i libri di totalità

Rassegna mensile di novità librarie: ottobre 2016

di Mario  Bozzi Sentieri

Rassegna mensile di novità librarie: ottobre 2016

Mario J. Cereghino e Giovanni Fasanella  Colonia Italia - Giornali radio e tv: così gli Inglesi ci controllano. Le prove nei documenti top secret di Londra (Chiarelettere, pagg. 484, Euro 18,60)

L’Italia colonia dell'impero britannico. Ecco le prove della guerra senza quartiere condotta per tutto il Novecento dalla diplomazia di Sua Maestà per controllare l'opinione pubblica italiana in funzione degli interessi economici e politici inglesi. Una guerra segreta perché combattuta con mezzi non convenzionali tra nazioni amiche e, per una lunga fase della loro storia, persino alleate. Invisibile ma non meno dura delle altre. E nella quale la stampa, la radio, la televisione, l'industria editoriale e dello spettacolo hanno avuto un ruolo preponderante. Il libro di Cereghino e Fasanella lo dimostra, prove (inedite) alla mano: la loro ricostruzione si basa su documenti del governo, della diplomazia e dell'intelligence del Regno Unito, rapporti confidential, secret e top secret declassificati in tempi recenti e a disposizione di giornalisti e studiosi. Basta consultarli, e le scoperte non mancano. Come lo schedario annualmente aggiornato dei "clienti" italiani (almeno mille negli anni Settanta) utili alla causa inglese, che viene in parte presentato in Appendice. Ma, al di là dei nomi coinvolti, ciò che è importante è riconsiderare la storia recente italiana dalla parte degli inglesi, il cui ruolo è sempre stato ritenuto secondario rispetto agli americani. Un grosso sbaglio. Se questi ultimi agivano esclusivamente in funzione anticomunista, gli inglesi combattevano anche "contro" quegli italiani.

ITALIA

Massimo Gandolfini con Stefano Lorenzetto, L'Italia del Family day. Dialogo sulla deriva etica con il leader del comitato Difendiamo i nostri figli (Marsilio, pagg. 234, Euro 16,50)

Ha nelle vene un po’ del sangue di don Enrico Tazzoli, il più famoso dei cinque martiri di Belfiore. Da giovane scelse l’«opzione privilegiata per i poveri». Militava nei Cristiani per il socialismo e professava la teologia della liberazione. Aveva i suoi riferimenti spirituali e politici in Giulio Girardi, Ernesto Balducci e Giovanni Franzoni. Votava Psi e leggeva «Com Nuovi Tempi». Al referendum del 1974 si espresse a favore del divorzio. Poteva finire arruolato nelle Brigate rosse o in Prima linea. La svolta avvenne il 14 maggio 1977, quando a Milano partecipò al corteo di protesta in cui il poliziotto Antonio Custra, 25 anni, fu ucciso con una rivoltellata da un manifestante che aveva il volto coperto da un passamontagna. Davanti al sangue che scorreva sull’asfalto, lo studente universitario prossimo alla laurea cominciò a diventare l’uomo che è oggi. Eppure lo descrivono come sanfedista, oscurantista, omofobo, retrogrado, reazionario. Ma chi è in realtà, che cosa vuole e fin dove è disposto ad arrivare Massimo Gandolfini, il presidente del comitato Difendiamo i nostri figli, comparso all’improvviso all’orizzonte dell’Italia con il Family day? E perché ha sfidato il premier Matteo Renzi? Questo movimento di popolo diventerà un partito? Neurochirurgo specializzato in psichiatria, direttore del Dipartimento di neuroscienze per la chirurgia testa-collo nell’ospedale Poliambulanza di Brescia, consultore vaticano per l’esame dei miracoli che hanno portato sugli altari Madre Teresa di Calcutta, Giovanni Paolo II, Elisabetta della Trinità e Charles de Foucauld, il professor Gandolfini ha cambiato vita dopo l’incontro con Francisco Argüello, detto Kiko, lo spagnolo fondatore del Cammino neocatecumenale. In questo libro dice la sua sulla deriva etica che l’ha costretto a portare in piazza oltre 1 milione di italiani: unioni civili, utero in affitto, adozioni gay, omosessualismo, teorie gender. E racconta per la prima volta di sé e dei sette figli che ha adottato perché non poteva averne di suoi, tre dei quali sarebbero morti se Gandolfini e la moglie, medico come lui, non li avessero accolti e curati con la loro scienza in una casa che è a un tempo famiglia e ospedale.

