Calunnie e doppiopetto blu

Un paradossale interrogatorio

Il vecchio Roughoaks tentò di fare il Don Giovanni: a momenti ci lasciava le penne! (Capitolo 7)

di  

Un paradossale interrogatorio

DON JUAN

Peter, col passar del tempo, si stava accorgendo che le cose fra Elizabeth e il marito non erano così idilliache, come i due volevano far apparire.

Spesso si scontravano verbalmente su cose da niente, altre volte l’acqua cheta Tick in the skin vomitava battute rabbiose verso la moglie non appena il suocero lasciava l’ ufficio perchè, con lui presente, mai e poi mai avrebbe avuto il coraggio di inveire contro Elizabeth.

Lei, allora, non reggendo la pressione continua di Steven si alzava e andava a sfogarsi, piangendo, in bagno. Malauguratamente, un giorno in cui Tick era assente dal lavoro, alla moglie venne la pessima idea di sfogarsi con Peter e di raccontargli certe cose sulla convivenza con il marito. Non erano cose importantissime, evidenziavano solo la forte idiosincrasia che Steven nutriva per il suocero, ma soprattutto per la di lui  moglie.

Elizabeth era stufa dei continui piagnistei di Stick e del fatto che il marito non si sentisse affatto considerato dai suoceri; era stanca del continuo borbottio lagnoso  quando la domenica dovevano pranzare con loro; era spossata dalla persistente scontentezza del marito che, secondo lei, doveva essere fiero di aver trovato una famiglia di “simil lignaggio”, lui che rivestiva un incarico di prestigio nell’azienda, nonostante le sue origini così imbarazzanti.

Lo sfogo di Elizabeth divenne quasi un appuntamento rituale con Peter. Non appena soli lei lo investiva con milioni di parole, ribadendo quasi sempre gli stessi argomenti; ma un giorno, presa dallo sconforto, ebbe a lamentarsi anche delle prestazioni sessuali di suo marito e a confidare senza indugi che se non avevano figli la colpa non era sicuramente sua, ma di “quella nullità di Steven”.

C’è da aggiungere, altresì, che Stick mal sopportava la presenza di Donald e che frequentemente assillava Elizabeth per convincerla a rinchiuderlo in un centro di recupero per tossici argomentando che non era positivo per il buon nome della Compagnia vederlo aggirarsi negli gli uffici con “quella faccia da drogato”.

Ma la persona più odiata da Stick in the skin era sua suocera, la vecchia beona con l’alito perennemente maleodorante di birra Beck’s.

Si, Elizabeth, non passava giorno senza sentire le lamentele del marito verso la di lei madre: –Quella donna è una strega, è peggio di tuo padre...e questo è tutto dire; che differenza con mia madre, lei sì che sa amare, l' ubriacona sa solo criticare, e basta!-

Mrs. Roughoaks da parte sua era diventata subito amica della madre di Peter:

–Sei la sorella che non ho mai avuto, mia cara Sylvia– le ripeteva continuamente.

Il loro rapporto era caratterizzato un forte affiatamento e coinvolgimento emotivo. Spesso uscivano insieme a fare shopping, a prendere un tè presso il Tea-Coffee House di Garden City, ma soprattutto per isolarsi dalla solita routine famigliare.

I Cummings non avrebbero mai saputo dei problemi di Mrs. Sandra con l’ alcool anzi, per loro, la questione non si sarebbe mai posta se non ci fosse entrato lo zampino di Tick a suggellare l’atavico odio con la perfida, per lui, suocera. Una sera che si fermò a trovare Peter, decise che era giunto il momento di ragguagliare la famiglia Cummings a proposito del “vizietto” alcolico di Mrs. Roughoaks.

Il padre di Peter, che mal sopportava Steven, argomentò che tutti hanno i loro problemi e che non c’era bisogno di elencarli quando, anzitutto, il diretto interessato, e per di più un familiare, è  assente. Tick in the skin non badò assolutamente alla reprimenda di Mr. Cummings replicando stizzoso: –Lo sa tutta Hoboken che è una alcolizzata cronica!–. Questo era Steven Mortimer, prendere o lasciare!

Peter Cummings riprendendo a parlare con i due poliziotti che lo stavano interrogando andò subito al punto:

–Allora, dopo due anni di queste imbarazzanti situazioni, delle quali volevo evitare di mettere a conoscenza gli altri Roughoaks, decisi di inventarmi alcuni personaggi legati al mondo della legge e delle forze dell’ordine, che incutessero timore all’ anziano presidente, e lo dissuadessero, senza danno per nessuno, dal continuare in quegli atteggiamenti così poco consoni alla sua età e al suo ruolo di padre di famiglia.

