I Libri di Totalità

Rassegna mensile di novità librarie. Novembre 2013

di Mario  Bozzi Sentieri

Rassegna mensile di novità librarie. Novembre 2013

POLITICA

Roberto Chiarini, Alle origini di una strana Repubblica - Perché la cultura politica è di sinistra e il Paese è di destra (Marsilio, pagg. 240, Euro 19,50)

Agli albori della Seconda Repubblica era radicata la convinzione di vivere una svolta epocale: dopo la "democrazia bloccata" sarebbe arrivata la "democrazia dell'alternanza", dopo la "repubblica dei partiti" la "repubblica dei cittadini". Cosi non è stato. A vent'anni di distanza scopriamo che la democrazia non si è affatto compiuta, che la corruzione non è stata debellata, che la crescita si è addirittura rivoltata in recessione. Cosa non ha funzionato? Per rispondere a questa domanda - sostiene Roberto Chiarini - è utile tornare alle origini della Repubblica, alla ricerca di quei tratti genetici che, se nell'immediato hanno consentito di creare dal nulla le basi di una democrazia industriale di massa, nel lungo periodo ne hanno fatto emergere gravi disfunzioni. Il libro si sofferma sulla nascita della nostra democrazia, mettendone in evidenza alcuni tratti originali. Primo: manca da sempre un "accordo sui fondamenti", per cui il gioco politico si sviluppa costretto tra due opzioni delegittimanti estreme, l'antifascismo e l'anticomunismo. Secondo: destra e sinistra sono state (a diverso titolo e con modalità differenti) sì protagoniste, ma incapaci di avanzare una propria candidatura autonoma alla guida del Paese. Terzo: resiste nel tempo una difficoltà strutturale a risolvere la stridente asimmetria esistente tra "paese reale" e "paese legale", tra una società politica connotata da una presenza culturalmente egemonica della sinistra e una società civile che funge da sotterraneo contrappeso, destinato a bloccare ogni possibile svolta politica in senso progressista. Una lettura inedita, che costringe a ripensare il passato per aprire le porte del futuro.

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Giuseppe Magnarapa, Nemico assoluto- Fenomenologia dell’antiberlusconismo militante (Bietti, pagg. 153, Euro 14,00)

Quale sarebbe oggi la percentuale di italiani disposti a parlare di Berlusconi in termini di bilancio politico o comunque con un giudizio soppesato, rispetto a quelli invidiabilmente sicuri del proprio amore o del proprio odio totale nei confronti del Cavaliere? Di sicuro, una minoranza. In questo corrosivo e originalissimo pamphlet, l'autore - noto psichiatra romano - ci guida nei meandri di un fenomeno unico nel suo genere.

 GEOPOLITICA

Daniele Scalea, Halford John Mackinder: Dalla geografia alla geopolitica  (Fuoco Edizioni & IsAG, pagg. 306, Euro  18,00)

Halford J. Mackinder (1861-1947) è stato un uomo dalle molteplici carriere:  geografo, è considerato il fondatore moderno della disciplina in Gran Bretagna;  educatore, ha creato l’Università di Reading e consolidato la London School of  Economics come suo secondo direttore; esploratore, è stato il primo uomo a  scalare il Monte Kenya, la seconda vetta africana; politico, ha seduto in  Parlamento e ricevuto diversi incarichi ufficiali, tra cui quello d’Alto  Commissario britannico nella Russia Meridionale sconvolta dalla guerra civile.  Malgrado una carriera così ricca e polivalente, Mackinder è però oggi noto  principalmente come uno degli autori “classici” della geopolitica. La sua  influenza su Karl Haushofer e la Geopolitik tedesca è ben nota, ma più o meno
tutte le scuole strategiche del mondo sono state influenzate dagli scritti di  Mackinder. Eppure, le opere su di lui sono scarse e in Italia quasi  inesistenti, sicché sovente l’autore britannico è conosciuto indirettamente per  tramite di vulgate banalizzanti. Questo libro, con l’ausilio di documenti d’ archivio autografi di Mackinder e un’attenta analisi dei suoi scritti  pubblicati, mira a colmare tale vuoto.

