Editoriale

Italiani ridotti a servi, il resto del non mondo è nel caos, ma non consola

Ormai anche il rapporto fra istituzioni e corpi di polizia è adulterato dall’equivoco continuo come dimostrano gli scontri di Roma

Claudio Tedeschi

di Claudio Tedeschi

Direttore de «il Borghese»

elevisione, giornali, rete … tutti impazziti per le immagini degli scontri di Roma del 14 Novembre. Quei due lacrimogeni sparati davanti al Ministero di Grazia e Giustizia, trovano un riscontro mediatico nelle decine di missili Khassam, che, dalla Striscia di Gaza, sono lanciati verso Israele, arrivando a colpire Gerusalemme.

I vertici della riconfermata amministrazione Obama sono messi in imbarazzo da generali a quattro stelle sull’orlo di una crisi di mezza età, che scambiano 30mila email con l’amante, oppure sono indebitati per milioni di dollari, con la casa ipotecata. Per la prima volta da quando gli Stati Uniti esistono come potenza mondiale, all’interno dell’apparato di comando si aprono crepe in grado di diventare voragini.

La leva obbligatoria non esiste più, eppure l’impegno bellico nel mondo è sempre costante. Per rimediare alla carenza di «volontari», i ranghi sono stati aperti a neri, ispanici, cubani, in maggioranza senza reddito. Gli stessi che, poi, tornati a casa, sono respinti dalla società, perché ex soldati. Da qui l’inferno della droga ed il ricorso al sussidio di Stato. Perciò, Obama ha vinto. Lui ha aperto le porte del Paradiso a tutti, promettendo sussidi e spese mediche gratuite, ed i «chicanos» hanno risposto.

Mentre l’America si avvia verso il declino, mentre Pechino cerca di cambiare la classe dirigente per non cambiare nulla del proprio potere, in Europa si svolge la prima manifestazione di protesta a livello comunitario contro l’Euro e la politica di «sangue e lacrime», voluta da governi, «filoguidati» dall’impero globale della finanza.

Governi tecnici, incapaci di gestire politicamente la situazione. «Professori» bravi soltanto a tassare, tassare, tassare, che ci raccontano che è finita la pacchia e che il nostro stile di vita va cambiato. Monti sta riducendo l’Italia sul lastrico a tutto vantaggio di quelle forze economiche straniere, che vogliono comprarci per un soldo. Operazione decisa quel 2 giugno del 1992 a bordo del Britannia, presenti Draghi, allora direttore generale del Tesoro, Azeglio Ciampi, in qualità di governatore della Banca d’Italia, e un centinaio tra rappresentanti della finanza anglosassone americana (Barclays, Warburg, azionista della Federal Reserve, PricewaterhouseCoopers, oltre alla Goldman ecc.) e degli ambienti industriali e politici italiani. Lì fu stabilita la «privatiz-zazione» dell'industria statale italiana.

Per capire che questi «tecnici» sono una manica di incapaci, politicamente parlando, basta guardare la gestione dell’emergenza alluvione. Un povero cristo del grossetano, di fronte alle telecamere di un telegiornale, ha accusato il governo di pretendere tasse su tasse, senza dare in cambio nulla per la sicurezza delle case e dei posti di lavoro.

Che la situazione sia pesante per Monti e compagnia, si è visto negli ultimi giorni. Monti, la Fornero, la Cancellieri, sono stati oggetto di contestazioni pesanti. Eppure Monti aveva dichiarato, poco tempo fa, che il consenso del Paese verso di lui era superiore a quello verso i partiti.

Per fortuna, altrimenti invece che insulti gli tiravano i bulloni!

Più si va indietro nella storia dei governi repubblicani italiani, più ci si accorge dei continui tradimenti degli interessi nazionali, senza dimenticare le crisi finanziarie false per motivi politici. Indicativo il fatto che, la dissipazione del patrimonio nazionale a favore di interessi stranieri, si accompagni ad un aumento degli stipendi delle alte cariche burocratiche dello Stato e dei «costi» della politica, noncuranti della situazione tragica del resto dell’Italia.

Il rapporto tra «signore» e «servo» - per citare Hegel -, però, sta cambiando. Gli Italiani, la parte più attiva, sta raggiungendo un alto livello di autocoscienza, acquistando così un valore «sociale e politico». Tutto questo i tecnici lo sanno, perciò mandano in piazza la polizia contro i manifestanti, a difesa della cittadella del potere.

