Editoriale

Dov’è finito Matteo Renzi ?

Chiuso il capitolo primarie, del giovin virgulto della sinistra simil kennediana, se ne sono perse le tracce

 

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ono alcuni giorni che non sentiamo più parlare di Matteo Renzi. Chiuso il capitolo primarie, del giovin virgulto della sinistra simil kennediana, se ne sono perse le tracce.

Eppure, nonostante la sua vera prima sconfitta, che dovrebbe temprarlo e fargli capire che ne deve mangiare ancora di pappa per scalzare i vecchi totem della nomenclatura di sinistra, si è dimostrato uno dei possibili leader più innovativi del Paese. Non tanto per le riforme, ma per il suo spirito tendenzialmente progressista tipico di una generazione, la sua, che punta dritta al futuro, soprattutto per rationes aetatis . Berlusconi, più volte l’ ha invitato all’interno del suo schieramento, e molti centristi del PD, eccetto le vecchie cariatidi, lo vorrebbero con una funzione importante dietro Bersani.

Quindi, piace sia all’una che all’altra sponda.

Ed è apprezzato, perché in primis ha rifiutato le sviolinate di destra e in particolare del Cavaliere, seguendone però, forse indirettamente, l’atteggiamento di grande comunicatore di masse, ma non ancora abbastanza grande da demolire le ultime icone mummificate della sinistra.

Molti lo paragonano, al primo Veltroni, al politico americaneggiante che con le parole, i giornali e le televisioni sapeva ammiccare e rendersi simpatico ad ambo le parti.

Renzi, però, non ha avuto la furbizia di assicurarsi anche l’elettorato più anziano, quello a cui sarebbe bastata un po’ di magniloquente cavillosità, qualche carezza alla struttura conservatrice del partito che, sebbene, si dica Democratico, ha sempre tenuto in casa, appesi, i quadri di Togliatti, Gramsci, Marx e Berlinguer.

Renzi è furbo, ma non abbastanza. Insomma, non sarà mai Silvio Berlusconi.

Egli, ha mostrato al mondo intiero la sua capacità di ergersi ad antagonista di tutta la classe politica italiana, e quando ha menzionato per la prima volta la parola “rottamazione” l’ha indirizzata non solo alla sua sinistra, ma alla stessa destra, auspicando così un cambio generazionale, di ogni sponda politica, da molti atteso.  

Matteo, perciò, rimane il vero e unico focolaio di dissenso all’interno del PD, semplicemente perché, non è vero sia un uomo di sinistra all’acqua di rose, ma per il motivo che lui è figlio della sinistra da cui proviene,  fatto della mesma materia, come J.F.Kennedy negli anni d’oro del suo mandato, era il condottiero dei democratici, che, però, giornalmente contestava apertamente.

Il caos della politica italiana e la crisi economica che stiamo attraversando, sicuramente ci hanno creato tanta confusione in testa, da farci ignorare la cosa più importante, ossia che l’arte del governare è ogni volta ciò che effettivamente è, così come lo sono le persone in qualunque modo le si guardino.

Perché Matteo Renzi, oltre l’apparenza che i media ci hanno mostrato, altro non è che il sindaco di Firenze e cioè uno scaltro e accattivante personaggio del PD. Solo questo!

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    4 commenti per questo articolo

  • Inserito da NOSTREDAME il 29/08/2017 10:44:29

    Non si vuole le capire che sul Nulla non c'è nulla da aggiungere !

  • Inserito da cosimo il 12/12/2012 15:13:28

    Matteo Renzi vuol restare, almeno fino a oggi, nel suo guado, e và capito capisco, è giovane e farebbe la stessa fine di Alfano passando alCDX, E ORA CME ORA i tempi non sono maturi. A sinistra ha molti che lo seguirebbero ma anche lui, contro i marpioni navigati, come tu hai detto, in politica e attaccati alle poltrone, non riesce ad emergere più di tanto. Fra qualche anno, raggiunta la maggiore età "politica", potrà scegliere meglio con chi stare... ora è solo posizione di comodo!

  • Inserito da Bastian Cuntrari il 12/12/2012 12:55:39

    Ha ragione: Renzi non è furbo. Per fortuna. Etimologicamente, "furbo" potrebbe essere "colui che spoglia il prossimo defraudandolo"; ovvero derivare dal latino (fur) che sta per ladro. Motivo per cui, comunque la si veda, furbo ha una connotazione negativa, che implica malizia, sotterfugio, scaltrezza a discapito degli altri. Renzi è tutt'altro: a costo di apparire "di destra" ha chiari in mente sia i limiti del PD (che ancora espone, o ha nel cuore - come giustamente rileva - "quadri di Togliatti, Gramsci, Marx e Berlinguer") che le contraddizioni di una destra pasticciona, liberista e non liberale. Renzi riempe il vuoto pneumatico tra questi due schieramenti: è un socialista liberale alla JFK del XXI secolo, e anche Blair del nuovo millennio avanzato. Per chi, come la sottoscritta, è attualmente priva(ta) di un riferimento "ideologico" (ammesso che tali categorie abbiano ancora un senso...), Renzi è l'ultima Tule. Socialista e liberale quanto basta; pragmatico e non ideologico; realista e con i piedi ben puntati al suolo. Un appunto, però, mi sentirei di farglielo: ha poco chiarito il proprio sentire in relazione alla laicità dello Stato così come lo immagina, ma per questo credo ci sia tempo. Lei chiude dicendo che Renzi "altro non è che il sindaco di Firenze e cioè uno scaltro e accattivante personaggio del PD". Non capisco il "cioè" tra "sindaco di Firenze" (e Le pare poco? O, al riguardo, Lei la pensa come Marchionne?) e quel che segue: fosse stato "scaltro" (leggasi "furbo") non avrebbe apertamente affermato - in caso di sconfitta alle primarie - di non volere premi di consolazione. Un qualunque altro esponente del PD non avrebbe fiatato: e si sarebbe preso qualunque contentino gli venisse offerto. Per chiudere, giacché immagino che Lei sia curioso di saperlo, sappia che non sono una giovinetta affascinata dal bel Matteo: ho 62 anni suonati e sono in buona salute. Soprattutto mentale. Cordialmente. L.C.

  • Inserito da Loredana il 12/12/2012 12:52:37

    In effetti, mi stavo domandando anch'io cosa fosse capitato a Renzi. Lo immaginavo chiuso in qualche stanzetta a cercare di capire perché avesse vinto Bersani, ma leggendo questo articolo, le ragioni appaiono molto chiare. In questi giorni, però, è ritornato alla ribalta Berlusconi, attirando l'attenzione di tutti, proprio tutti gli addetti ai lavori della palude politica, per cui, per lui, poveretto, non poteva esserci più storia, nemmeno un cm di spazio. Il suo visetto giovane, ma un po' anonimo, non regge il confronto del nostro personale Lord Voldemort della politica (avete notato che la maggior parte degli articoli in cui compare, viene menzionato solo come Lui, o come B.?). Se vuole candidarsi come l'anti-Voldemort (o Colui-che-non-deve-essere-nominato), deve esercitarsi ancora un po', come ha fatto lo stesso Harry Potter. :-)

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