Editoriale

Il Tg4 di Mario Giordano, o il giornalismo felice

Un notiziario che porta forte l’impronta del suo direttore: autenticità, passione, valori e cuore

Simonetta  Bartolini

di Simonetta  Bartolini

e non lo avete mai fatto, magari perché alle 19 siete ancora al lavoro, o perché a quell’ora la tv è monopolizzata dai bambini. Se non lo avete fatto perché ricordate il plurimeleggiato Emilio Fede dalle tante gaffes, vi invito caldamente a seguire il Tg4 di Mario Giordano che lo guida ormai da qualche tempo.

Mario Giordano è un giornalista di razza, di quelli che forse amano più scrivere (e lo fa benissimo) che dirigere una testata giornalistica, uno di quelli che ama il suo lavoro e lo interpreta alla maniera tradizionale:  al servizio del lettore o, in questo caso, del telespettatore.

Tutti conoscono i suoi libri di denuncia del malcostume di questo sciagurato paese, e chi li ha letti sa che non si tratta del genere in voga fra tanti colleghi adusi alla reprimenda con il ditino alzato da moralisti in servizio permanente effettivo. Giordano denuncia i disastri del nostro sistema, vorrei dire con dolore, con il dispiacere che ognuno di noi prova nel verificare ogni volta come e quanto vada come non dovrebbe.

Nello stesso modo da direttore del Tg4 ha impostato il notiziario. Ieri sera è stato esemplare al punto da consolare un poco chi lo stava guardando (pensate il paradosso!) di quel che vi si andava raccontando. Il vandalismo dei tifosi olandesi a piazza Navona, i nostri anziani in povertà costretti a rovistare fra la spazzatura per recuperare un frutto, un oggetto buttato frettolosamente ma ancora utilizzabile; e poi a Milano la condizione degli extra comunitari e ancora quella dei nostri pensionati a poche centinaia di euro al mese.

La consolazione veniva dall’assenza di facile demagogia, nessun lamento di maniera o invettiva altrettanto facile e scontata. Servizi puliti, quasi degli editoriali di cronaca (un genere bello ed efficace) nei quali, aleggiava la stessa cifra che, si diceva, propria dei libri del direttore: il dispiacere, lo sconforto, il dolore di fronte allo scempio sia della bellezza secolare nel caso della Barcaccia del Bernini sia della nostra generazione di anziani che non sono un inutile peso, ma una ricca memoria  da proteggere e tutelare. Elegante ed efficace l’accostamento fra i due servizi mandati in sequenza.

Certo, evidentemente Mario Giordano può contare su bravi giornalisti che sanno interpretare quella che in gergo si chiama la sua linea editoriale. Ma vi dirò che a me piace pensare che la cosiddetta linea editoriale sia vera autentica necessaria com-passione, nel suo significato più vero e profondo, cum pathos, ovvero sentire insieme a… condividere un sentimento, partecipare.

Vale per tutto, vale per la notizia di un atto sciagurato di vandalismo, o per lo scandalo della nuova affittopoli romana, vale per la politica di palazzo o per il disagio sociale. Occorre avere cuore (per carità niente di romantico!) valori forti, e nessuna tentazione di seguire il facile consenso che viene dall’allinearsi (a destra o a sinistra, non fa differenza) a quel che la volgarità dei tempi sembra imporre.

Ecco, Mario Giordano e i giornalisti del suo Tg4, ci regalano ogni sera un bellissimo notiziario, non perdetelo, sarebbe un peccato.

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