La maggior parte dei poliziotti destinati all’ordine pubblico, però, sono ex militari che finita la ferma breve, si arruolano nella Polizia, nei Carabinieri, nella Guardia di Finanza. Lo Stato risparmia sull’addestramento, sì, ma in piazza non manda personale addestrato al contatto con civili; manda uomini addestrati ad ubbidire agli ordini ed a combattere un nemico, fino alla morte.

Grillo ha ragione quando, rivolto ai «celerini» li invita a passare con i dimostranti. Lo Stato li ha traditi insegnandogli il mestiere delle armi al servizio dell’Italia, poi li ha buttati fuori, come uno straccio usato, senza reinserirli adeguatamente nella società. Uomini che, non più impiegati come soldati, ma come poliziotti, vedono snaturarsi la loro persona. Da lì alla rivolta il passo è breve.

Per capire che è ora di smettere di essere «servi», basta leggersi quanto dichiarato dalla Fornero ad Amsterdam, il 15 Novembre, in occasione del WorldPensionSummit: «I cambiamenti portati dalla riforma delle pensioni del governo Monti erano necessari per compiacere i mercati finanziari, altrimenti i mercati avrebbero devastato l’Italia». Un ministro della Repubblica, il cui dovere è quello di fare gli interessi dell’Italia, ha varato la riforma delle pensioni per «compiacere» tutti quei gruppi, dalle banche alle assicurazioni, dediti al profitto sulla carne dei cittadini, altrimenti «avrebbero devastato l’Italia»?

Questa è la conferma che noi viviamo sotto un colpo di Stato finanziario, in accordo con il Presidente della Repubblica, alla faccia della legge che dovrebbe essere «uguale per tutti», e complice una Magistratura «ingiusta».

È il caso di usare il «vaffa» reso celebre da Grillo e mandarli tutti a quel Paese, a passi lunghi e ben distesi.

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da ghorio il 21/11/2012 16:37:20

    L'editoriale di Claudio Tedeschi fotografa la situazione di quest'Italia che ha un solo obiettivo: "rassicurare i mercati". Che poi tutto vada a rotoli o quasi c'è l'indifferenza, con la favoletta che si è fatto molto in tema di riforme. In realtà non è così, compresa l'opera del ministro Fornero, piangente per il blocco dell'adeguamento delle pensioni superiori a 1400 euro, cifra ritenuta da ricchi, ben lontana dalle prebende di parlamentari, consiglieri regionali e compagnia cantando. Tra l'altro il ministro del lavoro si è bene guardato di tagliare i veri privilegi pensionistici di quest'Italia che"pinge" lacrime di coccodrillo, in occasione delle cifre irrisorie della maggior parte delle pensioni di quel grande carrozzone che si chiama Inps, che avrebbe dovuto essere riformato distinguendo tra assistenza e previdenza ma invece continua ad avere questi due monopoli,senza prospettive incoraggianti per le nuove generazioni.Tedeschi giustamente esprime il suo"grido di dolore" per la mancata salvaguardia degli interessi nazionali, ma coloro che occupano le cariche istituzionali si preoccupanp solo di "rassicurare i mercati". Da persona controcorrente, mi viene l'orticaria di leggere ogni giorno frasi tipo "i governi che verranno proseguiranno sulla strada del governo Monti". Non mi pare che questo sia il parere degli italiani, alla luce della mancata crescita. Un giorno sì e uno no si legge della diminuzione dei consumi, ma non mi pare che si faccia qualcosa per aumentare la disponibilità finaziaria degli italiani. Adesso arrivano le feste natalizie con la 13esima e si pensa che si registri un aumento dei consumi, ma è pura illusione, perch+ a furia di pagare tasse le risorse diminuiscono tutti i giorni. Nel frattempo i politici, di destra, centro e sinistra, sono alle prese con la legge elettorale e con la possibile discesa in campo di "nuovi salvatori della patria", che non risolvono nulla, e si guardano bene di affrontare i reali problemi della società. Tutto questo con la collaborazione dei sindacalisti, preoccupati della detassazione della produttività, dimenticandosi che il 35 per cento dei giovani non trova lavoro e le cifre delle discoccupazione si gonfiano ogni giorno. Insomma un quadro desolante che non trova l'attenzione della vecchia e nuova classe poliica, alle prese con "primarie" che fanno tanta America ma non affrontano i problemi che interessano per risollevare l'Italia. Giovanni Attinà

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