ECONOMIA

Sergio Ricossa, Impariamo l’economia (Rubbettino, pagg. 181, Euro 12,00)

Questo volume non è un manuale di economia. Non ci sono grafici, né espressioni algebriche o complesse equazioni. A Ricossa non è mai mancata la maestria nell’uso degli strumenti matematici. Ma qui è impegnato in un compito più profondo. Egli ci spiega anzitutto in che cosa consista il problema economico; e lo fa coincidere con la condizione di scarsità. È questa la sua prima acquisizione, utilizzata poi per misurarsi con varie altre questioni: per scardinare l’idea della possibilità di un mondo privo di economia e per gettare luce sul problema del valore, per evidenziare l’illusorietà di ogni agognato stato stazionario finale, per chiarire la funzione e l’importanza dell’innovazione e dell’imprenditorialità, per sottoporre a vaglio critico l’egualitarismo distributivo, per metterci in guardia dall’invadenza statale e dagli inganni monetari, per tentare di individuare le condizioni che rendono possibile lo sviluppo economico. Ma l’elencazione non è completa: perché Ricossa è consapevole del fatto che «lo studioso specialista, se in parte è una necessità, per il resto è una iattura». E fornisce perciò ampi squarci di quel che avviene fuori dall’economia. Il lettore viene in tal modo condotto attraverso un suggestivo itinerario, in cui le questioni economiche vengono collocate nel più generale paesaggio della vita. È un viaggio che non è di esclusivo appannaggio degli addetti ai lavori e che lo stesso Ricossa compie con il passo lieve di chi sa penetrare nei fenomeni e li sa rendere con ineguagliabile briosità e nitore espositivo. Impariamo l’economia è un mezzo di orientamento, che ci affranca da tanti luoghi comuni e che dobbiamo al generoso e infaticabile impegno di un Maestro.

TEMPI MODERNI

Vittorio Possenti, La rivoluzione biopolitica – La fatale alleanza fra materialismo e tecnica  (Lindau, pagg. 224, Euro 23,00)

La tecnica ci lusinga offrendoci l’antidestino – la vittoria sul destino biologico inscritto nei nostri geni – e la liberazione dai vincoli dell’umano. Ma a quale prezzo? Aldous Huxley riteneva che ci sarebbero voluti secoli per pervenire alla società totalmente organizzata. Pochi decenni dopo esistono invece i mezzi per giungervi attraverso una rivoluzione che mette le mani sulle radici stesse dell’uomo. L’alleanza tra materialismo e tecnica instaura infatti sull’essere umano, ormai inteso come mero pezzo della natura, il potere biopolitico (biopower), che conduce a esiti opposti, ma ugualmente inquietanti: il superamento della barriera uomo-animale da un lato e il «postumano» propiziato dall’ingegneria genetica dall’altro.I massimi fattori di resistenza sono rappresentati dalle nozioni di persona, di umanesimo condiviso, di etica libera dall’utilitarismo. Esse articolano un’idea di conoscenza e di discorso pubblico che non sono solo lo specchio delle possibilità tecniche offerte dalla scienza, ma che esprimono in pieno l’irriducibile dignità etica dell’uomo.

STORIA

Giovanni Brizzi, Il guerriero, l'oplita, il legionario -  Gli eserciti nel mondo classico (Il Mulino,pagg. 238, Euro 12,00)

La figura del legionario romano, il fante cittadino che domina i campi di battaglia dell'antichità, traduce valori che sono espressione di un profondo senso del dovere nei confronti dello Stato. A partire dagli archetipi omerici del guerriero e dall'analisi delle battaglie e degli armamenti politici, il libro segue l'evoluzione di questa figura, nel contesto degli ordinamenti militari prima greci, poi romani, cogliendo le trasformazioni di età monarchica, repubblicana e imperiale. Sono così descritti tattiche, armi ed equipaggiamenti dei legionari, nonché il loro universo culturale, politico e sociale, in un ampio quadro dell'evoluzione storica degli eserciti nel mondo classico.

