Uno strano mestiere

Il ladro di emozioni

Mariolino si comportava quasi con distacco appena raggiunto il bersaglio; sembrava quasi non essere di questo mondo

di Il Raccontafavole

Ci sono molte tipologie di lavori: chi fa l’avvocato, l’imprenditore, l’ortolano, il gestore di bar…

E c’è chi si è imposto come proprio mestiere quello di studiare le emozioni degli altri.
Mariolino Spigai si acquattava dietro i platani di quel giardino meraviglioso e si metteva in cerca, con lo sguardo, delle espressioni nei volti di quelle persone indaffarate, nel tentativo di rintracciare una qualche manifestazione della loro vita.

Lentamente, dopo aver individuato il soggetto, gli si avvicinava con levità e osservava i suoi occhi, che inconsapevoli lo rimandavano al cuore, e quivi decideva cosa sottrarvi.
Alcune volte in po’ d’amore, altre il forte battito di un innamorato; certune altre, delusione o frustrazione.

Mariolino si comportava quasi con distacco appena raggiunto il bersaglio; sembrava quasi non essere più di questo mondo.

Era il suo particolarissimo modo di sentirsi ancora vivo, cercare nei volti della gente sensazioni diverse da quelle di tutti i giorni, da quelle di tutti gli individui, ma ogni benedetto dì era sempre la stessa storia: amore, dolore, piacere, tristezza, noia, passione, invidia, baldanza…
Quella domenica, invece, sicuramente per il maestoso temporale che aveva scompaginato piante e fiori, nell’abbassare la testa, vide la sua immagine riflessa in una pozzanghera e, delusione delle delusioni, si rivide in quei volti che tutti i giorni selezionava e scrutava con attenzione.

Fu da questo evento che decise di cambiare mestiere e di riferire, al suo migliore amico, che esso gli era divenuto, a tal punto, veramente insostenibile.

Ora, se passiamo da via Cavour, possiamo vedere Mariolino Spigai tutto affaccendato che serve cappuccini al Bar dello studente, non molto distante da casa sua.