La giornata politica vista da Vincenzo Pacifici

Sulla legge elettorale bisogna dar ragione a Bersani e a Storace, i conti continuano a essere drammatici e settembre è sempre più vicino

di Vincenzo Pacifici

Sulla legge elettorale bisogna dar ragione a Bersani e a Storace, i conti continuano a essere drammatici e settembre è sempre più vicino

E’ possibile attendersi una linea operativa seria e credibile da parte di Berlusconi? No, "per la contradizion che nol consente" tra il sostegno, da un verso, al governo in riforme, come quella del Senato, quanto meno intempestiva e del tutto incongruente, e la collaborazione intensa e fitta per una nuova legge elettorale, e dall’altro con le censure alla "riforma del catasto [che] nasconde una nuova stangata" e alla figuraccia (l’ennesima e purtroppo non l’ultima) sulle pensioni anticipate cancellate di madonna Madia, collega e copia di madonna Boschi.

Fuori luogo e chiaramente strumentale la soddisfazione, meno male che non si è trasformato in entusiasmo, per la linea dura sulla responsabilità civile dei magistrati, che in realtà è di là da venire e che nella versione edulcorata, resa nota tanto per épater les bourgeois, soggetta a mille condizioni troverà assai ardua applicazione.

Non cadano sulla mia testa (oltre tutto pelata) fulmini e saette ma per la prima (e spero ultima) volta concordo parzialmente con un (ex?) comunista quale Bersani, il quale ha osservato che «se i senatori non sono eletti dal popolo, non è possibile che alla Camera restino le liste bloccate, preferirei i collegi uninominali, ma se non è possibile, non c’è alternativa alle preferenze». Il dissenso è legato alla esagerata ed immeritata fiducia nei collegi uninominali, in cui i candidati – a meno di primarie democratiche e partecipate – saranno scelti sempre nel segreto delle sedi del PD e di FI.

Esiste la voce di un possibile accordo su capilista bloccati e preferenze per gli altri, contro cui ha mosso obiezioni fondate Storace, caratterino per cento e cento versi tutt’altro che sopportabile, e sul quale i due "statisti" non nascondono le loro riserve, preferendo (con i risultati visti in casa Berlusconi) "decidere in prima persona chi saranno i futuri eletti". Che il popolo guardi ed ubbidisca!!!

Sono apparse delle anticipazioni su quanto Berlusconi dirà al dittatore (che definizione da utilizzare largamente, legittimata dalla fonte Annunziata!). Anticiperà la sua candidabilità grazie ad una assoluzione, data per sicura, da parte della Corte di Strasburgo (addio primarie!) ed in attesa il chiacchierone potrà continuare a deliziare con la sua verbosità e con le sue affermazioni vuote e banali sui maratoneti e sull’estate. Intanto i cattivoni della Confcommercio si permettono di considerare gli effetti degli 80 euro in busta paga quasi invisibili ed altri briganti, che gettano solo calunnie, hanno rilevato che l’indice PMI, che controlla l’attività nel settore dei pubblici servizi. È sceso a luglio da 53,9 a 52,8 mentre si prevedeva un ribasso solo dello 0,1.       

Berlusconi, dopo aver confezionato il capolavoro del Senato delle autonomie e della nuova legge elettorale,  - novità al limite dell’incredibile -, nutre il timore che il compare di Palazzo Chigi "inchiodato dai dati economici accantoni il cammino delle riforme per dedicarsi ai conti economici e alla quadratura dei conti pubblici". In questo caso ha già fissato per i suoi l’ordine di scuderia: "Nessun ingresso in maggioranza o al governo. Forza Italia rimane opposizione. Ma sarà un’opposizione responsabile". Tanto per intenderci, noi comuni uomini della strada, pronta al soccorso e all’intesa per gli interessi supremi della nazione.

Mentre il governo continua a viaggiare unicamente a colpi di voti di fiducia strozzando qualsiasi dibattito, ieri una sulla PA nel morituro Senato ed una sulla competitività nella Camera in drammatica perdita di dignità, appare sempre più probabile, anzi quasi certo, che la soglia per partecipare alla ripartizione dei seggi sarà fissata al 4%. Si tratta di una percentuale non facilmente accessibile per FdI, superiore dello 0,34% al risultato del maggio scorso, conseguito grazie al consistente soccorso dell’elettorato tradizionalmente di destra, colpito piacevolmente dal nuovo simbolo ma ora profondamente deluso per l’assoluta mancanza di novità sul piano della riorganizzazione dell’intera area e per la incerta linea di condotta (il discutibile vassallaggio verso la Le Pen e l’autolesionistica ed innaturale intesa invano cercata con Salvini). 

 In un articolo dello scorso gennaio Veneziani si domandava dove si fossero cacciati i 4 milioni di elettori, che votavano Alleanza Nazionale (alla Meloni ne sono mancati quindi circa 3 milioni). Dato che per scontato che non sono stati sterminati da un apparente quanto inconcludente tsunami politico, tipo Berlusconi o l’imbonitore da mercato rurale, sono in fase di attesa nei ranghi degli astensionisti, disposti a rientrare solo di fronte ad una iniziativa seria, fondata sulle idee del patrimonio storico non su quelle del riemergente Atreju, autonoma e non vassalla.

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    2 commenti per questo articolo

  • Inserito da Upinocef il 06/08/2014 19:22:57

    I vostri continui articoli contro la Meloni mi fanno pensare che stia diventando pericolosa per i vostri amici. A pensar male non si sbaglia mai!!! Mi dispiace ma Berlusconi è finito politicamente anche se l'altro furbacchione cerca di enerlo a galla per scaricargli la colpa del suo fallimento.. SVEGLIA!!!!

  • Inserito da ghorio il 06/08/2014 12:24:14

    Il prof. Pacifici "sogna", un vero partito di centrodestra. Glielo auguro, ma la sensazione è che finché re Silvio sarà in auge, perché non desidera per niente ritirarsi dietro le quinte e fare il "padre nobile", saremo sempre alle solite, con tanta frenesia per il Matteino. Questa è l'Italia , purtroppo. A leggere i libri di Storia grandi politici davvero grandi si sono ritirati: solo nella cosiddetta seconda repubblica tutti vogliono essere determinanti e si ritengono indispensabili.

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