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Massimo Viglione, Le insorgenze controrivoluzionarie nella storiografia italiana Dibattito scientifico e scontro ideologico (1799-2012),  (Leo S. Olschki, pagg.  132, Euro  16,00)

Sul problema delle insorgenze Controrivoluzionarie (1790-1814) nessuno prima di Massimo Viglione  ha mai condotto, ad oggi, una ricerca di  tale ampiezza, sia per la vastità cronologica (in pratica dal 1799 a oggi) sia  per la profondità concettuale del dibattito presentato. L’autore ripercorre l’intero iter storiografico di questi due secoli, con precipua attenzione al grande e anche polemico dibattito svoltosi in occasione del bicentenario della Rivoluzione Francese e dell’invasione napoleonica della Penisola.

Le tematiche e gli autori vengono presentati nella loro completezza: nella prima parte dell’opera, dalle origini risorgimentali (Cuoco, Botta, Mazzini) alle opere dei decenni del nazionalismo e del fascismo, da Croce e Volpe fino alle opere di stampo marxista dei decenni postbellici. Nella seconda viene analizzato tutto il grande e acceso dibattito degli ultimi venti anni, che ha visto scontrarsi – a volte anche con toni aspri – due scuole interpretative (quella ‘filogiacobina’ e quella ‘filoinsorgente’) e anche la nascita di una nuova differente impostazione, critica con entrambe le correnti suddette.

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Vittorio Feltri – Gennaro Sangiuliano, Una Repubblica senza patria. Storia d'Italia dal 1943 a oggi (Mondadori, pagg. 292, Euro 19,00)

"Siamo legati a una strana idea della politica. Non la consideriamo lo strumento che dovrebbe permetterci di vivere meglio, ma una religione, nei confronti della quale c'è solo fede cieca e nessuna voglia di ragionare. Si procede senza valutare il proprio interesse, comportamento tipico di un Paese che non sa cosa sia la patria, quindi si attacca a un partito, a una confessione religiosa, talvolta al calcio. Tutto, pur di non riconoscersi come popolo unico e come patria." Gennaro Sangiuliano e Vittorio Feltri ripercorrono le vicende fondamentali del dopoguerra, dalle origini della Repubblica fino alla nostra desolante attualità, per giungere a una conclusione sconfortante: l'Italia è una Repubblica senza patria, che è come dire uno Stato senza nazione, fatto di cittadini che si riconoscono solo nel proprio gruppo, che perseguono solo il proprio tornaconto. Gennaro Sangiuliano ricostruisce storicamente la cronaca degli anni fra il 1943 - dalla firma dell'Armistizio e dalla fuga del re - e gli anni Settanta del Novecento. La matrice che a suo parere unisce tutte le esperienze politiche italiane è la divisione, la mancanza di una prospettiva condivisa della Stato e dello sviluppo economico e culturale della nazione. Vittorio Feltri racconta invece gli anni della nostra storia più recente: dall'esperienza del centrosinistra di Fanfani alla strategia della tensione; da Mani Pulite alla nascita della Lega e all'avvento di Silvio Berlusconi sulla scena politica italiana.

STORIA DELLE DESTRE

Mauro Mazza – Adolfo Urso, Vent’anni e una notte – 1993-2013 – La parabola della Destra italiana raccontata da suoi protagonisti (Castelvecchi, pagg. 288, Euro 19,50)

La prima immagine risale al 1993: Silvio Berlusconi – prossimo alla discesa in politica – dichiara che se fosse stato a Roma avrebbe votato un giovane Gianfranco Fini come sindaco della Capitale. L’ultima scena è quella della notte del 20 gennaio 2013, quando Berlusconi in vista delle politiche scrive la parola «fine» sull’avventura di Alleanza nazionale, cancellando dalle liste gran parte di coloro che avevano fatto la storia della Destra. Prima ancora c’era stato il «Che fai, mi cacci?» urlato da Fini a Berlusconi in un’affollata e drammatica direzione del Pdl nell’aprile 2010.

