Editoriale

S'ode a destra uno squilletto di ... piffero.

Si annuncia una Leopolda di destra organizzata da La Russa, ma non potevano inventare qualcosa di originale invece di andare a rimorchio di Renzi?

Vincenzo Pacifici

di Vincenzo Pacifici

Professore ordinario di Storia Contemporanea Roma La Sapiena

tre. Dopo gli straordinari successi raggiunti con l’esplosione dei consumi e con l’esplosione demografica, successive alla concessione degli 80 euro mensili (pari a 2,06 periodico euro giornalieri) e dei 100 alle neomamme (pari a 3,03 ugualmente periodico giornalieri), autentiche mance o elemosine, che dir si vogliano, il “tifoso viola” ha ottenuto un altro successo di importanza siderale, di cui Berlusconi può andare ben fiero. Solo il 18% dei dipendenti privati (quelli pubblici sono esclusi dall’opportunità perché figli di un dio minore) sceglieranno di avere il TFR in busta paga e tutto ciò mentre a settembre le ore in cassa integrazione sono aumentate del 43,86% e – altra notizia che accresce la stima e la fiducia nel “puffo toscano” – alla vigilia nel 2015 di un aumento delle addizionale comunali e regionali del 35% per un operaio, del 36% per un autonomo, del 38% per un quadro e del 41% per un dirigente.

Sabato “Il Giornale” ha presentato un articolo eloquente della macchina propagandistica, posta a protezione del boy scout da parte dei poteri forti di cui è espressione: “Lavoro, alluvioni e crolli. Per anni i democratici hanno cavalcato questi problemi per spingere il Cavaliere a dimettersi, ma il premier sta facendo molto peggio”. Se è vero che appunto da sinistra, in occasione di sinistri, si sono scatenate polemiche, volte a denunziare e a pretendere le dimissioni del presidente Berlusconi, oggi domina il silenzio assoluto, è altrettanto vero che manca dalla lista, più pesante e squalificante, il silenzio sugli incidenti di Roma provocati dagli scioperanti di Terni ed addebitati esclusivamente, quale chiare vendetta delle proteste stipendiali fatte, alle forze di polizia.

Sulla destra una notizia positiva ed una negativa: l’8 ed il 9 novembre si svolgerà a Milano una sorta di “Leopolda tricolore”, organizzata da La Russa, cui parteciperà anche Storace, che considera l’appuntamento utile per servire a capire “se si può ripartire con entusiasmo e passione”. L’indomani, il 9, Fitto organizza a Roma un incontro celebrativo del crollo del Muro di Berlino. Il personaggio si fonda su un portafoglio elettorale consistente ma ha pur sempre natali e formazione, su cui è legittimo e doveroso nutrire dubbi e perplessità.

La notizia negativa è riportata da “Il Tempo”, che raccoglie le voci di un’intesa a Roma tra gli ex-AN di Augello ed il “palazzinaro” Marchini, di origini notoriamente di sinistra, in contatto con i grillini capitolini ed esponente di punta di un raggruppamento “civico” . Anche se l’esperienza negativa di Alemanno rimane indelebile, opportunamente FdI pare scettica e restia ad una convergenza sul nome del Marchini.

"il Tempo” domenica ha pubblicato una nota, impropria per la linea classica e storica del giornale, in cui auspica “un cambio di passo” nell’azione del venditore di pignatte, azione che produrrà effetti e risultati “sin dalle prossime settimane”. In un’enfasi renzistica ad alto tasso di piaggeria il giornalista ne esalta il “carisma indiscusso” e l’”energia rara” ed annunzia che “le nuove leve dell’amministrazione cominciano a guardare al dinamismo del premier con attenzione anche perché hanno capito che lui è una macchina schiaccia sassi […], ed è pronta a consegnarsi al vincitore”. E’ questa la frase cruciale, valida in mille altri casi del passato recente e remoto: il vincitore ha gioco facile nell’attrarre e subordinare ma occorrerà vedere i risultati conseguiti e gli obiettivi raggiunti, che finora appaiono francamente scarsi ed insufficienti.

All’efficientismo reclamizzato dal giornalista del quotidiano romano risponde implicitamente Michele Ainis, che sul “Corriere della Sera” si domanda: “Ma non ci avevano raccontato che le riforme istituzionali devono precedere quelle economiche e sociali? Non si erano impegnati a liquidarle in un baleno? [….] E allora perché nessuno se ne rammenta? Perché giacciono sepolte in una bara?”. Dopo aver riepilogate le tappe incompiute e del tutto incomplete, cita una frase di Rousseau “Ci vorrebbero degli dei per dare leggi agli uomini”, per rilevare  che “quaggiù c’è al lavoro un diavoletto, che forse ha deciso d’anteporre la legge elettorale a tutto il resto. E forse il resto è un’elezione in primavera, con un sistema che presume l’abolizione del Senato, perché l’Italicum vale solo per la Camera. Dal paradiso all’inferno, ma dopotutto ci siamo abituati”.  Qualcuno che si intestardisce a contare e  a voler dettare le sorti dell’opposizione, essenziale per salvaguardare il sistema democratico, forse non ha capito la dinamica dei passi programmati

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