Editoriale

Una campagna elettorale all'insegna della violenza politica, ma nessuno se ne preoccupa; anzi ....

Oggi chi controlla le schegge impazzite che esisteranno sempre in ogni fazione politica?

Lorenzo Somigli

di Lorenzo Somigli

tro tra militanti antifascisti ed estremisti di Casapound”. “Milano: aggressione al gazebo di Fratelli D'Italia, ragazza urina sui manifesti”. “Rovesciato il banchetto della Lega”. Sono titoli apparsi sulla cronaca negli ultimi giorni. Titoli che raccontano di una campagna elettorale segnata da una vera e propria violenza risorgente. Casapound, dopo il corteo anti-fascista inscenato a suon di Bella ciao contro la sede di Genova, sede legalmente riconosciuta e regolare, deve fare spesso i conti con ripetute aggressioni e intimidazioni, per non dimenticare il gravissimo episodio della bomba contro la sede fiorentina che è costato una mano ad un artificiere. Un militante del partito della Meloni è stato preso a calci e pugni in piazza Argentina: un'aggressione con una regia precisa e studiata, resa virale dalla foto della ragazza che urina sul manifesto (povera nostra generazione!). Anche per la Lega niente di nuovo sotto il sole: dopo i sassi a Salvini si moltiplicano le aggressioni fisiche a danno dei militanti; sembra un caso ma vengono presi di mira i militanti più anziani a Firenze come in passato a Milano. Tutto ciò avviene nel silenzio quasi generale. Nessun ministro si è scomodato. Nessuna grande firma del giornalismo ha deciso di spendere qualche parola per quelle che sembrano essere vittime di second'ordine. Vittime sì ma vittime con un peccato originale, l'appartenenza ideologica alla Destra.

Ovviamente nemmeno la Destra è immune alla violenza politica. È probabile infatti che fare ricorso alla violenza sia un vizio che accomuna le estreme di Destra e di Sinistra. Per citare un caso di cronaca recente, non vi è dubbio che un evento come quello di Como, etichettato subito come violenza squadrista, non possa restare impunito ma dal filmato non sembra ci siano stati gesti violenti: il tono è da requisitoria, martellante, le parole a tratti sconclusionate ma la differenza tra questo e gli episodi commessi dalla parte avversa è sostanziale. Non uno dei cupi miliziani dalla testa rasata si è permesso di alzare le mani: nessuno ha ribaltato tavoli, rubato bandiere, urinato. Si tratta sicuramente di un fatto grave. Si potrebbe poi riflettere se questi siano i metodi corretti di cui una certa Destra dovrebbe servirsi per uscire dal ghetto e guadagnare la ribalta mediatica ma questo è un altro problema. Anche appiccare il fuoco ad un fantoccio di Laura Boldrini non è il massimo ma si tratta di violenza fisica o è un fatto rapportabile ad essa?

Un tempo, quando il terrorismo macerava negli strati della società e contagiava sempre più persone soprattutto tra le giovani giovani, si ricorda che furono due nobiluomini della Politica, mai abbastanza rimpianti, come Enrico Berlinguer e Giorgio Almirante a contenere le pulsioni e le derive violente, a isolare quelle schegge impazzite presenti in egual misura in entrambi i partiti e a consentire ad una fragile democrazia di sedimentarsi e prosperare. Oggi chi controlla le schegge impazzite che esisteranno sempre in ogni fazione politica? La violenza genera violenza e la domanda che un osservatore si pone alla luce di tanta risorgente violenza è: fino a quando le vittime non reagiranno fisicamente alle ripetute aggressioni? Su qualcosa sembra esserci più certezza: la violenza è fattore che ciclicamente riaffiora nella società contestualmente a periodi di crisi prolungata come quello che ha coinvolto l'Italia, un'Italia oggi carica di rancore.

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