averlo ingannato
e condannato al disonore; quindi rifiuta il titolo di marchese, getta a terra
il collare nobiliare e spezza la sua spada ai piedi del re.
Alphonse vorrebbe punire l’insolenza di Fernand, ma, conscio della sua colpa,
rinuncia alla vendetta e lascia che Fernand esca con Balthazar.
Atto IV
Nel monastero di Santiago de Compostela.
I monaci sono intenti a scavare le loro tombe, mentre Balthazar esorta alcuni
pellegrini alla preghiera; quindi si rivolge a Fernand che si accinge
nuovamente a prendere i voti e questi gli confida di essere tornato al convento
per trovare finalmente la pace interiore. Balthazar lo invita a rivolgere i
suoi pensieri solamente a Dio, poi lo lascia: deve accorrere da un giovane
novizio, giunto al monastero gravemente ammalato. Rimasto solo, Fernand torna
con il pensiero a Léonor: ha amato un angelo che credeva puro, ma il suo sogno
di felicità si è dissolto in una menzogna fatale. Prega dunque Dio di
concedergli l’oblio del passato ed entra nella cappella per pronunciare i suoi
voti. Appare Léonor travestita da novizio: è morente e cerca Fernand per ottenere il suo perdono, ma le giunge la voce del giovane che si consacra a
Dio. Vorrebbe fuggire, ma le forze le mancano e cade a terra sfinita. Fernand
esce dalla chiesa, riconosce Léonor e la scaccia con parole sferzanti: torni
dal re, a coprirsi di oro e di vergogna. Ma la donna si difende: non l’ha
ingannato, era certa che Inès avesse
compiuto la sua missione e che egli l’avesse sposata nonostante il suo passato.
Si è trascinata fino a lui per ottenere il suo perdono: sta per morire e
desidera salire al cielo libera dal suo disprezzo. Fernand sente rinascere in
sé l’amore e, al culmine dell’esaltazione, perdona Lèonor e le chiede di
fuggire con lui, ma la donna, sfinita, spira fra le sue braccia. Balthazar
invita i monaci a pregare per il novizio e Fernand chiede loro di pregare per
la sua anima l’indomani, quando anche lui avrà finito di vivere.
Gio 22
febbraio, ore 20:00
Dom 25 febbraio, ore 15:30
Mer 28 febbraio, ore 20:00
Sab 3 marzo, ore 20:00
Direttore Fabio Luisi
Regia Ariel Garcia-Valdès
Coregia Derek Gimpel (ripresa 2018)
Scene e costumi Jean-Pierre Vergier
Luci Dominique Borrini
—
Léonor de Guzman Veronica Simeoni
Fernand Celso Albelo / Anton Rositskiy (3 marzo)
Alphonse XI Mattia Olivieri / Vito Priante (3 marzo)
Balthazar Ugo Guagliardo
Don Gaspar Manuel Amati
Inès Francesca Longari
Un Seigneur Leonardo Sgroi
—
Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino
Maestro del Coro Lorenzo Fratini
Con la collaborazione e il contributo del Comune di Bergamo e della Fondazione Donizetti
Inserito da Angelo il 14/04/2018 21:49:34
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