Natale 2017

Spelacchio è morto, lo annuncia il comune Capitolino

Le cause della morte sono chiare ma sarà avviata un'indagine per capire chi imputare del reato di vilipendio del cadavere arboreo

di Simonetta  Bartolini

Spelacchio è morto, lo annuncia il comune Capitolino

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Ormai è ufficiale, il Comune di Roma ha diffuso la notizia che circolava da qualche ora, da quando cioè al programma de La7, Tagadà, uno storico degli alberi aveva annunciato che l’abete di piazza Venezia ribattezzato da tutti “Spelacchio”, era… morto.

Le cause della morte del più brutto albero di Natale che la Capitale abbia mai avuto sono chiare e non occorrerà alcun accertamento autoptico per confermarle: taglio delle radici.

Pare che invece saranno avviate le indagini da parte della magistratura inquirente per stabilire a chi deve essere imputata l’accusa che va formulandosi in queste ore: vilipendio di cadavere arboreo.

Già perché tutti gli abeti di grandi dimensioni che ornano le citta italiane hanno le radici tagliate, ma nessuno è ridotto male come quello che la sindaca Raggi ha offerto al Natale dei romani alla modica cifra di 49.000 euro!

In effetti in nome “spelacchio” è perfetto per quel rottame arboreo [sic] senza più aghi né frondosità, tanto perfetto che l’immagine dello sciaguratissimo abete capitolino ha fatto il giro del mondo diventando oggetto di un lancio di agenzia raccolto anche da un giornale on line russo!

Facile l’analogia fra spelacchio e il governo della città che fu di Cesare! Facile al punto che il web ne ha fatto un tormentone che oscilla fra grottesco e surreale.

Spelacchio non c’è dubbio è la più azzeccata metafora di Roma degli ultimi anni, orribile a vedersi, patetico al punto da ispirare una pietà che subito viene sostituita dalla rabbia e dall’indignazione al pensiero del costo di  49.000 euro.

Proprio come accade ai cittadini romani: pagano le imposte comunali e regionali più alte d’ Italia per avere i peggiori servizi (vogliamo ricordare la spazzatura che non viene raccolta, le strade che non vengono mantenute, i trasporti non solo insufficienti ma addirittura con mezzi che neppure nel cosiddetto terzo mondo sono così malmessi? E lasciamo perdere la sanità!), già siamo tutti spelacchi noi romani…

Ma che dico? Noi romani? Io da due giorni ho abbandonato Roma e il Lazio, e son bene felice di non essere più una tartassatissima cittadina romana!

E pensare che giusto 2000 anni fa essere cives romanus era un privilegio!

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