EUROPA

Èric Zemmour, Il suicidio francese (Enrico Damiani Editore, pagg. 520, Euro 19,00 

Dopo il XVII secolo, e più ancora dopo la Rivoluzione Francese, la Francia aveva acquisito l'abitudine di imporre la sua visione del mondo a un resto del mondo estasiato e sedotto da tante meraviglie. Oggi, non solo la Francia non arriva più a ricoprire questo ruolo, ma si vede costretta a ingoiare valori e costumi agli antipodi di quanto ha costruito per secoli. Le élite politiche, economiche, amministrative, mediatiche, intellettuali, artistiche che hanno ereditato il maggio 68 se ne rallegrano. Hanno disintegrato un popolo privandolo della sua memoria nazionale, hanno frantumato la sua unità con l'immigrazione di massa, e ora osservano compiaciuti la Francia che crolla. Ne scrivono con distacco e disdegno la ultime pagine di storia. Anno dopo anno, avvenimento dopo avvenimento, presidente dopo presidente, canzone dopo canzone, film dopo film... Questo libro è la storia di una decostruzione dei minimi meccanismi che hanno edificato la Francia. A dettar legge da De Gaulle in poi, scrive Zemmour, è stato il “trittico: derisione, decostruzione, distruzione”, che ha minato “le fondamenta di tutte le strutture tradizionali: famiglia, nazione, lavoro, stato, scuola. L’universo mentale dei nostri contemporanei è diventato un campo di rovine. Il successo intellettuale delle scienze umane ha distrutto tutte le certezze. Come aveva previsto nel 1962 Claude Lévi-Strauss, ‘scopo ultimo delle scienze umane non è costruire l’uomo, ma dissolverlo’”.

MONDO

Andrew Spannaus, Perché vince Trump. La rivolta degli elettori e il futuro dell’America  (Mimemis, pagg. 106, Euro 10,00)

Un analista americano che conosce bene anche l’Italia spiega le vere motivazioni dietro al successo di Donald Trump e l’opportunità offerta da questa rivolta degli elettori. L’atteggiamento dei media è stato superficiale, tant’è che nessuno credeva che Trump potesse davvero vincere la nomina. In questo libro si indaga sulle correnti profonde della società americana che hanno spinto il candidato repubblicano – e anche il “socialista” Bernie Sanders – a stravolgere la politica americana. È in atto un riallineamento dell’elettorato statunitense: la divisione sta andando da democratici-repubblicani a establishment-outsider. Trump è “contro il TPP, l’accordo di libero scambio con le nazioni che si affacciano sul Pacifico, paragonato agli accordi del passato che hanno già tolto lavoro produttivo agli americani” e in egual maniera è contro il TTIP, il Partenariato Transatlantico per il Commercio e gli Investimenti, ancora in discussione, ma invocato dalla Clinton e da tutto l’establishment. Proprio contro l’establishment lotta Trump, perché gli apparati dei due maggiori partiti pensano – scrive Andrew Spannaus -  ai loro interessi e a quelli dei poteri forti con i quali sono conniventi e “non a quelli della maggioranza della popolazione”, tanto che “la differenza tra i democratici e i repubblicani è meno rilevante di quella tra il sistema di potere centralizzato e la popolazione in generale”.