1993-2013: in questi due decenni si consuma la parabola dei vincitori della svolta di Fiuggi. «Duellanti senza regno», come dimostrano il fallimento di Futuro e libertà e la diaspora della Destra italiana. Di chi sono le responsabilità? Quali gli errori di una generazione nata nella redazione del «Secolo d’Italia» e che ora, dopo aver assunto incarichi di governo e assaporato la gestione del potere, sembra essere tornata ai margini della politica? Attraverso un critico e dettagliato dialogo, Mauro Mazza e Adolfo Urso ripercorrono senza sterili nostalgie la vicenda politica e umana della Destra italiana, rivelando i segreti, i retroscena, gli scontri, i successi e i litigi mai apparsi sulla stampa, che hanno compromesso il futuro politico di una classe dirigente. È un’analisi disincantata sulla storia degli ultimi vent’anni, con la parabola di Gianfranco Fini, l’uomo che ha portato An al governo ma che ha perso la battaglia finale contro Berlusconi. An non c’è più ed è impensabile resuscitarla, sostengono gli autori: «È necessario un nuovo Centrodestra, che abbia forma e leader diversi da quelli del passato. Non servono reduci, ma innovatori».

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Gabriele Turi, La cultura delle destre – Alla ricerca dell’egemonia culturale (Bollati Boringhieri, pagg. 175, Euro 14,00)

Il tema di questo libro è più vivo che mai. Individualismo, consumismo, edonismo, diffidenza per l'altro e attaccamento ai valori cattolici tradizionali sono i fondamenti ai quali si è ispirata la destra italiana nell'ultimo ventennio. Con Silvio Berlusconi un nuovo blocco sociale è giunto al potere e si è mosso in aperto contrasto con quella che veniva (e viene) ossessivamente additata come "egemonia culturale della sinistra". Il percorso della destra non può evitare di ricostruire gli antagonismi e gli "scontri di civiltà" a cui abbiamo assistito negli ultimi vent'anni. La nuova destra non si è dunque legata esclusivamente al carisma del suo leader, ma ha agito capillarmente nel tessuto sociale, riprendendo temi e comportamenti che vengono da lontano e che non hanno mai cessato di esistere. Gabriele Turi ricostruisce questo percorso, passando attraverso il revisionismo storico, la riscrittura politica dei manuali scolastici, l'insistito ridimensionamento della Resistenza e la difesa militante del crocifisso nei luoghi pubblici. La crescente presenza dell'estrema destra clericale sul Web e la concomitante crisi identitaria della sinistra fanno da sfondo a questa storia politica dell'Italia recente, che vede tra i suoi attori principali esponenti politici di primo piano, giornalisti, docenti universitari e gente comune.

FILOSOFIA

Lino Di Stefano, Gentile e la psicologia  (Solfanelli, pagg. 64, Euro 7,00)


Questo saggio pone l'accento — sperando di colmare la lacuna — su un aspetto, forse, poco conosciuto della produzione gentiliana e, cioè, quello relativo al problema della psicologia. Ciò, perché se è vero che il filosofo ha redatto opere di grande valore speculativo, è altrettanto certo che pochi studiosi hanno affrontato la questione “Gentile psicologo”. Questi, grande pensatore — il maggiore del Novecento — è stato anche un insigne pedagogista, un illustre storico della filosofia, un acuto critico letterario e un dotato psicologo. E sebbene non abbia scritto un'opera specifica sull'argomento, è giocoforza riconoscere che egli in Teoria generale dello spirito come atto puro — in particolare in Sommario di pedagogia come scienza filosofica — in Difesa della filosofia e in La riforma dell'educazione, ha dimostrato, in molte pagine, la propria competenza in materia. Da lui vista per un verso, come scienza legata alla filosofia — di cui tra l'altro, insieme con la sociolog
ia è figlia — e, per l'altro, come dottrina empirica. Alcune pagine sono dedicate anche ai temi del subconscio e dell'inconscio, a dimostrazione che il filosofo possedeva una preparazione completa in

tali campi con autori citati sempre di prima mano.


