Cercando segnali d’amore nell’universo

Barbareschi, un mago del palcoscenico

L'attore ha ieri incantato il pubblico della Pergola di Firenze formato da varie generazioni

di Domenico Del Nero

Barbareschi, un mago del palcoscenico

Luca Barbareschi

“ Il teatro, luogo della parola, rimane per me il luogo di tutto”. Parola di Luca Barbareschi che ieri sera ha incantato il pubblico fiorentino della Pergola con il suo spettacolo Cercando segnali d’amore nell’universo. Un pubblico numeroso e di varie generazioni, che ha tributato però unanime un trionfo più che meritato. Difficile davvero descrivere un bellissimo spettacolo di un attore straordinario: si può solo vederlo, gustarlo, immergersi nella atmosfera un po’ magica e surreale che Luca sa creare. Da solo, perché questo è il grande spettacolo di un unico protagonista che si affida, appunto, alla magia della parola: come alcuni grandi maestri del palcoscenico del passato, Barbareschi ha tenuto lo spettatore inchiodato alla poltrona per due ore, che sono sembrate pochi minuti. Merito, senz’altro, anche della regia di Chiara Noschese, che ha senz’altro saputo “tenere la mano” a Luca, per usare le sue parole, con accortezza e discrezione;certo anche il sapiente gioco di luci curato da Giuseppe Filipponio  e le musiche brillanti ed effervescenti della bravissima band di Marco Zurzolo hanno dato il loro contributo a uno spettacolo veramente degno dei più grandi palcoscenici e quindi anche della nostra Pergola. Ma senza togliere nulla a loro, i protagonisti sono Luca, la sua versatilità, il suo uso caleidoscopico di una “parola” che diventa ora straordinario strumento di comicità, ora effusione di lirismo o di dolore, ora eloquenza appassionata e travolgente.

Degno erede degli antichi maestri della commedia dell’arte (che però di solito, si specializzavano in un solo carattere particolare)  Barbareschi recita un copione che sembra nascere da una improvvisazione stupefacente e spontanea, anche se si intuisce una grande preparazione e un discreto labor limae. Scritto in occasione dei 40 anni della sua carriera, è un regalo che in realtà l’attore ha fatto al suo pubblico.

In una biografia ironica e disincantata, Luca non solo riesce a calarsi in diversi ruoli, quali quelli di un padre “campione a tutti i costi” ma anche distruttore e pasticcione , di se stesso bambino e adolescente, ricordando anche altri personaggi della sua vita,  buffi e commoventi insieme; ma riesce  a far respirare, attraverso la musica, il canto e la mimica, anche l’atmosfera dei decenni passati e che hanno visto scandire le tappe della sua esistenza. Lo spettacolo è infatti recitazione, canto e mimica insieme e richiede senza dubbio uno sforzo e una tensione non da poco.  Bambino sperduto e in cerca d’affetto, adolescente pasticcione o giovane viveur (ma la descrizione di una “notte d’amore” con una affascinante e matta francese rovinata dalle intemperanze intestinali di una cena troppo ricca e troppo annaffiata è un pezzo davvero degno del miglior cabaret: si piange, ma dal ridere)  l’attore è sempre credibile e divertente, mai eccessivo o forzato.  Ma traspare anche, nel viaggio dell’attore alla ricerca del suo passato, un bisogno sincero di autenticità,  e di amore:  “ L’amore c’è, basta individuarlo. In particolare io ho sperimentato  quanto l’amore sia riuscito a cambiare la mia vita: nel mio rapporto con i figli, nella relazione con le persone che collaborano con me e con l’umanità che mi circonda tutti i giorni.”

Davvero con questo spettacolo, per usare ancora le sue parole, Luca si  prende in giro e  mette all’asta, offrendoli al pubblico, dolori e cose belle, pezzi di vita e palcoscenico intrecciati insieme: e tra i pezzi di palcoscenico ce ne sono alcuni di primissimo piano: dal discorso di Enrico V (Shakespeare) prima della battaglia di Agincourt  alla amarissima e spassionata analisi sulla Sicilia e i siciliani del principe di Salina, tratto dal Gattopardo di Tomasi di Lampedusa. Magia della parola e della  recitazione, appunto. Non per nulla, una delle interpretazioni più belle di Barbareschi,  anche sul palcoscenico della Pergola, fu quella del logopedista nel Discorso del re.

Spettacolo assolutamente da non perdere. Repliche sino a domenica, feriali ore 20,45, domenica ore 15,45. 

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