Dopo quest’anno l’America non sarà più la stessa: l’establishment dovrà tenere conto dei rischi di ignorare la fetta crescente della popolazione lasciata indietro dalla globalizzazione dell’economia. Si tratta di una grande opportunità per rivedere certi errori da entrambe le sponde dell’Atlantico, dalla deindustrializzazione alle guerre continue nel nome del “cambiamento di regime”.

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Alberto Rosselli,  La storia del califfato islamico  (Mattioli 1885, pagg. 92, Euro 6,00)

In questi ultimi anni sono stati dati alle stampe tanti testi sulla storia del califfato islamico e, soprattutto sull’Isis: molti appartenenti alla categoria dei saggi approfonditi, di taglio accademico e altrettanti più sintetici, derivanti dalla necessità di fornire al lettore uno strumento più agile per comprendere con maggiore facilità la storia e la genesi dei fenomeni ad esso collegati. Questo libro rappresenta una sorta di via di mezzo, in quanto i due argomenti trattati (la storia del califfato e le pretese l’Isis di rappresentare un nuovo Stato Islamico globalizzante e transnazionale) si intersecano e rappresentano due aspetti e due fasi dell’evolversi dell’islam stesso: la prima ormai appartenente alla memoria enciclopedica, cioè il califfato “storico”, e la seconda ancora in itinere, cioè quella del califfato proclamato dal suo leader Abu Bakr Al-Baghdadi.
Ragion per cui, se per i califfati omayyade, abbaside e ottomano è possibile stabilire periodi temporali ben definiti, non si può al contrario inquadrare in modo analogo un fenomeno mutante come l’Isis, correlato come è da una serie di implicazioni geopolitiche, geostrategiche ed economiche non limitate al mondo islamico, ma estese a livello planetario e tendenti ad evolversi e ad influire pesantemente sui destini di molte nazioni.

SOCIETA’

Franco Ferrarotti, Per l’autonomia operaia (Solfanelli, pagg. 200, Euro 15,00)
Contrariamente a quanto immaginato da letterati della politica e da cineasti portati a risolvere i propri sensi di colpa con una supposta vocazione sociale, la classe operaia non va né in paradiso né all’inferno. Questo libro cerca di chiarire che semplicemente evolve, cambia, insieme con l’evolvere dei mezzi di produzione. Dalla tuta blu al camice bianco. Dall’operaio all’operatore. Resta in piedi la contraddizione strutturale dell’impresa moderna: una struttura di dominio che però non può funzionare senza la collaborazione di tutti coloro che vi partecipano.
In questo senso, l’emancipazione operaia non potrà essere un regalo delle circostanze, tanto meno il frutto degli sforzi, più o meno narcisistici, dei «volontari del proletariato» che scrivono della rivoluzione operaia senza aver mai messo piede in fabbrica. L’emancipazione operaia sarà l’esito della lotta degli stessi lavoratori, per i quali l’industrializzazione non è un tema accademico, ma un’esperienza di vita.

TEMPI MODERNI

Camillo Langone, Pensieri del lambrusco. Contro l'invasione (Marsilio, pagg. 175, Euro 16,00)  

"Vidi la patria invasa e mi rifugiai nel lambrusco" Langone ha visto il cuore dell'Italia vuoto per apostasia, le vene dell'Italia vuote per crollo demografico, e prima che la deculturazione e l'immigrazione riducano i suoi connazionali a indiani nelle riserve ha voluto provare, incoraggiato dal vino, il lambrusco, unico vero vino autoctono italiano, a riempire di parole una parte di quel vuoto. Riflettendo sull'ambientalismo, sull'animalismo, sul buddismo, sul femminismo, sull'immigrazionismo, sull'islamismo, sull'omosessualismo, sul pauperismo, sullo statalismo, sul veganismo... Nel suo stile mai così brillante e conciso, intelligente, pungente, a volte tragico, a volte comico, sempre libero.