LETTERATURA

Ruggero Morghe, Gabriele D'Annunzio nelle lettere a GianCarlo Maroni (1936)  (Edizioni Solfanelli, pagg. 120, Euro 10,00)

 1936. È l'anno della guerra d'Africa, dell'Agro redento, dei Littoriali e degli Agonali, mentre si celebra il decennale dell'Opera Barilla e il 13° della costituzione della Regia aeronautica. Due premi Nobel — Pirandello e la Deledda — muoiono; ad Arequipa in Perù nasce Vargas Llosa, che riceverà il Nobel nel 2010. Mussolini annuncia il piano regolatore dell'economia e la riforma costituzionale. Galeazzo Ciano è ministro degli esteri, Lessona delle colonie, Lantini delle corporazioni. Alla stampa e propaganda va Dino Alfieri, cui d'Annunzio invia tramite il fidato Maroni alcuni “messaggi”. Un altro messaggio il fante carsico pescarese invia proprio al fante rivano GianCarlo Maroni, “magister de vivis lapidibus”, collaboratore e fratelmo, il “custode del fuoco” in grado di parlargli delle vie terrestri e di quelle celate. A maggio, tramite un medium, la Duse rassicura il poeta dall'aldilà: gli spiriti non soffrono la gelosia. Il Giro d'Italia fa tappa a Gardone. Vince Bartali, premiato da d'Annunzio senza entusiasmo. «Io stimo questa pubblicità — scrive — una Calamità.»
 Prosegue frattanto la sua fitta corrispondenza con l'architetto Maroni. Ecco, nelle lettere, la costruzione di Schifamondo, il laborioso restauro della casa natale di Pescara, il dolce parrozzo di Luigi D'Amico offerto ai familiari di GianCarlo. Ecco i pellegrinaggi al Vittoriale. Dentro la cerchia triplice di mura, dove — come scrisse il poeta — «tradotto è in pietre vive quel libro religioso ch'io mi pensai preposto ai riti della Patria.»

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Renzo Giorgetti, Lovercraft e la sincronicità  (Solfanelli, pagg. 128, Euro 11,00)

 Una rete di fili invisibili avvolge la realtà costituendone la trama nascosta, un'opera d'arte che solo poche persone sanno afferrare nella sua interezza. Ogni tanto però qualche evento, qualche situazione, solleva il sottile velo di mistero, mostrando come leggi ben diverse da quelle comuni siano le vere reggitrici dell'ordine cosmico. In questo caso vi è la possibilità di scorgere i nessi più sottili che legano cose e persone, i legami reconditi che uniscono, tramite un medesimo significato, processi mentali e fisici tra di loro apparentemente separati.  Nelle opere di taluni autori la rivelazione di tali contenuti è più evidente, emergendo in numerose occasioni, più o meno volontariamente, nell'ambito dell'atto creativo.
Questo è il caso di Lovecraft che, grazie alla sua capacità di elaborazione fantastica ed al rapporto privilegiato con il mondo onirico riuscì, spesso in maniera indipendente dalla sua volontà, a mostrare le “coincidenze significative” che intessono la realtà, quei nessi non causali di cui già parlava Jung e che per millenni hanno costituito la base del pensiero magico.
 Nei racconti lovecraftiani sono molteplici queste coincidenze che, interessando luoghi, date, persone e situazioni tra le più varie, formano un quadro quantomai eterogeneo, che si compone però in maniera completa in una superiore visione d'insieme.  Sono state raccolte in questo volume le più notevoli, le più “significative”, quelle che, rimaste fino a questo momento sconosciute, saranno di sicuro aiuto per comprendere meglio sia Lovecraft che la sua arte, così come l'epoca attuale, che con quella del recente passato mantiene ancora molti tratti in comune.


