La destra siamo noi, di Giampaolo Pansa

Titolo ingannevole: i personaggi inclinano a destra ma non sono la destra

Il giornalista sempre bravo questa volta forse si addentra in un territorio complicato che forse non conosce abbastanza

di Vincenzo Pacifici

Titolo ingannevole: i personaggi inclinano a destra ma non sono la destra

La copertina del libro

La lettura del volume di Pansa ha rappresentato una forte delusione sin dal titolo, inadatto ed improprio, che poteva e doveva essere diverso.

  Per oltre la metà delle pagine – ad essere benevoli e di giudizio largo – è andato “fuori tema” , inserendo personaggi, che “azzeccano” meno di nulla con la destra sia ideale sia politica, destra da loro, a seconda dei casi, ignorata, bistrattata, sottovalutata e discriminata. Intendiamoci, il lavoro è ben scritto, vivace e ricco di risvolti ma tanti medaglioni potevano essere riuniti in una opera muova e distinta. Si è divagato – altro aspetto da segnare criticamente – eccessivamente con storie, storielle e – si consenta – con storiacce hot etero o omosessuali.

  Si deve arrivare con la lettura a p. 269 per incontrare l’affermazione cruciale, in cui si precisa che nel libro “ ci sono storie di personaggi che hanno poco da spartire tra loro, se non un’inclinazione politica o culturale per la destra e, se vogliamo usare un’espressione più adatta, per la sinistra”.

  Dove mai hanno mostrato anche timida “inclinazione” per il settore di destra dello schieramento politico personaggi come Scelba, Fanfani, Cefis, Gelli, Bisaglia, Cefiso Evangelisti?

  Da Scelba, ad esempio, certo uomo non di sinistra, si è ripercorso l’impegno come ministro dell’Interno e le misure assunte sull’ordine pubblico ma non è stata spesa una sola parola, critica o di consenso, sulle norme varate con il MSI, norme che per anni hanno prodotto laceranti danni e creati pesanti fastidi al movimento, guidato prima da Michelini e poi da Almirante. Non una considerazione sulle intenzioni del parlamentare siciliano, miranti a demonizzare il MSI, attirando il voto dei suoi elettori, per la massima parte cattolici, timorati di Dio e delle sue leggi, sulla DC e sulle sue correnti di sedicente destra, mai veramente concrete, incapaci di incidere sulla linea del partito, da sempre nelle mani delle fazioni di sinistra. A proposito ancora di Scelba, va segnalato il comportamento più deferente usato nei confronti di Montanelli, sul quale vengono taciuti pettegolezzi sulla presunta vera paternità mentre per il primo si arriva addirittura a fare il nome del preteso genitore.

  Sembra proprio difficile inquadrare a destra sia Montanelli quanto Berlusconi. Entrambi, innamorati alla follia esclusivamente di se stessi, della propria intelligenze, delle proprie battute, dei loro giudizi, monarca il primo della carta stampata ed il secondo del proprio raggruppamento, gestito in modo autocratico, entrambiinsofferenti delle critiche e pronto il secondo a qualsiasi mossa contro i dissenzienti o anche i non consenzienti.

  Ottimi e felici, pur nei toni necessariamente antitetici, fra tutti i profili di Giorgio Ambrosoli, uomo limpido e coraggioso, ingiustamente ed immeritatamente dimenticato (quanti istituti scolastici portano il suo nome?), e di Matteo Salvini, “davvero un esemplare politico del nostro tempo: furbastro, volgare, pronto a sfidare il ridicolo pur di far parlare di sé. In lui non c’è più nulla della vecchia destra”.

  Pensare che chi rivendica la propria posizione autonomista e federalista possa essere ed essere considerato leader anche delle sparute truppe della destra identitaria, più che amaro, appare incredibile anche per il non molto del tanto, identificato e segnalato da Pansa sulla Destra siamo noi, non una controstoria, cioè una ricostruzione controcorrente, ma una rivisitazione raramente attenta alla realtà dei fatti e degli avvenimenti dal 1946 ad oggi.

GIAMPAOLO PANSA, La Destra siamo noi. Una controstoria italiana da Scelba a Salvini

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