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Riccardo Paradisi, Un'estate invincibile. La giovinezza nella società degli eterni adolescenti (Bietti, pagg. 220, Euro  15,00)

Mai cessiamo di essere giovani se ad accompagnarci è la fedeltà al destino che ci siamo dati, la capacità di stupirci e l’ebbrezza sempre rinnovata della prima volta. La giovinezza non ha niente a che fare con l’età anagrafica ma con il fuoco che ci si porta dentro. André Malraux l’ha chiamata il demone dell’assoluto, capace di portare il reale allo stato dell’immaginazione, di cogliere in quel che passa ciò che rimane. Non esce dalla gioventù chi nei suoi vent’anni vede una condizione dello spirito e non un’età biologica, da restaurare a suon di lifting e viagra con gran sprezzo del ridicolo. Tra libri e film, letteratura e filosofia, Riccardo Paradisi ripercorre il viaggio di tre generazioni, dagli anni Settanta e Ottanta fino al primo decennio del Duemila, alla ricerca di una metafisica della gioventù, per capire da quando i giovani sono diventati il feticcio e il tabù del nostro tempo.

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Luigi Iannone, L’ubbidiente democratico (Idrovolante, pagg. 144, Euro 13,00)

L’intento di questo libro è quello di misurare quanto sia marcato nelle singole vite e nei percorsi collettivi il nostro grado di assuefazione al conformismo. Viviamo un mondo in cui siamo allo stesso tempo attori e registi di una enorme sinfonia pervasa dal politicamente corretto tanto che per rintracciarne gli echi non dobbiamo fare molta fatica. Basta soffermarsi sugli accadimenti più banali, sui fatti di cronaca o di costume, sul linguaggio della politica o dei media. È sufficiente indugiare con animo libero su ognuno di essi per rendersi conto quanto sia difficile farne a meno.

Luigi Iannone, scrittore non allineato dalle frequentazioni raffinate, con questo libro ci accompagna nei sentieri poco battuti, lontani dal politicamente corretto. L’autore si propone di ricostruire un mosaico ‘differente’ tra presente, passato e futuro, per ribaltare schemi, épater le bourgeois, non facendo concessioni alla morale comune, ordinaria, canonica, maggioritaria nell’establishment e nell’immaginario collettivo progressista.” dalla prefazione di Michele De Feudis

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Gilberto Gobbi, Il bambino denudato. L'educazione sessuale secondo le schede dello standard/OMS (Fede & cultura, pagg.  112, Euro 11,00)

Molti negano che l’ideologia gender esista, soprattutto nella scuola, ma questo breve lavoro dimostra esattamente il contrario analizzando i contenuti educativi presenti nelle schede dello Standard per l'educazione sessuale in Europa dell’OMS. Le sue linee guida comprendono tutte le varie fasi d’età dalla nascita fino al conseguimento del diploma di scuola media superiore. Il principio su cui si basa questa nuova forma d’indottrinamento è la decostruzione degli stereotipi (culturali e religiosi) sulla sessualità così da strappare i bambini alla loro identità e inculcare in loro sin dalla più tenera infanzia l’uso della genitalità in chiave esclusivamente sessuale e della contraccezione in tutte le sue forme. Si apre così la strada al diritto soggettivo del figlio a tutti i costi e allo stravolgimento del concetto di famiglia. Se questo non è gender, allora che cos’è?

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Gerard J.M. van den Aardweg, La scienza dice no. L'inganno del "matrimonio gay" (Solfanelli, pagg. 168, Euro 12,00)    

Il saggio del dr. Aardweg è solidamente fondato sui dati di una ineccepibile ricerca scientifica, che impegna da più di cinquant’anni l’ottantenne psicologo e studioso. La subcultura gay è riuscita a far prevalere l’idea che l’omosessualità sia un “orientamento sessuale” naturale, innato, pertanto non trattabile con le terapie di tipo psichiatrico e psicoanalitico perseguite con successo dal dr. Aardweg. Con dovizia di argomenti scientifici l’Autore dimostra la falsità dell’assunto, illuminandoci, nello stesso tempo, sulla vera natura dell’omosessualità e dello “stile di vita” dell’universo gay, ben diverso dall’immagine edulcorata fabbricata dal mondo dell’informazione.