FANTASCIENZA

Carlo Bordoni (a cura di) Guida alla letteratura di fantascienza (Odoya, pagg. 656, Euro 26,00)

La fantascienza ha cambiato il mondo. A partire dalla fine dell’Ottocento, quando i primi scrittori hanno cominciato a immaginare un futuro dominato dalla macchina, dalle scoperte scientifiche, da vettori capaci di vincere la gravità e viaggiare nello spazio, questa narrativa ha contribuito a costruire il futuro dell’uomo nell’era della tecnica, anticipando invenzioni, scoperte, e mettendo in guardia contro i rischi della meccanizzazione.
Ma anche la fantascienza è cambiata. Si è fatta adulta: dai “pulp magazine” da pochi centesimi, attraverso la narrativa d’intrattenimento è approdata alla “Letteratura ufficiale”, quella con la “L” maiuscola, entrando a pieno titolo nelle scuole, nelle università, nelle biblioteche e nelle cineteche; rappresentando, al pari di altre opere della creatività, l’intuizione e la complessità del pensiero umano. Oggi la fantascienza non è solo divertimento, ma anche occasione di conoscenza, critica sociale, riflessione sul futuro dell’uomo.
Per avvicinarci a questa innovativa opportunità di “vedere” la realtà con occhi nuovi, consapevoli della sua rilevanza, è necessario andare alle sue radici, non tanto scrivendone la storia, quanto presentandone i temi fondamentali e i luoghi topici sui quali si sono esercitati gli scrittori di fantascienza fino a oggi.
Ogni “voce” è autoconclusiva e si legge come un racconto a se stante, aprendo, nel collegamento con altri lemmi, una rete del sapere e dell’immaginario, con un effetto di rimandi e citazioni che incuriosisce e sorprende.

ESOTERISMO

Gustav Meyrink, Il domenicano bianco (Bietti, pagg. 290, Euro 19,00)

In una cittadina dai tratti opachi e misteriosi, Cristoforo Colombaia è chiamato dalla singolare figura del domenicano bianco a portare a compimento il lavoro dei suoi avi; si trova così catapultato in una dimensione sovrannaturale dell'esistenza, che fa irruzione nel mondo reale, sconvolgendone l'ordine. I confini tra sogno e realtà sono ormai dissolti. La sua missione lo condurrà a lottare contro la Testa della Medusa, simbolo della controiniziazione moderna e delle pseudospiritualità del nostro tempo, per riaffermare una concezione eroica e spirituale dell'esistenza. Alla trasmutazione finale potrà giungere solo attraverso la mediazione della femminilità, frutto dell'incontro tra discipline orientali e tradizione occidentale. L'Archeometro presenta uno dei classici della letteratura esoterica, riproposto nella traduzione di Julius Evola, in una nuova edizione annotata e corredata da un'appendice dedicata alla dimensione iniziatica della scrittura di Gustav Meyrink.

PERSONAGGI

Victor Rambadi, Carlo Rambaldi - Una vita straordinaria (Rubbettino, pagg. 144, Euro 14,00)

Carlo Rambaldi non è solo il “mago” degli effetti speciali, tre volte premio Oscar e papà di personaggi ormai cult come “King Kong”, “Alien”, e “E.T. l’extraterrestre”. Carlo Rambaldi è un artista che ha fatto della propria arte una ricerca continua, ossessionata, verso un’idea: è il movimento che crea emozione. Questa appassionata biografia ripercorre le tappe più salienti della sua straordinaria carriera cinematografica. Dai promettenti inizi come pittore e scultore, agli studi sull’animazione di pupazzi, ai “trucchi” per il cinema prima in Italia e poi a Hollywood, Carlo ridefinisce in modo netto e originale il fantastico mondo degli “effetti speciali visuali”, ai quali conferisce un’artigianalità e un genio tipicamente italiani, quasi rinascimentali. Le sue sculture meccaniche non sono opere computerizzate, ma veri e propri esseri cibernetici, all’interno dei quali batte un cuore umano, quello del suo creatore, capace di divertire e commuovere intere generazioni per molti anni a venire.

