Cultura a pezzi

Maggio Musicale fiorentino commissariato, Renzi ha rottamato anche (solo) quello

Il sindaco non difende la sovrintendente da lui fortemente voluta che pure è stata brava e si era opposta agli sprechi e ai privilegi esagerati

di Domenico Del Nero

Maggio Musicale fiorentino commissariato, Renzi ha rottamato anche (solo) quello

Matteo Renzi e Francesca Colombo

E dunque ci siamo. Il Maggio Musicale è stato commissariato, i trionfalismi di Matteo Renzi si sono rivelati l’ennesima bufala, l’ennesima prova che il grande rottamatore è soprattutto un solenne bluff.. Ma Renzi bluffa male, perché nel piatto non ci sono solo le sue ambizioni: in questo caso c’è un pezzo di storia della cultura italiana che rischia, anche questa, di rimanere solo un ricordo del passato.

Fa male leggere in questi giorni cose allucinanti, del tipo “ la lirica costa troppo e quindi sarebbe bene sopprimerla, anche perché è solo un fenomeno di nicchia.” Giustissimo, certo; allora  sulla base di questo ragionamento si potrebbero tranquillamente sopprimere musei con reperti magari preziosissimi, solo perché l’affluenza del pubblico non è oceanica.

A parte il fatto che è alquanto discutibile che l’opera lirica sia solo un fenomeno” di nicchia”, non si dovrebbe dimenticare che essa costituisce uno degli esiti più straordinari della cultura europea per ben tre secoli, tra il Seicento e il Novecento. Condannare al silenzio il melodramma significherebbe far tacere Rossini, Puccini, Verdi, solo per parlare degli italiani.  Semplicemente inconcepibile. Ma questo, certo, non può giustificare sprechi allucinanti: non si capisce perché in altri paesi la cultura riesca ad essere un affare, mentre in  Italia sin troppo spesso si rivela un lusso dispendioso su cui fin troppi ingrassano e non sempre (anzi raramente) chi potrebbe se non altro meritarselo.

E’ difficile dire se Renzi  conosca la differenza che passa tra la musica classica e il  ballo liscio e soprattutto se abbia davvero compreso l’importanza che una istituzione come il  Maggio Musicale Fiorentino riveste per Firenze. Solo una paio di mesi fa, tra un camper e l’altro, annunciava che ormai era prossima la consegna definitiva del nuovo teatro e parlava come se i problemi del Maggio fossero risolti o in via di risoluzione. Ora sappiamo che la realtà e ben diversa, come peraltro in molti dicevano da tempo.

Non è nostro compito dare un giudizio sull’operato finanziario di Francesca Colombo, la sovrintendente appena sfiduciata dal ministero e fortemente voluta da Renzi che oggi non sembra esattamente farsi in quattro per difenderla.  Possiamo parlare di note  ma non di … notule, di palcoscenico ma non di finanziamenti; a ciascuno il suo.

Quello che si può dire è che sicuramente non ha trovato una situazione facile e che, perlomeno a livello di qualità degli spettacoli, è riuscita in qualche modo a risollevare le sorti del festival.  Il maestro Zubin Mehta, che  “forse” di queste cose se ne intende, l’ha del resto definita uno dei sovrintendenti migliori da quando è approdato al Maggio ( vale a dire dal 1969; con il suo solito humor il maestro ha dichiarato di essere “sopravvissuto” a ben dieci sovrintendenti!) . Da un lato si parla, soprattutto da parte dell’opposizione,  di un deficit di oltre 14 milioni di euro, di cui solo tre nel 2012; dall’altro la Colombo, che definisce il commissariamento “ come una gettata d’acido in faccia” e parla di complotto politico ai suoi danni, sostiene di avere messo strutturalmente il Maggio in pareggio, e in una conferenza stampa mostra dati e cifre che però altri (ad esempio i sindacati e in particolare la CGIL con cui non è mai stata in … sintonia) ritengono poco attendibili.

Sicuramente, specie in un momento di crisi come questo, il problema finanziario non si può liquidare con poche battute: La procura di Firenze ha aperto un fascicolo e avviato un’indagine sui conti del Maggio anche se per il  momento non ci sarebbero indagati né i magistrati avrebbero formulato ipotesi di reato.

Intanto il vispo Matteo assieme al suo vice Dario Nardella olim musicista  ha avuto un “cordialissimo” colloquio con il ministro dei Beni Culturali Lorenzo Ornaghi, discutendo “sul profilo della persona da scegliere, convenendo che dovrà trattarsi di qualcuno che sappia gestire tra l'altro la delicata questione sindacale dell'ente, (dimenticando forse la sua assoluta non renitenza a firmare i licenziamenti; n.d.a.)  nonché le procedure per l'acquisizione, da parte della fondazione, del nuovo Auditorium.” [1]  Renzi avrebbe assicurato al ministro la massima collaborazione ma questa sembra una costante del sindaco rignanese prestato a Firenze, che del resto aveva praticamente imposto la Colombo garantendone la piena affidabilità, sebbene essa non avesse una grandissima esperienza in materia di amministrazione di teatri. I dati da lei diffusi nella conferenza stampa del 23 gennaio evidenziano ad esempio grande attenzione agli straordinari, all’assenteismo, all’abolizione di orari ad personam e criteri meritocratici, oltre che ad un attento rilancio “manageriale” con iniziative quali  l’incremento della produzione artistica, una più attenta presenza sul territorio e un inserimento delle tournees del Maggio nei più importanti circuiti internazionali.  Ma c’è chi contesta tutto questo e sostiene che invece la gestione della Colombo sia stata fallimentare sotto tutti gli aspetti o quasi.

Difficile però obiettivamente negare che un innalzamento della qualità degli spettacoli c’era stato, anche se poi certo resta il difficile e scabroso capitolo finanziario su cui chi di dovere dovrà far luce. Ma se in questa vicenda tristissima c’è un fallimento, questo è prima di tutto di un sindaco che ha fortemente voluto un sovrintendente per poi abbandonarlo senza sostenerlo sino in fondo, quando ancora pochi mesi fa le aveva confermato piena fiducia, anche quando nell’agosto scorso il consiglio comunale aveva approvato un ordine del giorno che chiedeva al sindaco di sfiduciarla. Se la situazione è davvero grave come si dice non si è certo creata nel giro di pochi mesi e se il sindaco non era esattamente al corrente questo la dice lunga sulle sue capacità  o peggio. Altrimenti non si comprende perché ancora una volta non abbia avuto il coraggio di difenderla a viso aperto.

Comunque sia, la cosa fondamentale è che Firenze non perda il suo festival e il suo teatro: quel festival che fu voluto negli anni venti da Alessandro Pavolini che con tutta probabilità ideò anche il nome di “Maggio Musicale”. Certo, in questo modo Renzi potrebbe vantarsi di aver rottamato un retaggio del Fascismo, visto che con i dinosauri discendenti dai fossili marxisti leninisti non ha avuto la stessa energia ….



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