Teatro alla Pergola di Firenze

Ibsen di Lavia in prima nazionale con I pilastri della società

Martedì 5 novembre va in secna il dramma dell’individuo di fronte all’ambizione e al successo sociale

di Laerte Failli

Ibsen di Lavia in prima nazionale con I pilastri della società

Gabriele Lavia

La Pergola salpa verso la nuova stagione. Le prime mani sul timone sono di Gabriele Lavia, nella doppia veste di regista e protagonista. Martedi 5 Novembre:  I PILASTRI DELLA SOCIETÀ di Henrik Ibsen portano in scena il malessere, i tormenti, le debolezze della società borghese per denunciare la corruzione e l’ipocrisia del potere e per far emergere la verità e la libertà individuale. La rappresentazione rientra in un programma dell’asse Torino – Firenze – Roma, nell’intento di affrontare temi di scottante attualità come la menzogna sociale e la mancanza di moralità declinante.

Henrik Ibsen  (1828 – 1906) esordì a vent'anni con  Catilina (1848).  Nel 1850, con lo pseudonimo di Bryniolf Byarne, riuscì a far rappresentare Il tumulo del guerriero, di chiara impronta patriottica, concentrandosi sul passato mitico e storico della Scandinavia.

La commedia dell'amore (1862), I pretendenti al trono (1863) sono le tappe della sua maturazione: drammi in cui il romanticismo cede il posto alla psicologia e alla storia.  Cominciava a prendere forma il "personaggio ibseniano", limitato dalle proprie contraddizioni e destinato a trovare il suo peggior nemico in se stesso.

Preannunciato da I pilastri della società (1877), Ibsen “esplose” nel 1879 con il dramma in  tre atti  Casa di bambola. Protagonista del dramma è Nora Helmer, che stringe un patto illegale per procurarsi i soldi necessari a consentire al marito malato di  curarsi in Italia. Mentre Nora passa la vita a lavorare per saldare il debito, il marito fa carriera e raggiunge la carica di direttore nella banca dove lavora il creditore di Nora. Il “segreto” di Nora viene scoperto ma il marito non ha riconoscenza e parole dolci nei confronti della moglie; anzi sentendo la propria immagine infangata  la farà meschinamente allontanare dalla propria famiglia e dai figli.

Questa rappresentazione gli procurò un rilievo internazionale, arrivando così a conquistare una figura centrale nel teatro europeo.

Ibsen fornì al teatro altre opere importantissime come Spettri (1881), riguardante l'ereditarietà; L'anatra selvatica (1884) sui falsi miraggi senza i quali l'uomo comune è incapace di resistere alla pressione dell'ambiente e dei condizionamenti sociali; Casa Rosmer (1886), dramma degli intellettuali progressisti combattuti tra intelligenza ed istinto.

I Pilastri dunque segnano l’esordio della critica alla società: prigioniero di un passato che lo esclude dalla vita del presente, il Console Bernick mette in discussione la sua credibilità, il ruolo sociale e il successo personale per confessare le proprie colpe pubbliche e private. “Pilastro morale della società”, Bernick vive in realtà da oltre quindici anni una vita di inganni. Ha infatti sedotto e abbandonato una giovane che per il dolore ne è morta, e ne ha lasciato ricadere la colpa sul fratello minore di sua moglie Betty, Johan Tonnesen, emigrato subito dopo in America con la sorellastra Lona. Nel piccolo ambiente borghese in cui vive, il Console è un uomo corretto, potente e rispettabile fino a quando il rientro improvviso di Johan e Lona, lo costringeranno a confessare gli errori commessi tanti anni prima. Spinto da Lona, forse l’unica donna che lo abbia amato, confessa i suoi errori e riscatta dal tormento e dal peccato la lunga parentesi in cui è vissuto.

