Divieti di sopravvivenza

Ristorante proibito ai bambini (e loro genitori)

Un ristoratore romano ha deciso di tutelare il diritto alla pace dei propri avventori. Se il fenomeno si diffondesse forse i genitori sarebbero obbligati a dare ai figli un'educazione

di Simonetta  Bartolini

Ristorante proibito ai bambini (e loro genitori)

Qualche giorno fa parlando del bullismo criminale di adolescenti amorali e incivili che avevano provocato il tentato suicidio di una dodicenne a Pordenone, sottolineavamo la responsabilità delle famiglie ormai incapaci di educare i figli che si trasformano fino dalla più tenera età in animaletti tutti istinto e capricci.

C’è da stupirsi se un ristoratore romano ha preso il coraggio a quattro mani e ha posto all’ingresso del proprio locale un bel divieto di entrata ai bambini di età inferiore ai cinque anni? Ovviamente no, semmai c’è da stupirsi che la proibizione non sia estesa almeno fino ai 12 anni.

Quanti di voi (di noi) si sono ritrovati in un ristorante con amici per fare quattro chiacchiere davanti a buon cibo, e hanno dovuto subire gli schiamazzi dei bambini che, lungi dall’essere educati dai genitori a stare a tavola in silenzioso rispetto per gli adulti , quando va bene comunicano con urla belluine, altrimenti si aggirano fra i tavoli come fossero al parco giochi.

Naturalmente di fronte a queste manifestazioni i genitori hanno in genere tre tipi di reazione: ci sono quelli ormai insensibilizzati al chiasso, agli strilli, ai capricci che sembrano non accorgersi della sarabanda dei pargoli, e con una indifferenza degna di un santone indiano, si godono (?) la serata.

Poi ci sono quelli che invece mostrano il malcelato orgoglio di essere genitori e osservano le malefatte dei frugoletti con sguardo benevolo e affettuoso, compiaciuti delle manifestazioni di simpatica (per loro) canaglieria dei bambini. I migliori fra questi qualche volta azzardano anche una mezza scusa nel confronti dei vicini, ma naturalmente si guardano bene dal cercare di porre argine o rimedio alla devastazione sonora e  motoria dei figli. Si capisce benissimo che sono orgogliosi dei pargoli e ritengono che l’universo mondo condivida il loro orgoglio e la loro paziente sopportazione.

Infine ci sono i montessoriani ideologici: maleducati e arroganti ritengono che i figli abbiano “diritto” di disturbare il prossimo perché “sono bambini” detentori di ogni diritto, e soprattutto sono i “loro” bambini, proprietà che moltiplica in maniera esponenziale il diritto a disturbare l’altrui pace.

A quanti sarà capitato di leggere (quando va bene, altrimenti sono parole grosse e magari anche insulti) il disprezzo negli occhi di questi genitori se manifestate il vostro disagio? essi ritengono che ci sia una sorta di moratoria sulle norme della civile convivenza quando ci sono i bambini, e non si fanno remore a esercitare anche la violenza nei confronti degli altri; violenza, sì, perché di violenza si tratta, se impongono i loro figli a chi aveva preventivato una serata tranquilla in un ristorante, magari chiamando e pagando una baby sitter per lasciare i propri figli, o forse non avendone e quindi non desideroso di sciropparsi quelli degli altri.

E allora un plauso al ristoratore romano, e un grazie, ora almeno sappiamo dove andare se vogliamo passare una serata tranquilla, magari anche conversando fra amici

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