Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
C'era una volta ... un guerriero corpulento e coraggioso di nome Arrigo Abbracciavento.
Non aveva paura di niente e di nessuno, eppure, in ogni guerra a cui aveva partecipato era stato sempre al fianco dei vinti.
Tra la gente che lo frequentava iniziò a gorgogliare una perfida diceria: che fosse Arrigo a portare così sfortuna agli eserciti da lui serviti?
Da allora, nessuno volle più assumerlo e quindi, dopo qualche tempo, il cavaliere non ebbe altra scelta che di lasciare il paese.
Dopo aver messo alcune provviste in un sacchetto e un po’ di vino in una fiasco di pelle, si armò con la sua fedele spada, il suo arco e tre frecce.
Cammina, cammina, dopo pochi giorni raggiunse le rive di un grande lago.
Attraversò uno stretto ponte sopra un fiume impetuoso, le cui potenti acque alimentavano il lago.
Abbracciavento, d’un tratto ebbe a fermarsi alquanto stupito: un gigantesco serpente, che sembrava addormentato, occupava tutta la lunghezza del ponte.
Dalla sua bocca socchiusa usciva una scia di fumo e qualche occasionale lingua di fiamma.
Il guerriero non batté ciglio:
- Non sarà, certamente, questa bestia a fermare il mio cammino!
In punta di piedi per non svegliare l’enorme ofide, si diresse con decisione verso l’attraversamento del ponte.
Stava per farcela, infatti sarebbero mancati due passi, quando udì una voce dietro di lui:
- Soldato, aspetta! Ho desiderio di parlare con te!
Arrigo si voltò. Il serpente era scomparso e al suo posto vide, con grande stupore, un uomo riccamente vestito.
- Sei un coraggioso -, gli disse l’uomo. - Sto cercando un cavaliere agguerrito e senza paura; quando ne scorgo uno, subito mi trasformo in un serpente per mettere alla prova il suo reale valore. Finora tutti ebbero a fuggire. Tu solo hai superato la mia prova-.
- E tu chi sei?, gli chiese Arrigo.
- Sono il re i cui domini cominciano alla fine di questo ponte. Da tanto tempo, un mastodontico drago appare nel lago e divora chiunque si metta sulla sua strada, e non si immerge fino a che non ha soddisfatto il suo appetito. I miei sudditi lasciano le mie terre terrorizzati, e queste acque sempre piene di pesci sembrano diventate dei cimiteri.
- Capisco, ciò che vuoi da me, rispose il soldato-
- Certo, replicò il re, dovrai combattere e ammazzare il drago, dopodiché potrai chiedermi tutto quello che vuoi.
- Non è che mi manchi il coraggio, ma sembra che io porti sfortuna a chi mi recluta per combattere dalla sua parte! Esclamò Arrigo, notevolmente imbarazzato. - Non mi piacerebbe se la fortuna ti schivasse per causa mia.
Il re mise una mano sulla spalla del guerriero e gli disse affettuosamente:
- Vieni con me al mio castello. L'orrore e la desolazione che troveremo lungo la strada ti convincerà che sei l'ultima speranza rimasta.
Erano arrivati quasi al palazzo quando sentirono alcune grida orrende provenire da una viuzza vicina. Il re allora impallidì e urlò:
- E’ qui, è qui, la bestia immonda è qui!
Abbracciavento, senza pensarci un attimo, andò incontro al drago che si approssimava inferocito.
La prima freccia lo colpì sul collo, causando solo una maggiore ferocia in esso.
Con la seconda freccia, lo colpì ad un orecchio, ottenendo solo la replica omicida del drago che iniziò a sputare fuoco e fiamme dalla bocca.
Pochi istanti ancora, e il drago avrebbe fatto un sol boccone di Arrigo.
- Ho solo una freccia, se fallisco è la fine…, pensò preoccupatissimo il soldato.
Improvvisamente gli vennero alla mente le gesta e le parole di un famoso guerriero, che da piccolo gli narrava suo nonno prima di andare a letto:
- … e in pochi, veramente in pochi, sanno che la saliva umana è un veleno mortale per i draghi…
Immediatamente, cosparse la freccia della sua saliva, tese l’arco è scagliò il dardo con tutta la forza che aveva verso il petto della bestiaccia.
Niente. Il drago continuò a muoversi verso di lui come se niente fosse successo.
Abbracciavento ebbe appena il tempo di buttarsi da una parte per evitare l’attacco e di estrarre la spada per tentare il tutto per tutto, quando, come d’incanto, il drago crollò a terra rantolando, e morendo subito dopo.
L'incubo era finito.
Increduli, gli abitanti cominciarono ad avvicinarsi.
Il re arrivò a lui giubilante.
Ma, il più scettico di tutti era lo stesso Arrigo Abbracciavento, che si stava chiedendo come avesse fatto ad abbattere il drago, ma anche la sfortuna.
Inserito da Vanessa P. il 21/06/2013 15:04:19
Bella con un lieto fine, cioè la fine della sfortuna e un lieto evento, coè la vittoria del soldato Arrigo!! morale...? mai darsi per spacciati senza provare fino all'ultimo...mai perdere la fiducia in noi stessi, mai permettere alle voci di corridoio di intaccare la nostra sicurezza con colpi bassi e poco vili...PERCHE' VOLERE E POTERE!!
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