Editoriale

Giudice, ci Ruby la libertà

E guai ad un popolo dove sono i giudici incontrastati a governare! Giudici in Italia e banche e finanza in Europa: ecco come verremo governati se la politica viene rasa al suolo

Giovanni F.  Accolla

di Giovanni F.  Accolla

embra che alla fine ce l’abbiano fatta, gli hanno dato l’ergastolo. Che altro rappresenta se non l’ergastolo (politico e sociale) quello inflitto a Berlusconi dal tribunale di Milano? Non un processo giudiziario, ma un' opinione politica, un’idea di morale pubblica che - in virtù dell’ufficio di chi l’esercita - diviene condanna esemplare. Hanno poco da esultare i moralisti, hanno poco da compiacersi i paladini della giustizia, quelli che hanno ruoli istituzionali o semplicemente coloro che, formatisi su Repubblica e il Fatto Quotidiano, come se fossero tavole della legge, oggi pensano di assistere alla resa dei conti tra un filibustiere di professione e lo Stato. Qui, a dirla tutta, lo Stato ha perso, ogni cittadino è a rischio e chi non se ne rende conto è in cattiva fede.

Perché i problemi rispetto alla condanna di Berlusconi sono almeno due: quello politico (di per sé gravissimo) analizzando il quale si intende che, laddove non si è riusciti per la via popolare e democratica si è delegato (o si è sentito chiamato a supplire) il potere giudiziario (e giornalistico), e che alla sinistra (tanto più quella filo-procure e quella mascherata da dissenso stellato) di questo Paese nulla importa di garantire la sovranità popolare (dieci milioni di voti, per ora…), né, per davvero, le interessano delle sorti della coesione sociale è culturale di un popolo.

Escludendo Berlusconi dalla scena - l’unico politico in grado di contrastarne il potere - la sinistra crede, dunque, di poter risolvere i propri problemi anche interni, non comprendendo che verranno ancora più a galla, venendo a mancare il collante per eccellenza. E possiamo dire anche addio al maggioritario:  infatti, su che cosa si basava tale democratica chimera, spacciata per vent’anni come la panacea parlamentare, se non sulla netta polarizzazione di due schieramenti opposti, formati da berlusconiani e anti-berlusconiani? Ne vedremo delle belle, si fa per dire…

Sull’altro piano, quello della civiltà giuridica, ancora più grave dal punto di vista strutturale, di maggior durata e con effetti rischiosissimi, la condanna di Berlusconi (e i testimoni a favore tutti indagati!) apre una stagione in cui il potere giudiziario trionfa senza remore e senza trovare il più fievole dei bilanciamenti. E’ finalmente, dopo il 1992, la prima grande inesorabile, violenta e antidemocratica vittoria - già in fase di assaggio con la vicenda Craxi - di un  blocco di potere, di una casta (per dirla tutta), su tutti gli altri. E guai ad un popolo dove sono i giudici incontrastati a governare! Giudici in Italia e banche e finanza in Europa: ecco come verremo governati se la politica viene rasa al suolo.

Qualcuno mi dirà che la politica se l’è cercata e anche Berlusconi…  forse - in una certa misura è vero - ma non facciamo l’errore della sinistra. Oggi tocca a Berlusconi Silvio da Arcore, personaggio geniale, ma sui generis (criticabile ed esecrabile quanto volete), e domani?

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