PENSIERO FORTE

Adriano Scianca, L’identità sacra  (La Testa di ferro, pagg. 272, Euro 18,00)

Una civiltà non muore necessariamente per le crisi economiche o le guerre. Una civiltà muore quando si rompe qualcosa nell'asse verticale che connette sacralmente una terra, un popolo e le sue divinità. Oggi il pericolo maggiore per la civiltà europea è rappresentato dalla Grande Sostituzione delle sue popolazioni, organizzata dalle élite economiche di destra congiuntamente con le caste culturali di sinistra. Si tratta dell'idea che le nostre terre possano essere ripopolate da masse allogene venute da altrove. E' lo sganciamento definitivo di senso tra le comunità e i loro luoghi. La tesi di questo libro è che esista un qualcosa, che qui viene chiamato "Nesso di civiltà", grazie al quale a ogni popolo è assegnato a un luogo e per il quale una forza spirituale tutela questo radicamento. Nesso di civiltà contro Grande sostituzione: è qui che si combatte la battaglia per l'essenziale. Per l'esistenza stessa dell'Europa e degli Europei.

 

CLASSICI

Fichte J. Gottlieb, Lo stato secondo ragione o lo stato commerciale chiuso. Saggio di scienza del diritto e d'una politica del futuro (La Vita Felice, pagg. 204, Euro 14,50)

Pubblicato nel 1800, "Lo Stato secondo ragione o lo Stato commerciale chiuso" è, da sempre, uno dei testi più discussi della filosofia di Fichte. Criticando ciò che oggi chiamiamo "globalizzazione" e che Fichte chiamava "anarchia del commercio", l'opera del 1800 propone, come soluzione ai mali del suo tempo, la chiusura commerciale, di modo che ogni Stato sappia bastare a sé e garantire alla sua comunità benessere. Chiudere commercialmente lo Stato è, per Fichte, la sola via per garantire alla politica la possibilità di disciplinare l'economia. Nel quadro dell'odierna crisi globale e  nel contesto di un'Unione Europea che ha prodotto un'integrale spoliticizzazione dell'economia, Lo Stato secondo ragione  è un testo che non smette di parlare al nostro presente. Prefazione di Immanuela Hermann Fichte. Postfazione di Giovanni Gentile. «La scienza del diritto puro di Stato dà luogo allo Stato razionale, costrutto secondo i concetti filosofici del diritto; poiché essa suppone gli uomini fuori dagli ordinari rapporti giuridici. Ma gli uomini non si trovano in tale condizione in nessun luogo. Da per tutto essi si trovano riuniti sotto una costituzione, non nata secondo concetti filosofici e dall’arte, ma per particolari circostanze e motivi pratici. In queste condizioni si trova lo Stato realmente esistente [...] Esso non può fare altro che accostarsi sempre più allo Stato razionale. Lo Stato realmente esistente si può quindi concepirlo come intento alla fondazione graduale dello Stato razionale. Per esso la questione non è soltanto come por lo Stato secondo ragione, che cosa sia giusto; ma quanto di ciò che è giusto sia applicabile in circostanze date.»
Pubblicato nel 1800, Lo Stato secondo ragione o lo Stato commerciale chiuso è, da sempre, uno dei testi più discussi della filosofia di Fichte. Criticando ciò che oggi chiamiamo “globalizzazione” e che Fichte chiamava “anarchia del commercio”, l’opera del 1800 propone, come soluzione ai mali del suo tempo, la chiusura commerciale, di modo che ogni Stato sappia bastare a sé e garantire alla sua comunità benessere. Chiudere commercialmente lo Stato è, per Fichte, la sola via per garantire alla politica la possibilità di disciplinare l’economia. Nel quadro dell’odierna crisi globale, ma poi anche nel contesto di un’Unione Europea che ha prodotto un’integrale spoliticizzazione dell’economia, Lo Stato secondo ragione è un testo che non smette di parlare al nostro presente.

