Storia e eleganza

La ricercatezza dell' uomo in paltò

il cappotto è servito anche come modo per differenziare le classi sociali (I parte)

di LORD BRUMMELL

La ricercatezza dell' uomo in paltò

Il paltò, passepartout dell' uomo elegante

La fine dell’estate e l’inizio dell'autunno sono i momenti perfetti per organizzare quello che sarà il nostro guardaroba dell’inverno.

Pur sapendo che un buon guardaroba richiede tempo e notevoli somme di denaro, ci sono dei capi che, in esso, non dovrebbero mai mancare. Anche se non è l'oggetto di questo mio articolo stabilire cosa dovrebbe essere presente nel proprio armadio, voglio fare riferimento al prodotto d’abbigliamento che, dopo una selezione di ottime scarpe, è la base di ogni gentleman elegante: il cappotto. 

Una volta che il nostro guardaroba è certo di contenere un elegante oxford blu-navy con cucitura prussiana (paltò per eccellenza), è tempo di pensare agli altri indumenti presenti in lista. Sicuramente ognuno di noi ha almeno un vestito a cui rivolgersi in caso di necessità. Comunque, io non sono così sicuro che tutti noi possediamo, all’interno di quest’alto contenitore, un cappotto come Dio comanda. Come abbiamo già sentito più volte, è certo che, come la società, anche il clima sta cambiando.

Sta diventando sempre più raro, almeno nelle grandi città, andare a lavorare a piedi o notare termometri con temperature sotto lo zero. Questi, sono apparentemente i motivi che hanno trasformato l’uso del cappotto in qualcosa di poco più di un oggetto testimonial.

Disgraziatamente oggi l’impiego del paltò, come indumento caldo, ha un’interpretazione molto diversa da ciò che aveva rappresentato fino a pochi anni fa. Se dieci, quindici anni addietro, fu il turno di un famoso giaccone verde proveniente dal Regno Unito, che molto tempo prima veniva utilizzato solo per sport come la pesca, caccia o equitazione, ora è il momento della giacca imbottita  progettata per il motociclismo. Dopo aver visitato grandi città italiane, mi chiedo come mai ci siano così tante persone che indossano giacconi da centauri, nonostante il numero delle macchine sia molto superiore. Tutto ciò non quadra. Sinceramente preferisco quei signori che si recano in ufficio con eleganti soprabiti dalle perfette rifiniture che certuni con queste giacche dai colori circensi. L’unico vantaggio è che avremo, certamente, meno difficoltà a individuare il nostro cappotto fra quelli parcheggiati negli armadi di molti ristoranti e locali.

Mi risulterebbe molto strano che sotto ad un cappotto di Barba o Michele Negri, il suo proprietario non vestisse capi all’altezza di esso. Ma sotto quei giacconi, definiti alla moda, tutto è possibile.
Il laissez-aller imperante nella nostra società fa sì che, anche in luoghi raffinati per eccellenza come il teatro, l'opera e così via -per la ricerca unicamente della comodità e la caccia alle tendenze del momento-, si lascino da parte le buone maniere e l’autentica eleganza. 
Il cappotto può essere utilizzato in diversi modi. Come Bernhard Roetzel ha dichiarato, nel suo libro Il Gentleman, “la funzione protettrice del paltò può essere intesa anche in senso figurato. Rappresenta l’involucro che ci protegge da un ambiente a volte ostile, ed è una barriera tra il mondo esterno e noi. Tutti noi abbiamo provato la sensazione di non volersi togliere questo indumento in certi posti poco piacevoli o in cui ci sentivamo a disagio”.

Da quando si è iniziato a portare, . Di solito la persona che aiutava un altro a indossare il proprio paltò era, sempre, di una classe sociale più bassa. Oggi, questo gesto è sempre meno frequente, ma, senza dubbio, è ancora un bel cenno di attenzione.

Il soprabito, come dice la parola, è stato pensato per essere messo al di sopra di tutti gli altri indumenti, in particolar modo sul vestito o, in maniera più sportiva, su un paio di pantaloni uniti ad un maglione. Nel suo design architettonico purista, dovrebbe estendersi sotto il ginocchio e avere un peso sopportabile per chi ci si avvolge. Non dobbiamo dimenticare che anticamente i capi d’abbigliamento, quali il cappotto, erano molto pesanti a causa dei tessuti utilizzati per il suo confezionamento. 
Per chi crede che vestire oggigiorno un paltò tanto lungo non abbia più senso, può sempre optare per una finitura tipo topcoat: arrivano al ginocchio e sono di materiali più leggeri.

L’overcoat, come molti degli abiti che indossiamo oggi, ha la sua primitiva origine in ambito militare. Il termine "cappotto" è una delle prime parole relative alle collezioni di abbigliamento nel dizionario britannico. Infatti, nel XVII secolo, era solitamente usato dai militari e normalmente metteva in rilievo il ceto di appartenenza di chi lo portava. Innumerevoli ritratti mostrano Napoleone a cavallo con un cappotto grigio. Tuttavia, fu durante il regno della Regina Vittoria che si concretizza la forma e lo stile particolare del paltò che, con temporali modifiche, è arrivato ai giorni nostri. I cappotti sono stati gli indumenti pesanti che i soldati utilizzarono anche oltre la fine della seconda guerra mondiale. L'esercito russo lo ripropose, altresì dopo, per proteggersi dai loro inverni freddi. Oggi ci sono indumenti molto più leggeri e confortevoli, che forniscono una migliore protezione contro il freddo, la pioggia e la neve, e che mortificano totalmente l’uso del cappotto in battaglia.

Continua....



Nella seconda parte i cinque cappotti più famosi al mondo.


Piaciuto questo Articolo? Condividilo...

    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da piero-44 il 25/11/2011 17:26:33

    Che classe, voi di TOTALITA'- Grazie di cuore

Inserisci un Commento

Nickname (richiesto)
Email (non pubblicata, richiesta) *
Website (non pubblicato, facoltativo)
Capc

inserisci il codice

Inserendo il commento dichiaro di aver letto l'informativa privacy di questo sito ed averne accettate le condizioni.