TENDENZE

Francesca Bonazzoli – Michele Robecchi, Io sono un mito – I capolavori dell’arte che sono diventati icone del nostro tempo (Electa, pagg. 144, Euro 19,90)

Forse non tutti gli artisti presenti in questo libro sarebbero orgogliosi di vedere la propria opera riprodotta su tazze e pantofole, ma in fondo è così che si sono conquistati l'eternità. La società di massa ha adottato quei capolavori e li ha trasformati in campagne pubblicitarie e merchandising. Così sono diventati familiari: un patrimonio pubblico e quotidiano. È come impadronirsi di una frase sentita in una conversazione e ripeterla in una situazione diversa. Come le idee sono in continua circolazione, così possono esserlo le immagini: sono di tutti e di nessuno al tempo stesso. Come hanno fatto dipinti quali "La Gioconda", "La nascita di Venere" e "L'urlo" a diventare le opere d'arte più famose al mondo? Perché "II Pensatore" di Rodin e "La grande onda" di Hokusai appaiono su t-shirt e tazze, nei programmi televisivi e nella pubblicità? Che cosa ha fatto sì che determinate immagini abbiano avuto un successo tanto straordinario da trascendere l'arte per diventare icone dell'immaginario collettivo? "Io sono un mito" racconta le affascinanti storie di trenta capolavori dell'arte, dal "Discobolo" di Mirone a "Le fils de l'homme" di Magritte, spiegando perché hanno conquistato una fama che non conosce tempo. Scoprirete come furono concepiti, come sono diventati veri e propri oggetti di culto, e come è cambiata la loro interpretazione nel corso dei secoli.

                                                                                   

CINEMA

Sciltian Gastaldi, Fuori i Rossi da Hollywood ! (Lindau, pagg 412, Euro 24,00)

Una Commissione parlamentare che inquisisce le stelle del cinema sulla base di sospetti. Processi politici senza diritto alla difesa. Incarceramenti senza prove. L'accusa: aver cercato di insinuare elementi di "antiamericanismo" nei film. Questo, e molto altro, racconta "Fuori i Rossi da Hollywood!", attraverso i verbali - in gran parte inediti in Italia - delle udienze tenute dalla Commissione per le attività antiamericane, davanti a cui sfilarono personaggi come Ronald Reagan, John Wayne, Walt Disney, Gary Cooper, Bertolt Brecht, Edward Dmytryk e molti altri. Scrive Oliviero Diliberto nella prefazione: "Ci fu, come sempre avviene in questi casi, chi apertamente si schierò con la Commissione, chi affrontò il carcere, chi rimase disoccupato, chi si uccise. Erano passati pochissimi anni dal periodo della cinematografia statunitense impegnata contro il nazismo, esaltatrice delle libertà e della democrazia, ma sembravano secoli. Il sonno della ragione generava i

suoi mostri".

UMORISMO

Marcello Marchesi, Il malloppo (Bompiani, pagg. 126, Euro 10,00)

Marcello Marchesi è stato un mago della battuta, del gioco di parole, della massima delirante. Nel Malloppo l’umorista famoso, diventato signore di mezza età, fa i conti col suo passato. E il suo passato è fatto di parole combinate in tutti i modi possibili, battute sue e frasi che lo hanno bombardato per tutta una vita come annunci pubblicitari, titoli di giornali, notizie, eventi, principi morali, proverbi e insulti. Nella sua mente queste parole si trasformano, si uniscono per dar vita a nuovi calembour. Marchesi si immagina come un anziano manipolatore di parole che, nel suo letto di sofferenza, si svuota del “malloppo” che gli affolla la mente delirante, e lo riversa in un nastro magnetico immaginario. Ma tra le parole affiorano i ricordi, i fatti, un amore di mezza età e brani di vicende infantili. Il monologo prende forma narrativa e il mago della battuta diventa a poco a poco scrittore. Un irresistibile monologo-fiume comico, patetico, dissennato, umano.

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