                                                                      ***

Mauro Bonazzi, Con gli occhi dei greci. Saggezza antica per tempi moderni  (Carocci, pagg. 136, Euro 12,00)

Dalla felicità all’amore e alla morte; dalla giustizia alla forza; l’amicizia e la nostalgia: non c’è problema di cui i Greci antichi non si siano occupati con una libertà e una spregiudicatezza che ancora oggi lasciano ammirati. Senza paura di mischiare temi alti e temi bassi (quali sarebbero poi?), ben deciso a non lasciarsi irretire nelle reti di un classicismo di maniera, questo libro si propone di mostrare che è proprio volgendo il nostro sguardo verso quelle distanze remote che potremo trovare una valida guida per orientarci nei complessi problemi dei nostri giorni.

TRADIZIONE

Julius Evola, Fascismo Giappone Zen. Scritti sull’Oriente  (I libri del Borghese, pagg. 120, Euro 15,00)

Il rapporto fra il fascismo e la sapienza orientale, la dottrina imperiale giapponese e la teologia politica del Paese del Sol Levante, la religione dei samurai, il senso e il clima del Buddhisno Zen, il tramonto dell’Oriente dopo quello dell’Occidente, la polemica contro gli orientali occidentalizzati e l’annacquamento delle dottrine originarie: questi alcuni temi affrontati da Julius Evola nei quindici scritti compresi in questa antologia tematica, che spaziano nell’arco di un cinquantennio, curata da una specialista della materia come Riccardo Rosati.

Un volume che fa il punto su un tema, quello dell’Oriente, affrontato da diverse angolature e che è uno di quelli per cui l’autore è noto al grande pubblico.

Di particolare interesse in quest’opera due suoi interventi che prendono lo spunto da altrettanti discorsi di Mussolini – qui ripubblicati in appendice – nei quali fa capire come il contatto con certe dottrine orientali poteva essere positivo per il fascismo. Era inoltre il Buddhismo Zen ad affascinarlo per i suoi risvolti interiori, meditativi e formativi.

STORIA

J.Bartushat – F. Strologo (a cura di),  Carlo Magno in Italia e la fortuna dei libri di Cavalleria (Longo, pagg. 512, Euro 35,00)

Questo volume raccoglie gli Atti del convegno Carlo Magno in Italia e la fortuna dei libri di cavalleria, tenutosi a Zurigo fra il 6 e l'8 maggio 2014. Nelle diverse sezioni si ripercorrono i momenti più significativi della storia della letteratura cavalleresca di materia carolingia in Italia, a partire dalla circolazione nel Medioevo dei testi ispirati alla Chanson de Roland, attraverso i capolavori del Rinascimento - il Morgante, l'Innamorato, il Furioso, la Liberata - e oltre, nei secoli della fiorente produzione in versi e in prosa che ha affascinato non solo il pubblico delle piazze, ma anche i sempre più avidi lettori delle opere a stampa, per raggiungere infine le soglie della contemporaneità. Gli interventi sono firmati dai maggiori specialisti in materia: Ottavio Besomi, Riccardo Bruscagli, Maria Luisa Meneghetti, Maria Grazia Capusso, Marco Infurna, Frej Moretti, Marco Villoresi, Stefano Carrai, Cristina Montagnani, Francesco Ferretti, Paola Casella, Antonia Tissoni Benvenuti, Cristina Dondi e Neil Harris, Luca Degl'Innocenti, Tina Matarrese, Andrea Canova, Gabriele Bucchi, Jane E. Everson, Daniela Delcorno Branca, Leslie Zarker Morgan, Marina Beer.

