Editoriale

Look & emergenza, Alemanno vs Gabrielli

Chi vince il confronto del ben vestire fra il sindaco di Roma e il capo della Protezione Civile

 

di  

oco Chanel amava dire: “ Vestiti volgare e vedranno solo il vestito, vestiti elegante e vedranno solo la persona."

Non vi è alcun dubbio che l’abbigliamento la dice lunga sulla nostra immagine e, piaccia o no, anche della società o lavoro che rappresentiamo.

Il sindaco di Roma Gianni Alemanno, il 6 febbraio, è stato ospite di Porta a Porta per parlare dell’emergenza maltempo su Roma e delle previsioni meteo poco puntuali che hanno portato a sottovalutare i disagi post precipitazioni.

Appena è stato inquadrato ho creduto veramente fosse arrivato da pochissimo in studio, dopo aver riposto vanga e galoches nel camerino, anzi no quelle le aveva ancora ai piedi.

Si è presentato al pubblico di Porta a Porta con giacca marrone di velluto rasato che troneggiava sopra la maglia con zip azzurra e camicia dal colore indefinito (bianca?, celeste?). I pantaloni blu, dalla piega invisibile, mettevano in risalto degli stivaletti in pelle, color cuoio, erosi sulle punte.

Al primo cittadino della Capitale non avremmo mai chiesto di presenziare con un gessato sartoriale o un vestiario da dandy consumato, ma nemmeno così sciagattato, simil versione, mal riuscita, di uno yuppie anni ’80.

Infatti, di tutti gli invitati presenti alla trasmissione, era l’unico senza cravatta e, questo, non sarebbe poi stato così grave se dalla camicia, dal colore imprecisato, non avesse fatto capolino quella maldestra maglietta della salute, evidenziante ancora di più un’impreparazione totale sulla valorizzazione della propria immagine e del lavoro rappresentato.
Ma non è solo l’abbigliamento che ottimizza il nostro aspetto in quanto  a niente serve indossare un abito di un designer di prestigio o di un apprezzato sarto, se ci si disinteressiamo dei dettagli; uno di questi è la lucentezza e la pulizia delle scarpe.
Alla mattina -di fronte alla scelta dell’abbigliamento- Alemanno, sapendo che la sera sarebbe stato ospite di una trasmissione così importante, avrebbe dovuto contemperare le esigenze di praticità e quelle di una classica e richiesta eleganza.

Sorge spontaneo il dubbio se il sindaco di Roma con il suo abbigliamento abbia voluto comunicare ai telespettatori, e soprattutto a quelli romani, la sua attiva partecipazione all’allarme tempo.

Il suo look d’emergenza è parso gravemente insufficiente, quindi comunicazione fallita.


Non tutte le persone conoscono l'etichetta nel vestire e come presentarsi nei diversi ambienti nei quali si muovono, ma oramai immersi nell'era dell'immagine, il look ha occupato un posto sempre più rilevante nelle abitudini e nelle programmazioni quotidiane, il tipo di abbigliamento selezionato condiziona la nostra vita, il nostro lavoro e perfino le nostre relazioni personali.

 

Restando in tema di precipitazioni, sciagure ed eventi catastrofici, vorrei posare la mia attenzione su Franco Gabrielli, Capo Dipartimento della Protezione Civile, per evidenziare una persona, invece, sicura -del suo look d’emergenza- in ogni circostanza.

Lo abbiamo visto dibattere e spiegare le cause della tragedia della Costa-Concordia alla fine di gennaio, con un bel maglione verde militare contrastante una semplice ma apprezzabile camicia in tinta unita. Qualche giorno fa, in collegamento da Milano, dava le previsioni del tempo e allertava la massima sicurezza con un accettabile spezzato giacca (blu)- pantalone (grigio), scarpa scura allacciata. Perfetta immagine di un uomo che conta e che cura il proprio aspetto anche nei casi di assoluta emergenza. 

Il suo look d’emergenza è ampiamente sufficiente, la sua protezione civile molto meno!

 

Sapersi vestire in ogni situazione combinando i capi d'abbigliamento in modo corretto ed eleggendo la cosa più adeguata per ogni occasione mostrerà alla fine il proprio buon gusto e trasmetterà la propria personalità accattivando l’attenzione di chi guarda e commenta. Presenziare sempre in ordine, evitando uno sfrenato individualismo o un abbigliamento troppo innovatore o rivoluzionario mostrerà meglio la forza di carattere e la personalità come nel caso, appunto, di Gabrielli.

 

Certune persone cercano di emergere attraverso il proprio modus hornatus e questo, in molte occasioni, evidenzia il nascondere complessi o problematiche dietro una maschera di frivolezza e narcisismo scomposto.

Un esempio su tutti è quello di Oscar Giannino, che alcune sere addietro ho adocchiato in una trasmissione Mediaset vestito, come al solito, in maniera bizzarra e con molti elementi accessori: fazzoletto da taschino, fiore reciso all'occhiello, spille multicolori diversamente abbinate alle scarpe, bastone con pomello d'argento....ma il suo parlare era chiaro, lineare, semplice: privo di fronzoli, insomma, a differenza del suo vestire.

Il punto focale è proprio questo, perché questo agghindarsi, il più delle volte, in maniera carnascialesca? Forse per ammantare di estro spocchioso il fisico non propriamente da Adone?

Chissà! Non mi spingo oltre…

 

Una cosa è certa: bisogna prestare particolare attenzione alle norme del vestire, specialmente, in ambito professionale.

Come accennato in precedenza, quando si sceglie il completo da utilizzare per un determinato evento, si deve essere consapevoli del fatto che esso verrà utilizzato, come accade sovente, per tutto il giorno, che lo mostreremo in uno studio televisivo o nell’ ufficio di un professionista; quindi, esso dovrà mantenersi impeccabile e consono all’avvenimento.

 

La scelta di cosa indossare dipende in gran parte dal tipo di lavoro che si svolge, dalla posizione che si ha, e dalla filosofia o anima della struttura per cui svolgiamo la nostra collaborazione.

Se una persona è sindaco di una importante città ha il dovere, oltre che l’obbligo, di rappresentare i suoi concittadini al meglio delle sue possibilità, e in esse rientra anche la cura della propria immagine come esternazione di sicurezza e autodeterminazione. Se poi è ospite in TV dovrà, ancor più, essere al meglio di se stesso quale delegato di un’ intera città e rispettare certi canoni comportamentali del bon-ton dell’abbigliamento.

Un certo Seneca ripeteva : "Quando sum Romae ego indui qualis romani” .

 

Ricordiamoci ciò che diceva, con ferma convinzione, Yves Henri Donat Mathieu Saint Laurent: "Non c'è altra seconda possibilità per la prima impressione."

 


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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da NewBalance547 il 15/11/2014 11:04:02

    Xs235New@163.com

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