Giocando con Orlando, alla Pergola di Firenze

Firenze: Baliani e Accorsi in coppia per Orlando

Lo spettacolo in scena, ( Repliche fino a domenica 24 novembre, orario 20,45; domenica 15,45non vuole certo essere una lettura filologica o filosofica del poema di Ariosto...

di Domenico Del Nero

Firenze: Baliani e Accorsi in coppia per Orlando

Accorsi e Baliani davanti alla locandina dello spettacolo

Sicuramente un buon gioco di squadra,anzi di coppia, eppure …  Giocando con Orlando, ideato e diretto da Marco Baliani, direttamente sulla scena insieme a Stefano Accorsi , è senz’altro uno spettacolo più che dignitoso e ingegnoso: piace al pubblico e offre sicuramente alla coppia di attori una formidabile occasione di  rivelare la propria abilità. Nonostante questo, c’è un quid, un qualcosa che non convince del tutto: forse gli improbabili e tutto sommato inutili cavalli sullo sfondo, (molto meglio quelli evocati dalla mimica degli attori)  forse le puntate di “attualizzazione”, come il richiamo alla tragedia di Lampedusa o certe velate allusioni agli odierni contrasti con il mondo musulmano, discrete  e non invadenti, ma tutto sommato poco congruenti (si perdoni la rima, ma è in … tono con lo spettacolo che della rima ha fatto davvero un cavallo di battaglia); insomma, ritorna un po’ malignamente alla mente il commento  - se è storia vera e non il solito gossip in salsa classica – del cardinale Ippolito d’Este: Messer Ludovico, dove mai avete trovato tante corbellerie ?

Forse il problema è che, malgrado tanti sforzi di buona parte della critica, almeno da Caretti in poi, di dare all’Ariosto la stessa caratura di Machiavelli e Guicciardini, anche se ovviamente da una diversa prospettiva , tali tentativi appaiono un po’ forzati e senza voler togliere al poeta estense la sua complessità e la sua grandezza, il suo poema  tutto sommato lascia oggi un po’ freddi.

Ma in fondo, lo spettacolo in scena alla Pergola non vuole certo essere una lettura filologica o filosofica del poema di Ariosto; anzi, lo si potrebbe se mai definire un omaggio, garbato ma a tratti anche giustamente irriverente: e il poeta ferrarese, che dell’ironia era sicuramente maestro, avrebbe molto probabilmente apprezzato. E mai titolo fu in effetti più azzeccato: giocando con Orlando è veramente una sorta di  gioco con uno dei tanti filoni che concorrono a formare la complicata trama del poema cavalleresco.  Giustamente Baliani, all’inizio dello spettacolo, ha ricordato che il poema veniva, oltre che letto, anche recitato davanti a un pubblico,in certe occasioni dall’autore in persona. E quindi il regista ha voluto in un certo senso calarsi nella mente dell’antico poeta: immaginare i suoi gesti, le sue cadenze e movenze, l’effetto che la sua voce poteva fare davanti al nobilissimo pubblico.  L’amore dunque è il tema privilegiato, Ruggero e Bradamante e soprattutto, ovviamente, Orlando e la bella Angelica. Ottima la recitazione,  che non si limita a riprendere le ottave ariostesche ma innova, varia e verseggia di bel nuovo con un’ arte della rima da far invidia a quella di Ariosto stesso: un vero e proprio funambolismo verbale che a tratti incanta e a volte fa decisamente sorridere e regge il gioco per circa un’ora e mezzo, senza mai stancare; non commuove, forse, se non nel finale, aperto e con una decisa punta di malinconia sul dolore e le tragedie umane che si ripetono sempre, sotto lo stesso cielo e lo stesso mare.   Efficaci ed a tratti veramente spassosi i “controcanti” di Baliani, come quando ad esempio obietta a Accorsi che sta impersonando Ferraù esclamando “Madonna Mia” che un musulmano non poteva dire nulla del genere, e dopo un breve e serrato siparietto si accordano per un decisamente più neutro “Mamma mia”.  O nell’evocare il furor amoroso dello sfortunato paladino si toccano anche temi scottanti come la gelosia e il femminicidio  ma senza calcare troppo la mano e  proprio con quella pensosa ironia che è tipica del poeta, anche se forse anche queste tematiche sono un inserto un po’ forzato da un punto di vista “filologico”, ma in fondo accettabile se per l’appunto si tratta di un gioco, peraltro reso benissimo anche sul piano della gestualità.  Ma giocando si può pure fare sul serio e soprattutto ricordare cose molto serie e anche da questo punto di vista Baliani e Accorsi hanno fatto centro.  Del resto, al loro cozzar di spade – riprodotto solo in modo mimico ed onomatopeico, ma non per questo meno efficace – ha fatto riscontro un vivace … cozzar di mani da parte di un numeroso e vario pubblico che ha decisamente apprezzato. E  quando il gioco funziona ….

Repliche fino a domenica 24 novembre, orario 20,45 (domenica 15,45). 

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