Calunnie e doppiopetto blu

Amanita Phalloides, il fungo più velenoso di tutti

Peter, equiparò Steven e Elizabeth a miceti tossici che si presentavano profumati e accattivanti (Cap. 13)

di  

 Amanita Phalloides, il fungo più velenoso di tutti

L'Amanita

L’interrogatorio di Peter era proseguito con domande sempre più incalzanti alle quali egli aveva risposto senza esitazione alcuna pur accorgendosi che più lui mostrava le prove della sua innocenza a qualunque accusa, meno i due poliziotti prestavano attenzione limitandosi a fare spallucce e risolini di scherno.

Nonostante il fastidio di fronte all’atteggiamento dei due, Cummings aveva pazientemente spiegato nuovamente che quella documentazione era stata creata per tamponare i pasticci con le donne di Mr. David Harold. I dollari, che l’anziano avrebbe dovuto pagare, mai erano stati intascati da chicchesia, anzi alcune volte, quando Roughoaks aveva in mano i contanti, Peter gli suggeriva di depositarli in cassaforte, in quanto non ne aveva più bisogno. La combinazione della cassaforte Peter non la conosceva, ma altri sì!

Sembrava che Bovaro e Miller fossero stati preparati a questo interrogatorio, gli fosse stato detto di non credere a niente di ciò che avrebbe argomentato Cummings, insomma ascoltare tutto senza credere a niente, neppure all’evidenza.

Peter, dal canto suo col passar del tempo, aveva cominciato ad avere delle strane sensazioni, dei brutti presentimenti; si rendeva conto che le sue parole risultavano, per i due, quasi vaneggianti, prive di realtà, senza senso. Un sano terrore lo aveva cominciato a percorrere dalla testa ai piedi, bruttissime prospettive gli balenavano in mente.

Spiegò allora la rabbia che nutrivano Elizabeth e Steven nei suoi confronti, l’amicizia che lo legava al povero Donald, l’inaspettato comportamento di Mr. e Mrs. Roughoaks, il fatto che avevano creduto a tutto quello che gli avevano raccontato figlia e genero, ma soprattutto aveva cercato di far capire che già da tempo si era reso conto dell’ astio che Tick e la moglie provavano per lui, della forma servile e subdola che ostentavano nei suoi confronti. Per farsi meglio capire li aveva paragonati all’ Amanita Phalloides.

L’Amanita è il fungo velenoso per eccellenza, le amanitine che lo compongono provocano una mortale necrosi delle cellule. L'avvelenamento con questo tipo di fungo è caratterizzato da un lungo periodo di latenza (dalle 6 alle 48 ore) durante il quale l’ incauto consumatore non accusa alcun sintomo. I primi indizi si hanno all'improvviso sotto forma di dolori addominali, vomito persistente, arsura molto accentuata e dissenteria. Se lo sfortunato riesce a sopravvivere a questa prima fase, può sperare anche in un miglioramento, ma a questo punto segue generalmente una rapida e consistente perdita delle forze, accompagnata da un’ inquietante insonnia. 


La morte solitamente arriva nelle 48 ore successive all’ingestione del fungo, nella maggioranza dei casi per progressivo e irreversibile danno ai reni, al fegato, ai muscoli e al cuore. Questo malessere però può durare anche 6-7 giorni per gli adulti, 4-5 per i bambini. Trascorsi due, tre giorni dall’ultimo stadio, prendono campo itterizia e cianosi, con brusco e inaspettato abbassamento della temperatura corporea. Da qui al coma, accompagnato da convulsione, il passo è breve quindi la morte, l’eventuale autopsia rivelerà che la necrosi del fegato e dei reni è la causa primaria di mortalità per questo tipo di avvelenamento.

Sì, Peter, equiparò Tick in the skin e Elizabeth a funghi velenosi che si presentavano profumati e accattivanti, ma che, non visti, preparavano il campo, dopo una perfida latenza, ad un avvelenamento progressivo e vendicativo. Cercavano di intossicare la reputazione di Peter in ogni sua forma di lealtà e fiducia, di stima e onestà, fino a giungere all’atto finale dell’annientamento completo della persona: un trapasso dolorosissimo che annientasse l’anima e la mente.

I due poliziotti si guardarono stupiti, intuendo che forse non era tutto oro colato quel che era uscito dalle bocche dei due coniugi, forse Cummings aveva la sua verità, tutta da verificare d’accordo, ma intanto Miller e Bovaro venivano sfiorati -per la prima volta- dal dubbio, dall’ incertezza e dal desiderio di sentire altre testimonianze da parte di Peter.                                          


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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da PIERO-44 il 24/11/2011 17:38:41

    Che mascalzoni, quei due!

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