Nella sua ansia di verità e di libertà, Bernick esalta il ruolo purificatore dell’onestà e della fedeltà del singolo contro una società codarda ed ipocrita, dominata dai pregiudizi e dalle disuguaglianze sociali e culturali. Il valore artistico e il carattere simbolico espresso nel titolo, rendono il dramma efficace ancora oggi, nonostante le differenze e le specificità politiche della nostra epoca.

Il fulcro della rappresentazione è la libertà e la verità. . Solo la libertà di ‘essere’ è il dovere fondamentale che fa essere ‘liberamente’ veri. Libertà e verità congiunte nello stesso concetto. Nessuna verità senza libertà. Nessuna libertà senza verità. Libertà lo stesso della verità.  afferma Gabriele Lavia. Una in funzione dell’altra per realizzare una società sana e solida.

Sembra una rivisitazione del trinomio francese ‘Liberté, Egalité, Fraternité’ che si trasforma in un podio in cui solo se l’oro è quello della vera libertà e della libera verità si ha un mondo giusto e una società retta.

A quasi 150 anni di distanza dalla stesura del testo che racconta l’intreccio di calcolo politico e di ipocrisia perbenista e moralista della Norvegia, Ibsen continua ad essere di estrema attualità : «la verità è necessaria al progresso e al vivere civile? Può una società reggere e progredire senza la menzogna?

È lo stesso Lavia a rispondere a questa domanda retorica: «La società fondata sull’ipocrisia, sulla falsità, cioè su fondamenta sbagliate, è una società ‘schiava’ e non ‘libera’ dalla corruzione.

La menzogna sistematica, le ipocrisie sociali e il tentativo di negare la realtà, distruggono il mondo e sono il vero male insito nell’umanità. Ma una via d’uscita esiste;  non è casuale il grande risalto assunto da Lona, la “Donna”; dantescamente parlando, immagine figurale di cambiamento e libertà.  Lavia:   «Forse un terzo ‘pilastro della società’ può far rinascere la speranza: le donne. Tutti in questa comunità piccolo borghese hanno qualcosa da nascondere, una colpa di cui vergognarsi. Tranne le donne… forse le ‘donne’ sono il cambiamento mite che può aiutare il mondo a ‘rimettersi in sesto’».

Teatro di Roma – Fondazione Teatro della Pergola – Teatro Stabile di Torino

 

I PILASTRI DELLA SOCIETÀ

di Henrik Ibsen

regia Gabriele Lavia

traduzione Franco Perrelli

con Gabriele Lavia (il console Karsten Bernick),

Giorgia Salari (la signora Betty Bernick), Ludovica Apollonj Ghetti (Olaf), Viola Graziosi (la signorina Marta Bernick),Graziano Piazza (Johan Tønnesen), Federica Di Martino (la signorina Lona Hessel), Mario Pietramala (Hilmar Tønnesen),Andrea Macaluso (il professor Rørlund), Mauro Mandolini (il grossista Rummel), Alessandro Baldinotti (il mercante Vigeland), Massimiliano Aceti (il mercante Sandstad), Camilla Semino Favro (Dina Dorf), Michele De Maria (il segretario Krap), Carlo Sciaccaluga  (il capocantiere Aune), Clelia Piscitello (la signora Rummel), Giovanna Guida (la signora Holt),Giulia Gallone (la signora Lynge), Rosy Bonfiglio (la signorina Rummel).

scene Alessandro Camera - costumi Andrea Viotti - musiche Giordano Corapi - luci Giovanni Santolamazza

 

La tournée dello spettacolo:

  5 | 15 novembre 2013- Teatro della Pergola, Firenze  ore 20,45
20 novembre I 22 dicembre 2013-Teatro Argentina, Roma
13 | 16 febbraio 2014-Teatro Bonci, Cesena

18 febbraio | 2 marzo 2014-Teatro Carignano, Torino

  4 | 9 marzo 2014- Teatro della Corte, Genova

12 | 16 marzo 2014-Teatro Storchi, Modena
18 | 23 marzo 2014-Teatro Verdi, Padova
25 marzo | 6 aprile 2014- Teatro Strehler, Milano

 

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