Editoriale

Monti, il pifferaio di Hamelin. Che fine faranno gli italiani?

I bambini della fiaba come gli italiani della realtà, ma è difficile credere nel lieto fine

Alessandro  Bedini

di Alessandro  Bedini

onti Mario ovvero il novello pifferaio di Hamelin. Tutti più o meno conoscono la celebre favola dei fratelli Grimm nella quale gli abitanti di Hamelin, un paesino della Bassa Sassonia infestato dai topi, danno incarico a un mago-pifferaio di liberare il paese dai fastidiosi animali. Nella versione moderna, anzi contemporanea, adattata a casa nostra, i topi sono rappresentati dai numerosissimi tasselli che compongono il puzzle della crisi epocale nella quale ci dibattiamo oramai da anni.

 Il pifferaio di turno è il presidente del consiglio Mario Monti, a chiamarlo per disinfestare il paese è stato il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Il professore bocconiano suonando il suo magico piffero, è riuscito a incantare i mercati, far diminuire lo spread, accreditarsi come unico personaggio credibile a livello internazionale, far innamorare frau Merkel (impresa non facile) e far credere agli italiani che il baratro è oramai lontano, grazie alla cura draconiana ma indispensabile cui ha sottoposto il paese. I topi sono insomma affogati nel fiume che scorre nei dintorni della città. Poco importa se il debito pubblico ha toccato livelli record, la quota di tassazione è oltre il 45% e la disoccupazione giovanile al 37, se le aziende chiudono, le banche non pagano l’IMU, le pensioni restano da fame e i poteri forti gongolano.

Ma non è finita qui. Gli abitanti di Hameln, sempre seguendo il racconto dei fratelli Grimm, da veri furbetti del quartierino, come diremmo oggi, si rifiutano di pagare il dovuto al mago-pifferaio. Fuor di metafora i partiti della strana maggioranza che sostenevano il professor Monti, hanno deciso di non pagare il conto e di scaricarlo alla prima occasione possibile in vista delle elezioni.

Risultato: il professore è “salito” in campo, schierandosi con i centristi di Casini e..udite, udite..Fini.

Luca Cordero di Montezzemolo si è defilato in tempo dichiarando di volersi dedicare unicamente alla Ferrari, beato lui! Monti da tecnico - garante super partes come era stato dipinto e concepito, è diventato parte del complicato, intricato, impresentabile scenario politico che ha nel porcellum la sua espressione più funesta.

Per vendicarsi del mancato tributo promessogli, il pifferaio di Hamelin rapisce tutti i bambini del paese rinchiudendoli in una caverna; il professore invece mena fendenti a destra e a manca: accusa il decotto Berlusconi di averlo costretto a aumentare le tasse a causa della sua dissennata politica, sbeffeggia Brunetta celiando sulla sua statura, ingiunge a Bersani di tagliare le ali estreme della sua coalizione, promette addirittura di ridimensionare e/o rivedere quegli innumerevoli balzelli che egli stesso ha introdotto riducendo in povertà centinaia di migliaia di cittadini italiani.

I bambini di Hameln, in una delle prime versioni della favola periscono tutti. Ma non vorremmo arrivare ad augurarci un così tragico finale. Continuando ancora nel giochetto delle analogie i partiti più forti non vincono le elezioni, o meglio non sono in grado di esprimere una maggioranza, specie al Senato; l’Italia è ingovernabile e allora si ricorre di nuovo al pifferaio-Monti, stavolta richiamato da Bersani e dal PD, probabili “vincitori” delle prossime elezioni.

Senza però dimenticare la celebre massima secondo cui chi entra in conclave papa ne esce cardinale!

E così il gioco è fatto; il povero Cavaliere finisce per correre pro Monti, dato che un eventuale successo del PDL alleato con la Lega al Nord e con Miccichè e company al Sud, in regioni chiave come Lombardia, Veneto, Campania e Sicilia impedirebbe ai Democratici di avere la maggioranza in Senato. Questi ultimi si vedrebbero così costretti all’alleanza con i centristi neomontiani, i quali diverrebbero l’ago della bilancia, proprio come i socialisti nei governi del cosiddetto pentapartito stile anni Ottanta.

In una versione più soft e a lieto fine della popolare fiaba, i bambini di Hameln imprigionati dal pifferaio riescono a salvarsi, fuggono miracolosamente ma non tornano a casa, anzi fuoriescono da un’altra caverna che sbocca nientemeno che in Transilvania.

A costo di apparire qualunquisti il lieto fine che ci auguriamo per la nostra attuale classe politica, sempre fuor di metafora, è proprio questo. Ben sapendo, al di là di ogni illusione, che i vuoti politici vanno comunque sempre riempiti e che il rischio è che i topi ritornino, magari più numerosi e agguerriti, in attesa di un nuovo pifferaio.

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da NewBalance547 il 15/11/2014 10:48:53

    Xs235New@163.com

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