Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Jessica Pratt e Jean-François Borras in Lucia di Lammermoor - c. Pietro Parolini - Terraproject
Un boato. Quando si conclude la scena della pazzia, sicuramente la più celebre di tutta l’opera, l’entusiasmo del Teatro fiorentino è pieno e sincero. E Lucia di Lammermoor, melodramma amatissimo dal pubblico del teatro lirico, rappresenta sicuramente un ottimo inizio di una stagione peraltro promettente.
Bene ha fatto il teatro a puntare molto sul cast, affidandosi per la regia all’allestimento di Graham Vick, che ha ormai quasi vent’anni (nacque proprio a Firenze nel 1996) ma non li dimostra affatto. Si può dire anzi che l’armamentario romantico del buon Sir Walter Scott, autore della truce tragedia da cui Salvatore Cammarano ha ricavato un libretto talmente corrusco da suonare talvolta (al gusto contemporaneo) ridicolo, sia perfettamente evocato da quella gelida brughiera scozzese su cui pende una luna gigantesca; simbolo, forse non senza una punta di ironia, del notturno romantico da Novalis in poi. Notevole anche il cielo livido e coperto di nubi che nell’ultimo atto ricorda un po’ Van Gogh. Marina Bianchi riesce dunque a riprendere con efficacia la messa in scena di Vick, grazie anche ai bellissimi costumi che, come le scene (entrambi di Paul Brown) evocano un atmosfera impeccabilmente scozzese , a partire dal grande tartan usato come sipario.
Per quanto riguarda il cast, questa volta si può esprimere davvero una soddisfazione generale. Il soprano Jessica Pratt si conferma senz’altro la “regina del belcanto”. Il ruolo vocale di Lucia è del resto particolarmente significativo, poiché il compositore oscilla, per quanto la riguarda, tra un canto sillabico e “spianato”e uno invece virtuosistico, ornato e fiorito: esso deve esprimere sia il suo carattere di fanciulla virtuosa e che non si piega a basse passioni (fin dalle origini del melodramma il canto fiorito distingueva i personaggi divini o regali dagli altri), ma anche i sentimenti di angoscia e orrore, come appunto nella celebre, splendida scena della pazzia del terzo atto.
Ebbene, la Pratt, oltre ad essere di suo una interprete eccezionale, conosce benissimo il ruolo di Lucia e lo ha dimostrato ancora una volta: una vocalità limpida e pulita nell’emissione, una straordinaria facilità negli acuti, la perfetta padronanza nei trilli e nei passi di agilità. Nella scena della pazzia riesca a passare da accenti dolenti ma pacati a momenti di grande pathos e tragicità ( ohimè, sorge il tremendo fantasma e ne separa!), con una perfetta padronanza di tutti i registri.
Ottima prova e bella affermazione anche il tenore Jean-François Borras (Edgardo) per certi aspetti la vera rivelazione di questo spettacolo fiorentino. Buon interprete anche sul piano scenico, Borras è dotato di un timbro caldo e pieno; l’emissione non sarà sempre impeccabile, ma il tenore dimostra un buon fraseggio soprattutto per gli accenti drammatici e intrepidi di Edgardo, e una voce luminosa e penetrante negli acuti .
Il baritono Julian Kim, nella parte del “cattivo” baritono Enrico, è apparso a volte un po’ impacciato, ma con un buon timbro scuro e una notevole solidità negli acuti. Buone nel complesso anche le parti minori, soprattutto il basso Riccardo Zanellato nel ruolo di Raimondo. Sempre impeccabile, sia sul piano scenico che su quello vocale, il Coro del Maggio Musicale Fiorentino guidato con mano sicura da Lorenzo Fratini.
Qualche riserva, invece, sulla direzione d’orchestra del maestro Fabrizio Maria Carminati: poco attento alle sfumature liriche e drammatiche, il direttore esagera talvolta con l’enfasi e con la sonorità, dando una lettura che a volte un po’ troppo in stile … protoverdiano.
Uno spettacolo senz’altro da vedere, gustare ed applaudire.
Prossime rappresentazioni:
Domenica 27 settembre (ore 15,30)
Martedì 29 - Mercoledì 30 settembre (ore 20,00).
(La recensione si riferisce allo spettacolo di Giovedì 24 settembre, terza rappresentazione, effettuata con il cast della prima)