Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Justin Penbrook, era un ricchissimo politicante inglese che, grazie a suoi loschi intrallazzi e ingenti entrate di denaro al nero, aveva messo in piedi una ricchezza spropositata.
Un giorno assunse nel suo dipartimento un brillante giovane, Dan Ferrys, ben istruito e di una certa eleganza nel vestire.
Justin prese a ben volere questo giovanotto intraprendente e acculturato, soprattutto perché all’interno della sua famiglia non transitavano quotidianamente grandi geni, anzi il livello intellettivo era molto limitato, per non dire assente.
Aveva una moglie alcolizzata, almeno così raccontava la nuora, e un figlio di una stupidità così grande pari, solo, alla sua estrema gelosia.
Un nipote di nome Emmanuel, completava l’allegra congrega famigliare.
La nuora degenere, grande puttana che avrebbe scopato il mondo intiero -bastava avesse la forma del pene-, e il figlio, senza la minima istruzione e con il dente sempre avvelenato per la sua pochezza intellettuale davanti agli altri, gliene combinavano di cotte e di crude.
Quando ne avevano l’opportunità, e ne avevano molto spesso, facevano la cresta ai soldi incassati al nero grazie a questo o a quel piacere fatto con “sol gesto amorevole, così per dare una mano a chi ne ha bisogno”, amava dire il non più giovane Penbrook, ma -guarda la combinazione- le persone a cui donava un po’ della sua bontà e delle sue conoscenze erano sempre facoltosi imprenditori, ricchi possidenti e politici di risaputa fama.
Praticamente, ad ogni favore corrispondeva una cifra da donare misericordiosamente a un centro assistenziale, altra coincidenza, intestato alla moglie Rebecca.
Nonostante tutto, Dan, si inserì alla grande in quel devastante nucleo familiare, anche perché venne a sapere proprio da ultimo che personcine fossero i Penbrook.
Dopo un periodo di tempo, in cui la nuora Therese e il figlio Ted, si comportarono da veri amici verso quello che loro, in realtà, definivano un intruso, cominciarono a tessere la tela per un inganno infernale, aiutati da un poliziotto amico di casa e da altre autorità miseramente al soldo della famiglia Penbrook.
Lo fecero accusare con meschine macchinazioni di truffa, estorsione, furto e via dicendo, introducendo nel suo ufficio documentazione mai sfiorata o vista da Dan Ferrys.
In men che non si dica fu fuori dal dicastero e dentro a un carcere completamente innocente.
I due stupidi, ma demoniaci, parenti di Penbrook convinsero l’uomo a non fidarsi mai più di quell’elegante damerino e non permisero che potesse riparlarci per la paura che l’anziano trafficante scoprisse l’inganno perpetrato ai danni del suo ex-pupillo.
Un avvocato che si finse penalista per agguantargli più soldi che poteva, e una procura completamente condizionata dalle infide bugie e calunnie degli accusatori, sostenuti anche dalle forze dell’ordine, penalizzò il non colpevole Ferrys a 3 anni di carcere.
AL processo di appello, però, venne fuori la verità che già doveva essere limpida come una polla di acqua cristallina dal momento che mai, gli inquirenti, ebbero a trovare alcunché di quello che gli era stato addebitato.
Conto corrente pulitissimo, nessun altro all’estero come invece avevano i Penbrook, e la certezza assoluta, da parte del nuovo legale di Dan, della completa estraneità ai fatti del suo assistito.
Inserito da cinzia il 20/05/2013 16:52:55
Raccontafavole quando dividi i tuoi racconti in puntate mi viene una rabbia... Quando la seconda e spero ultima puntata di questa vergognosa famiglia?
Inserito da aldo il 20/05/2013 16:49:52
Credo abbia ragione Angela, questa caro Raccontafavole è una fiaba che rasenta da molto vicino la realtà, la realtà di una persona colpita nel profondo, ferita e umiliata e calpestata oltremodo. Devi sapere, e un raccontafavole lo sa, che ruota della sventura si fermerà su coloro che avranno danneggiato così profondamente un'anima pura.
Inserito da Angela il 20/05/2013 16:42:10
più che una favola è sicuramente una crudelissima realtà , un abisso in cui può cadere solo una persona onesta che non può intuire da subito , le presenze demoniache che dominano molti potenti ladri e assassini di anime. spero di leggere nella seconda parte una giusta condanna dantesca del contrappasso.
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