Editoriale

Tasse e pensioni iniquità legalizzata

Le leggi salva Italia in realtà la metteranno in ginocchio, ovviamente questo vale solo per i cittadini-sudditi

Simonetta  Bartolini

di Simonetta  Bartolini

ensioni e tasse. Forse la maggiore iniquità di questo secondo decennio del XXI secolo. Cerchiamo di andare al sodo e fare poche chiacchiere. Cominciamo con le pensioni.

Siamo d'accordo che non si può sostenere un esercito di pensionati quaranta-cinquantenni quando oramai l'aspettativa di vita è fra i 75 e gli 80 anni. Non ha senso che il tempo dell'attività lavorativa possa addirittura essere inferiore o pari a quello trascorso a carico della comunità.

Siamo altresì d'accordo che non possiamo scaricare sulle sparute (anche numericamente) falangi di giovani il peso del nostro dolce far niente anticipato e diffuso.

Ultima certezza, in Italia dalla politica ai manager di Stato non si salva nessuno, tutti indistintamente in questi anni hanno collaborato e contribuito attivamente al disastro che adesso dobbiamo rimediare con sacrifici che è difficile accettare a cuor leggero.

Detto questo risulta quantomeno stravagante scoprire che i più accaniti sostenitori dei tagli alle pensioni, del divieto di cumulo delle medesime ci siano proprio politici e manager di Stato che invece hanno pensioni esorbitanti e oltretutto le possono cumulare (andatevi a vedere le tabelle che pubblichiamo a fine dell’articolo e in base alle quali il movimento Nun Te Regghe Più ha iniziato una raccolta di firme per eliminare queste disparità).

Quindi, a rigore di logica non è giusto che i figli mantengano padri, nonni e zii, ma è sacrosanto che tutti manteniamo chi ci ha condotto al fallimento!

L’argomento con cui si difendono questi privilegi è quello che non si può ledere un diritto acquisito. Già, e i diritti acquisiti da chi vede allontanarsi la pensione? E quelli di chi deve lasciare il lavoro, ma non riceverà la pensione fino al raggiungimento dell’età stabilita per legge e dunque per qualche anno non saprà come mantenersi?

Quisquiglie, direbbe Totò, il cittadino elettore deve sapere fin dalla nascita di essere un po’ meno che suddito: diritti apparenti, doveri concreti, e poche storie, non esiste un sindacato dei cittadini!

Passiamo alle tasse. Come abbiamo tutti letto o ascoltato dai notiziari anche la Corte dei Conti si è accorta che sono troppe e inique. Poi ci hanno detto (come se non ce ne fossimo accorti da soli) che i consumi sono calati ai livelli di 30 anni fa.

Ci avvertono anche con costante perfidia che i prezzi aumentano, in primis quelli della benzina, e soprattutto del gasolio. Ci dicono che gli aumenti sono immotivati, trascurano di dire che c’è un motivo imbattibile: l’avidità dei petrolieri.

Fra qualche mese ci troveremo ad affrontare un’altra tassa, l’aumento dell’aliquota dell’Iva. Ottimo così i prezzi continueranno a salire, i consumi a calare, il paese a fingere di vedere la luce in fondo al tunnel.

Già perché la faccenda più irritante è l’ottimismo burbanzoso dei nostri tecnici e di quella inqualificabile cancelliera tedesca, che ci è venuta a fare spat spat sulla spalla e a verificare che siamo bravi bambini disposti a sottomettersi di buon grado al suo volere.

Noi abbiamo il sole, il mare, i monti, la scintillante bellezza che ci distrae, però attenzione, fra non molto ci accorgeremo dolorosamente che i signori tecnici salva-Italia la stanno affondando allegramente mettendo in pratica la politica più demenziale che si possa immaginare: l’aumento della tassazione e nessun vero e significativo taglio alle spese che non vada ad incidere sui soliti che patiscono l’aumento delle tasse!

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