–Perciò ogni qual volta, Mr. Roughoaks, si collegava a siti Porno e io ne venivo a conoscenza, giungeva immantinente una mail o un fax che avvertiva tutta la compagnia che alcuni dipendenti stavano navigando in siti porno altamente a rischio virus, e che di lì a poco sarebbero intervenuti sia la Polizia informatica, sia il distretto antiprostituzione della Squadra Mobile del New Jersey. A inviare quei messaggi ero io, è sottinteso, con  indirizzi email fasulli e facendoli pervenire alla mia posta elettronica.–

Il racconto di Peter continuò senza tralasciare alcun particolare, per quanto gli facesse male dover sbandierare faccende tanto intime riguardanti un vecchio signore al quale era ancora affezionato.

Era venuto a sapere da Tick in the skin –proseguì–, durante una camminata in Martin Luther King Street, che il vecchio Roughoaks si era spesso messo nei pasticci con prostitute o donnette dalla condotta non proprio cristallina, ma che il massimo lo aveva raggiunto anni addietro quando, dopo aver perso la testa per una bellissima ragazza spagnola, le aveva proposto 25.000 dollari se fosse andata a letto con lui per una notte. La ragazza era una venditrice, porta a porta, di cosmetici Avon, fidanzata con un ingegnere nautico, ma sopra ogni altra cosa innamoratissima del suo compagno. Mr. Roughoaks era stato folgorato da questa ragazza quando l’aveva vista entrare in casa dopo per reclamizzare i suoi prodotti di cosmesi.

Da allora in un crescendo degno di Rossini aveva iniziato a mandarle fiori, a transitare con l’auto davanti agli uffici della Avon, a spedirle cioccolatini, e piccoli regali. Non ricevendo, però, riscontro alcuno era passato direttamente all’attacco fermandola, un pomeriggio, mentre attendeva il taxi, in Mercer Street, e facendole, lì in mezzo al traffico, la sua proposta indecente.

La ragazza solo allora aveva capito chi fosse la disperata persona che così insistentemente le inviava rose e cioccolatini, mai avrebbe pensato ad un anziano uomo d’affari conosciuto, in tutta fretta, durante una delle sue presentazioni commerciali. Era rimase immobile e fredda e, con cortesia, lo aveva invitato a vedersi più tardi di fronte al 1265 di Rooswelt Blvd. L’anziano Roughoaks, sempre dal racconto di Steven, non stando più nella pelle, aveva cominciato furiosamente a controllare l’ orologio in continuazione come se il suo sguardo potesse dare una spinta alle lancette.

Finalmente era arrivata l’ora tanto agognata e, l’anziano imprenditore, dopo essersi guardato allo specchietto della macchina, ne era disceso avvicinandosi al 1265. Lei ancora non c’era, ma questo ritardo se lo aspettava, le donne fanno sempre così, figuriamoci una di quel livello.

Era passata una buona mezz’ora e della bellissima spagnola nemmeno l’ombra, l’uomo iniziò a credere di aver ricevuto un irriguardoso bidone, ma mentre sconsolato stava risalendo in auto si sentì picchiettare sulla spalla destra.

Quel leggero battito lo aveva caricato a mille e, con fare elegante, voltandosi avava detto: –Siiii?–, ma non aveva fatto in tempo a pronunciare tutte le “i” che il suo entusiasmo avrebbe voluto, che si era trovato davanti un giovane sulla trentina, alto circa un metro e novanta, con una muscolatura da gladiatore romano e con un volto così truce che avrebbe impressionato lo stesso Mike Tyson .

Insomma, non era proprio quanto si era aspettato, e la cosa sarebbe potuta finire molto male se Mr. Roughoaks, oramai completamente demolito del proprio ego, non avesse subito preso a scusarsi in maniera così riverente che al rampante avvocato venne un moto di compassionevole disprezzo e lo aveva lasciato salire in macchina apostrofandolo con uno sprezzate: – Faresti meglio, alla tua età, a stare coi nipoti, sporcaccione–. L’ anziano Don Giovanni, aveva risposto con un filo di voce: –Grazie, ma non tengo nipoti...neppure quelli–.

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    10 commenti per questo articolo

  • Inserito da piero44 il 30/10/2011 21:09:58

    Massimo, a quando la nuova puntata. Siamo in trepida attesa

  • Inserito da Greta il 30/10/2011 11:19:59

    L'ho riletto x la 3za volta

  • Inserito da Ciombe il 26/10/2011 12:52:41

    sempre meglio!!!

  • Inserito da Taddeo il 26/10/2011 12:41:09

    Si, ma non puoi lasciarmi sempre così in curiosità....

  • Inserito da claudia71 il 26/10/2011 10:22:51

    Complimenti Massimo, sei bravo davvero.

  • Inserito da sandrocchia il 25/10/2011 17:48:16

    Beello!! Ciao Credattore come va?

  • Inserito da Stefy66 il 25/10/2011 17:43:55

    Caspita... quel roughoaks è un vero porco

  • Inserito da valente55 il 25/10/2011 17:06:18

    Veramente accattivante; quando la 8 puntata?

  • Inserito da claudia71 il 25/10/2011 16:26:27

    Avvincente!! E' già nelle librereie'

  • Inserito da GRETa72 il 25/10/2011 15:51:26

    Dai pubblicane un altro.... è bellissimo

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