Trentenne replica

La nostra generazione è una forza inespressa

Non ci dobbiamo rassegnare, ma ricostruire sulle macerie

di Andrea La Mantia

La nostra generazione è una forza inespressa

Cara Simonetta,

leggendo lo scambio di opinioni tra due generazioni, quella tua, che ha visto dissolversi gli ideali contro il muro del materialismo contemporaneo e quella di Giulia, che è portavoce di una generazione che non ha avuto neanche il tempo di produrne di nuovi, mi sento attratto da una sorta di disputa "familiare" entro cui vorrei dare il mio magro contributo, quello di una generazione che non troppo lontana dalla tua si trova ad una distanza siderale da quella di Giulia.

La ricerca della meritocrazia entro cui si imbatte la rassegnazione di Giulia credo si possa collocare in una sorta di ricerca della pietra filosofale.

Il nostro paese non ha mai permesso il diffondersi di una vera società meritocratica perché ciò avrebbe necessariamente portato alla fine di un sistema che non ci avrebbe certo condotti al cumulo di macerie che oggi siamo costretti a ricomporre.

Questa mia affermazione però non deve dare adito a forme di qualunquismo "spicciolo" e di abbandono della ricerca di un ideale perché ciò condurrebbe ad una impossibilità di uscita dal giogo entro cui il sistema ci sta intrappolando.

La nostra generazione, quella mia e di Giulia, deve saper combattere perché, mi duole dirtelo, non è lo specchio della vostra ma presenta, a mio parere, una forza forse inespressa ma che deve necessariamente venir fuori.

Ogni epoca ha incarnato speranze, delusioni e rivincite e la nostra deve continuare a scavare quel solco che per anni si è cercato di tracciare.

Per questa ragione condivido la tua razionalità e il tuo realismo nel rispondere ad una ragazza di diciannove anni ma non posso altrettanto condividere le affermazione di Giulia perché se la sua generazione crede di non poter trovare via di uscita al vuoto entro cui la società è piombata in questi ultimi anni, allora il motore che ha mosso intere generazioni nella storia di questo malconcio paese sembrerebbe a corto di benzina è questo, a parer mio, non deve essere possibile.

Le crisi sistemiche hanno spesso portato a dei cambiamenti epocali della società e quella entro cui stiamo a fatica sopravvivendo non deve fare differenza.

Riguardo al ruolo degli intellettuali nella società, non spetta certo a me dare dei giudizi che sai bene a volte non coincidere esattamente con i vostri per la mia indole rivoluzionaria ma posso soltanto suggerire a Giulia di essere affamata di vita perché è soltanto attraverso la strada dell’esperienza che si può raggiungere la meta verso cui la natura umana per suo istinto tende, una meta onesta tanto che conduca agli allori della cultura quanto al sudore della fabbrica.

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