La giornata politica vista da Vincenzo Pacifici

Forza Italia non cambia, Bertinotti vuole superare Marxismo e Capitalismo, De Bortoli rifila un ceffone a Renzi

di Vincenzo Pacifici

Forza Italia non cambia, Bertinotti vuole superare Marxismo e Capitalismo, De Bortoli rifila un ceffone a Renzi

Non è assolutamente possibile, non è assolutamente tollerabile, non è assolutamente ammissibile che in Italia l’opposizione al governo (ma nella fase attuale è ridicolo usare il termine) si profili liberale, si presenti aperta e concretamente sia una anacronistica, scolorita ed ammaccata monarchia assoluta.

Queste considerazioni emergono energicamente dalla lettura di una intervista del consigliere politico del Cav., in cui vengono ufficializzati, non svelati, i piani di FI per le prossime regionali. Toti sostiene o meglio avverte che “Per questo tipo di appuntamento elettorale puntiamo ad una coalizione di tutto il Centrodestra con NCD, Udc, Fratelli d’Italia e Lega. Politiche di corsa solitaria indeboliscono la possibilità di battere la sinistra”, come la sinistra fosse diversa da quella con cui Berlusconi collabora amichevolmente, stavo per dire amorevolmente, per le riforme, che aspettiamo di conoscere e soprattutto vedere realizzate. Dopo avere segnato le tappe del corteggiamento in corso con il Carroccio (ma FdI non esiste o si è già asservita?), Toti afferma – e noi abbiamo trattenuto il riso nel leggere la parola “generosità” : “Ci stiamo spendendo con generosità e speriamo che gli alleati capiscano che i loro elettori prima di tutto a chiedere che il Centrodestra torni ad essere vincente”. Il discorso è apparentemente fondato ma esige un’altra lettura: gli elettori chiedono un Centrodestra vincente solo se diverso dal passato, meno cesaristico, con candidature più selezionate e più qualificate.

Il bello, come è scontato, si trova nei titoli di coda. “Per quanto ci riguarda – e per lui ma solo per lui non poteva essere diversamente – un leader ce l’abbiamo e si chiama Silvio Berlusconi e non abbiamo nessuna esigenza di confermarlo con strumenti tipo le primarie. Dopodiché, è stato lo stesso Berlusconi a dire che quando la coalizione sarà formata, discuteremo con gli alleati e non sarà esclusa la possibilità di ricorrere alle primarie ove ci sia necessità”. Così è stato stabilito alla corte di Arcore e così sarà.

Cosa diranno Salvini (anche se le sue opinioni a noi di destra non riguardano e non interessano) e la Meloni di fronte a questo atto sovrano e alla concessione irridente delle primarie ? Gli elettori, per usare il termine di Toti, hanno dimostrato di preferire e anche largamente, di fronte a programmi equivoci e candidature scadenti, al seggio la vacanza al mare o ai monti.

Prima di guardare all’articolo esplosivo di De Bortoli, in cui sono pur presenti immeritati riconoscimenti per il Pierino delle Cascine, due osservazioni su altrettanti articoli dell’organo di stampa della premiata ditta Renzusconi. Nel primo si raccolgono le dichiarazioni di Bertinotti, ad avviso del quale “serve un nuovo progetto costituente per riformare il lavoro e superare gli errori di marxismo e capitalismo”, ossia un patto tra la sinistra e i liberali. Perché allora Berlusconi non lo arruola tra le proprie schiere, al momento piuttosto sparute?

Il secondo è di enorme gravità, perché irride e calpesta il dissenso, implicitamente esaltando le schiere compatte degli yesman e dei servitorelli sciocchi. Infatti cosa può significare se non un inno alla omogeneizzazione, un titolo come “Viaggio tra i frondisti terrorizzati di finire ai giardinetti come Fini”?

   Il direttore del «Corriere della Sera» ha dedicato un editoriale al boy scout, con una apertura secca ma poi subito addolcita: “Renzi non mi convince. Non tanto per le idee [quali?] e il coraggio [mostrato dove?]”. Dopo un esagerato  apprezzamento “Renzi ha energia leonina [e con questo?”, cominciano le affermazioni pesanti “non può pensare di far tutto da solo”, “la sua squadra di governo è in qualche caso di una debolezza disarmante”, “la muscolarità tradisce a volte [non sempre?] la debolezza delle idee, la superficialità degli slogan”. Dopo l’esaltazione dell’oratoria del premier, considerata “straordinaria” (forse De Bortoli ha dimenticato i precedenti storici ed i contenuti dell’arte, non del suo scimmiottamento da avanspettacolo), arriva una bordata autentica con la richiesta di conoscere i reali contenuti del “patto del Nazareno”, “liberandolo da vari sospetti e, non ultimo, dallo stantio odore di massoneria [fosse solo quello]”.

Chi segue da spettatore le vicende politiche nazionali e magari, il lunedì sera, la serie televisiva Squadra antimafia, facilmente si sarà chiesto se l’organizzazione “Crisalide”, che nella vicenda manovra la classe politica e giudiziaria siciliana, sia stata  e sia ispirata a fatti ed uomini dell’attualità o del recente passato.

 

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