Comitato direttivo
Giovanni F. Accolla, Franco Cardini, Domenico Del Nero, Giordano Bruno Guerri, Gennaro Malgieri, Gennaro Sangiuliano, Mirella Serri, Marcello Veneziani.
Oscar
In una piccola stanza, il vecchio Oscar sonnecchiava su una sedia, con la testa appoggiata al muro, e la bocca aperta.
La notte era più vivace del solito: si sentivano urla provenienti dal vicino
stadio, rumore di traffico più disordinato e forte del normale.
I rumori, d’improvviso, terminarono e l’uomo si svegliò.
Oscar sbadigliò e si passò le mani sul viso, guardò fuori
dalla finestra mentre il frastuono riprendeva aumentando ancora.
- Cosa c'è di sbagliato in questa città maledetta?, brontolò dentro di sé
il vecchio mentre si versava del caffè.
Con la tazza in mano, si avvicinò nuovamente alla finestra, e l’aprì per prendere
un po’ d’aria.
Un gruppo di persone stava correndo per la strada, e dietro di loro c'era un’altra
serie di individui.
Quando il secondo gruppo passò davanti alla finestra, Oscar osservò che molti di loro erano orribilmente feriti; fatalmente feriti, troppo per camminare a quel ritmo.
Alcune auto cercavano di farsi largo tra la moltitudine di
perseguitati e persecutori, dando strombazzate e frenando continuamente.
- Ma che diavolo sta succedendo ...! – gridò l’anziano completamente
stupito dalla situazione.
- Quelle persone dovrebbero essere morte con quelle ferite e quei pezzi di carne che perdono dai loro corpi!, esclamò adesso impaurito.
Infatti, erano zombie!
Di sotto, qualcuno correva urlando come un pazzo:
- I morti si sono risvegliati! I morti ...!
Quelle parole e ciò che vide, lo riempirono di terrore, dal momento che era il
custode dell’obitorio.
Il vecchio, si era dimenticato di chiudere con il lucchetto la porta…
Intanto, cominciò a sentire pesanti passi che stavano raggiungendo il suo appartamento…
Paese che vai...strega che trovi!!!
Appena scendeva il sole, le persone del Paese di Roccafonduta correvano, in tutta fretta, verso le loro case. Le abitazioni erano separate da orti e coltivazioni di grano, e il luogo era circondato da alte montagne dalle cime bianche, all’interno delle quali vivevano da secoli neri e inquietanti boschi.
Le case erano collegate da angusti sentieri, trebbiati dal passo delle capre, e le notti, questi percorsi erano pattugliati dagli uomini più giovani e forti di Roccafonduta, i quali tenevano in mano torce e attrezzi da lavoro che gli servivano anche come armi di difesa.
Una strega, infatti, stava imperversando in quella zona da anni, e le sue risate riecheggiavano nelle notti gelate e tenebrose, mentre i bambini e i genitori rimasti in casa tremavano nei loro letti.
I cani da guardia alzavano i musi verso il cielo, ululando.
In una di quelle infinite notti, Fremaldo non riusciva a prendere sonno, e decise di alzarsi, spiando attraverso una fenditura che si formava tra i legni della finestra, per vedere cosa stesse succedendo fuori.
Riuscì però solo a vedere una minima parte del paese: l'angolo di un campo di grano, le tre case vicine, e avanzando lentamente, il fuoco delle torce dei vigilanti, e dietro a tutto, la sagoma di una montagna, la cui cima splendeva sotto la luna piena.
Quando guardò verso il cielo, vide passare volando la strega; era seduta su una sedia strappata con le forze ad uno degli abitanti divorato il giorno prima, e lievitava dal basso all’alto continuamente, in maniera circolare così da controllare tutta la borgata.
Fremaldo, a quella visione si allontanò dalla finestra terrorizzato e con il cuore che batteva a mille, anzi di più.
La sua proverbiale curiosità però ebbe il sopravvento ancora una volta, e tornò a sbirciare attraverso la fessura, rimanendo paralizzato perché vide il volto della strega quasi appiccicato alla finestra.
Essa, dalle sembianze orribili, puntò il dito verso Fremaldo e si leccò le sottili e screpolate labbra rugose.
Ma la strega, tuttavia, non vide che i vigilanti si erano avvicinati, e quando girò la testa verso di loro, un'ascia iniziò a solcare l'aria, descrivendo un semicerchio, che terminò la sua traiettoria solo dopo l’impatto con la testa della strega, che rotolò rumorosamente a terra, continuando però a urlare e inveire contro gli uomini che l’avevano decapitata.
Anzi, il suo corpo proseguì a muoversi, tirando manate all’aria e cominciando a inseguire i suoi giustizieri con le braccia distese.
Un altro colpo di ascia partì violentissimo e la divise in due, dopodiché il silenzio assoluto.
Quella notte un fuoco cominciò ad ardere impetuoso, con i resti della strega maledetta.
All’alba l’intiero paese stava ancora festeggiando la morte
della diabolica incantatrice quando, Fremaldo con la coda dell’occhio notò
qualcosa che si spostava da un ramo all’altro di una immensa quercia… le
sembianze erano quelle di…ma no! Era solo il troppo vino ingurgitato…
Inserito da emanuela ricci il 19/02/2013 19:11:47
pensando agli zombi mi vengono i brividi!! e la strega...meno male che non si è materializzata! sennò povero Fremaldo! si anche io abito ontano dal cimitero......
Inserito da Loredana il 19/02/2013 17:52:18
...una strega cattiva e pure zombie! Meno male che abito lontano dal cimitero...
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