Malinconiche feste

Un triste Natale cui solo la bellezza può ridare la speranza

Tempi cupi dominati dall'incuria verso il bene, il giusto, il bello, ma forse...

di Dalmazio Frau

Un triste Natale cui solo la bellezza può ridare la speranza

Presepe di Domenico Beccafumi

Ora che l’anno finisce, quando la notte è più lunga e tarda l’alba ad arrivare i ricordi arrivano come una cavalcata di spettri e ombre mentre attendiamo la Luce.

Un anno difficile, per molti e per molti aspetti, nel quale bagliori d’allegria e di sorriso hanno per fuggevoli istanti squarciato le nubi d’un cielo di piombo.

Un paese che muore lentamente, come il resto del mondo, soffocato dall’egoismo, dall’odio e dall’ignoranza che è da sempre la madre matrigna di ogni male.

Non è necessario scomodare i Veda, le Apocalissi, il Ragnarokkr; non è più il caso di ricordare che hanno visto saggiamente e lontano Julius Evola, René Guénon, Attilio Mordini e Silvano Panunzio, per comprendere quanto sia oscura questa età. L’ignoranza, l’arroganza, la presunzione, il sapersi sempre “impuniti” ci ha condotto a tutto questo, a quella che Kipling chiamava “la diga di lance”, mentre il brutto ci travolge sono tutti troppo intenti ad avere l’ultimo modello di Smartphone.

“C’è sempre una speranza” fa dire Tolkien a Gandalf, e ha ragione in questo ma va anche detto che l’uomo oggi ha dimenticato la Giustizia, è la sua maledizione.

Eppure ancora una volta sarà Natale, quel Sol Invictus che, appunto, eternamente rinasce senza quindi poter essere mai sconfitto. Molti saranno gli stessi di sempre, altri saranno cambiati se è nella loro natura il mutamento, in peggio o in meglio chi può dirlo.

“Così è la nostra vita e il mondo, come vento e nube fugge via” canta Walther von der Vogelweide per ricordarci l’impermanenza delle cose, ma qualcosa resta, come un profumo, se la sappiamo preservare e proteggere con le armi affilate, con gli scudi robusti, ed è l’Amore e la Bellezza che crescono insieme come il rovo e la rosa, come la candela e la falena delle leggende persiane.

Sì, resta per sempre quello che abbiamo fatto, ciò che abbiamo costruito non con gli affanni della politica, ma con il bene dell’intelletto, con il canto del nostro cuore; tutto il resto non ha la benché minima importanza.


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    2 commenti per questo articolo

  • Inserito da daniele il 25/12/2014 18:07:16

    Se il link non funziona cercare: Giuni Russo Adeste Fideles

  • Inserito da daniele il 25/12/2014 17:41:25

    Cristo ci ha portato la Luce. Per chi ha dubbi: http://m.youtube.com/watch?v=Hwao7hF9Spg

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