                                                                      ***

Alberto Alpozzi , Viaggio nella Somalia italiana (Eclettica, pagg. 256, Euro 25,00)

 Una testimonianza fotografica inedita e unica che attraverso le immagini ufficiali del Regio Gabinetto Foto Cinematografico ci fa scoprire un mondo scomparso: la "perla dell'Oceano Indiano" Mogadiscio, con la più grande Cattedrale di tutta l'Africa Orientale, la penisola di Hafun con l'avveniristica teleferica delle saline più grandi del mondo, la prima (e ultima) ferrovia della Somalia che trasportava merci e persone al Villaggio Duca degli Abruzzi e il pericoloso Capo Guardafui con il nuovo faro Crispi. Documenti nascosti che oggi, trascorsi i 70 anni dalla morte di Carlo Pedrini, fotografo del Governo, possono essere pubblicati per la prima volta e svelare la storia coloniale italiana mai raccontata: decine di aziende agricole, modernissime dighe, centinaia di chilometri di canalizzazioni, studi sperimentali, migliaia di ettari di deserti resi fertili, industrie, fabbriche e ancora scuole, parchi gioco, teatri e cinema in una nazione in pace. Un'affascinante viaggio nel tempo in un'Italia intraprendente, operosa, generosa e con sguardo al futuro: una nazione che univa sotto il Tricolore, anche nelle colonie, uomini di qualsiasi razza e religione.  

                                                                      ***

 

Massimiliano Capra Casadio, Storia della X Flottiglia Mas (Mursia, pagg.466, Euro 18,00)   

 

Dopo l'8 settembre 1943, circa 15 mila uomini, in prevalenza giovani e giovanissimi, si arruolano nella Decima Flottiglia Mas al comando di Junio Valerio Borghese, eroe della guerra fascista e uno dei migliori sommergibilisti italiani. Pronti a combattere una guerra ormai perduta, quegli uomini furono protagonisti di una delle pagine più controverse della storia d'Italia. A distanza di decenni la Decima non smette di far discutere e di affascinare. Questo saggio ne ricostruisce la storia, analizza gli aspetti umani e ideali dei volontari, la struttura e le azioni militari, le motivazioni e la politica di Borghese, oscillante tra una ricercata autonomia e diverse contraddizioni. Uno studio rigoroso che raccoglie documenti, studi e testimonianze di protagonisti in un racconto corale e avvincente.

                                                                      ***

Alessandro Giorgi, Cronaca della guerra del Vietnam 1961-1975 (Lupo, pagg. 204, Euro 29,00)

Mancava in Italia un volume che descrivesse la cronistoria di quello che avvenne in Vietnam fra il 1961 e il 1975. Non solo le operazioni maggiori ma anche quelle minori, evidenziando elementi che altrimenti sono difficili da capire. Gli Stati Uniti ritennero che il loro enorme potenziale bellico, fosse in grado di venire comunque a capo della situazione, ritrovandosi invece impantanati in un contesto di crescente disagio, nonostante un coinvolgimento crescente. In realtà i problemi maggiori non vennero dai vietcong ma dalle unità regolari nord vietnamite, munite di una potente artiglieria, numerose batterie antiaeree e mezzi corazzati, generosamente forniti in numero crescente da Mosca e Pechino. Fu il loro impiego a mettere in difficoltà i reparti statunitensi, insieme all'orografia del territorio, che con montagne e foreste molto fitte, avvantaggiava i reparti comunisti. Le perdite dei soldati del famoso generale Giap furono molto alte, come nel caso dell'offensiva del Tet, ma la guerra divenne sempre più impopolare negli USA, fino al disimpegno diretto ed, al di taglio degli aiuti al Sud Vietnam, passo subito sfruttato da Hanoi che, nonostante la tregua del 1873, due anni dopo lanciò una grande offensiva, ottenendo il completo successo militare, non solo in Vietnam ma anche in Cambogia. L'opera è completata da una vasta serie d'immagini e da numerose cartine esplicative, indispensabili per comprendere l'andamento delle operazioni.

