​Il 'grande mascherato'

Enrico IV di Pirandello, un grande ritorno sulla scena della Pergola

Repliche per tutta la settimana, orario spettacoli 20,45, domenica 15,45

di Domenico Del Nero

Enrico IV di Pirandello, un grande ritorno sulla scena della Pergola

Il “grande mascherato”. Del suo “Enrico IV”, borghese gentiluomo trasformato da una caduta da cavallo (non propriamente accidentale) durante una festa in costume nell’imperatore umiliato a Canossa di cui portava la maschera, Pirandello tace il nome. Non è un caso: tutti gli altri , il rivale che provocò l’incidente (Tito Belcredi), la donna oggetto del desiderio (la marchesa Matilde Spina, persino i quattro “servitori” hanno una identità, o perlomeno credono di averla; Lui, no. Per lui il tempo si è fermato nel momento della tragica cavalcata, in cui ha assunto l’identità di un personaggio morto da secoli in cui si era calato per gioco, e che ora, complice la follia, gli è rimasta appiccicata addosso … anche se non per sempre come vorrebbe far credere.

Difficile concepire qualcosa di più “pirandelliano” dell’Enrico IV, ma senza il peso di quel “filosofeggiare” che caratterizza altri suoi pur magistrali capolavori come i Sei personaggi in cerca d’autore. Nell’Enrico IV, l’uomo di teatro e il ragionatore implacabile,  l’artista della scena e il demolitore delle “certezze” e della “buona coscienza” borghesi coesistono alla perfezione ed è questo forse che fa del dramma, senza nulla togliere ad altri  altrettanto se non più straordinari,  il capolavoro assoluto del genio siciliano. Un’opera che è stata banco di prova di grandi attori che ne hanno dato lezioni memorabili, come quella di Salvo Randone e che viene riproposta in questi giorni (a partire da ieri) sul palcoscenico del teatro della Pergola di Firenze, per la regia di Franco Branciaroli che ne è anche il protagonista: un’edizione già sperimentata su alcuni palcoscenici e che ha riscosso ottime valutazioni da parte della critica.  Enrico IV non è pazzo” – dichiara  Branciaroli -  “è un attore che interpreta lucidamente il ruolo del re, vittima dell’impossibilità di adeguarsi a una realtà che non gli si confà più. È un ruolo che mi piace, è congeniale al mio carattere.  (…)  “L’Enrico IV si fonda essenzialmente sull’interpretazione e questo indica anche il motivo per cui non viene rappresentato di frequente: è un’opera che richiede un interprete che abbia una sua forza, un suo originale tipo di recitazione. È un testo pirandelliano, ma allo stesso tempo potrebbe dirsi perfino shakespeariano, soprattutto in riferimento ai vari toni utilizzati nel corso della vicenda.”

Molto interessante – e vera – soprattutto l’ultima annotazione. Il grande mascherato è un personaggio che può apparire un “gigante” soprattutto se paragonato agli altri protagonisti della vicenda, ma ha al suo interno anche una profonda fragilità, che si  manifesta soprattutto nel finale, nel suo cercare rifugio definitivo in quella che per lui era solo una maschera portata con lucida consapevolezza, secondo Branciaroli addirittura “spietata.”  Una chiave di lettura senz’altro affascinante che sarà di grande interesse vedere sulla scena.

In una villa solitaria della campagna umbra vive un uomo che crede di essere l’imperatore Enrico IV. Questa sua follia è iniziata il giorno in cui, durante una mascherata storica nella quale impersonava il sovrano di Franconia del 1100, è caduto da cavallo e ha battuto violentemente la testa: al risveglio era convinto di essere il sovrano. Per assecondarlo, il nipote, il giovane Marchese Carlo di Nolli (Tommaso Cardarelli), ha allestito la villa come una reggia, mettendo al suo servizio consiglieri segreti e valletti, in realtà giovani stipendiati per prestarsi al gioco. Dopo 12 anni Enrico guarisce e comprende che il Barone Tito Belcredi (Giorgio Lanza) lo ha fatto cadere intenzionalmente per rubargli l’amore della Marchesa Matilde Spina (Melania Giglio), che poi ha sposato e da cui ha avuto una figlia, Frida (Valentina Violo). Enrico decide allora di proseguire nella sua pazzia per riuscire a sopportare, in qualche modo, il dolore che gli procura la presa di coscienza della realtà.  Finché un giorno ….

Repliche per tutta la settimana, orario spettacoli 20,45, domenica 15,45.

 

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