PERSONAGGI

Maria Caterina Camici e Franco Cardini, Attilio Mordini – Il maestro dei segni (Il Cerchio, pagg. 136, Euro 14,00)

Quest’opera vuole essere un omaggio al pensatore fiorentino Attilio Mordini, scomparso nel 1966, da parte dei suoi amici e discepoli. Attento ai segni del mondo contemporaneo, si rivolgeva alla Tradizione cattolica per rinnovare una società che egli sentiva logora e confusa. La Tradizione è, per Mordini, l’espressione della presenza di Dio nella storia dell’uomo, la sua provvidenziale assistenza attraverso la Parola, culminata nel patto abramitico e trionfante nell’Incarnazione. Strumento per ritrovare forza interiore è la devozione al Rosario - sintesi di quanto di buono ha prodotto il cristianesimo -, insieme alla speranza nell’intervento dello Spirito Santo per ridare sacralità alla vita. Da volontario nella Repubblica di Salò e da iscritto al MSI idealizzò la figura del Fascista, “stirpe che ha nel sangue il principio aristocratico”. Le idee cardine della sua visione del mondo erano: la tradizione cattolica, la sacralità dell’autorità politica, l’Impero cristiano nobilitato e guidato dalla nuova Cavalleria, ridare un valore tradizionale alla persona, alla famiglia ed al lavoro.

RIVISTERIA

“Storia in Rete” 129-130 (luglio-agosto 2016)

Dalle carte dell’OSS sbuca fuori una fotografia che può sconvolgere tutte le ricostruzioni della fine di Mussolini: e se il numero due dei servizi segreti americani, Valerian Lada-Mocarski, si fosse trovato a Dongo alla fine di aprile? Una presenza sempre negata, tanto da censurare l’unica foto in cui compariva in compagnia dei partigiani “Bill” e “Pedro”. E ora che l’originale sembra essere tornato alla luce, se le analisi sulla fotografia lo confermeranno, si può aprire una pista finora solo sussurrata: che sulle ultime ore di Mussolini si era allungata l’ombra dello Zio Sam… Un’indagine solo agli inizi di cui “Storia in Rete” in esclusiva dà i primi risultati ai suoi lettori.

Ma prima di questa nuova, avvincente indagine su uno dei più intricati gialli della Storia, “Storia in Rete” dedica un ricordo a tutti gli eroi che esattamente cento anni fa, nell’estate del 1916, testimoniarono il loro patriottismo cadendo per l’Italia: Fabio Filzi, Cesare Battisti, Nazario Sauro e gli altri volontari venuti dalle Terre Irredente a combattere perché l’Unità d’Italia fosse completa.

Quindi “Storia in Rete” torna sul dibattito attorno al “sangue del Sud”. Pino Aprile replica all’articolo di copertina del numero 128 e “Storia in Rete” gli risponde: genocidio o non? La storia dell’Unità d’Italia va riscritta mettendo alla sbarra i protagonisti oppure solo rendendo agli Stati pre-unitari giustizia?

E poi, novità dagli archivi: da quelli ex sovietici uno storico ucraino ha fatto uscire una documentazione che sembra mettere in discussione il mito monolitico della Grande Guerra Patriottica fra Hitler e Stalin. E se il dittatore sovietico nell’estate del 1941 fosse stato disposto a cedere Paesi Baltici e Ucraina alla Germania in cambio di una pace immediata? Dalle carte degli sfollati durante la Grande Guerra invece emerge la verità sulla vicenda di Ida Dalser, amante di Mussolini: la donna era davvero una folle mitomane e persecutrice, e non la vittima del cinismo del futuro Duce, come raccontato in un famoso – e tendenzioso – film.

E ancora: il ruolo di Vittorio Emanuele III nella svolta del 1922, la realtà dietro il mito (ancestrale e cinematografico) dell’uomo-lupo, l’attrito fra i Medici e gli intellettuali e gli artisti fiorentini dopo la restaurazione del Ducato nel 1528 e infine l’ultima illusione di Napoleone: che gli inglesi avrebbero mantenuto un fair play nei suoi confronti.

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