Sprechi vergognosi

La Provincia di Roma compra un palazzo da 263 milioni di euro

Peccato che quando entrerà in possesso dell'immobile essa non esisterà più, cancellata dalla legge antisprechi!

di Simonetta  Bartolini

La Provincia di Roma compra un palazzo da 263 milioni di euro

Il nuovo inutile costoso Palazzo per la provincia di Roma che scomparirà

Quanto leggerete di seguito in corsivo è un articolo tratto dal «Messaggero» di oggi 11 luglio 2012. Il quotidiano romano racconta una storia che lascia sbalorditi e nello stesso tempo conferma l’idea che in tanti hanno di vivere in un paese irredimibile. Un paese dove si taglia tutto, compresi gli istituti di ricerca che hanno fatto prestigiose scoperte, e contemporaneamente si acquista un palazzo da 263 milioni di euro per gli uffici di una Provincia che verrà eliminata, quella di Roma.

Si potranno fare mille obbiezioni all’articolo del Messaggero. Si potrà dire che il giornale è proprietà di un editore che è anche un costruttore (Caltagirone) e che l’articolo è stato pubblicato perché il destinatario di quella “paccata” (per usare il linguaggio della Fornero) di milioni di euro andrà ad un concorrente. Forse è così, sicuramente se i soldi per l’edificio acquistato da Zingaretti per la eliminanda provincia di Roma, fossero andati a Caltagirone il «Messaggero» non avrebbe scritto niente. Ma questa è una faccenda di bottega giornalistico-imprenditoriale, per i cittadini contribuenti strozzati dalle imposte è la stessa cosa.

Qualcuno dirà che nel 2010 ancora non si sapeva che le province sarebbero state abolite, vero solo in parte, sono anni che ne parla e fino ad ora era stata la Lega a bloccare la legge che le eliminava non il Pd cui appartiene Zingaretti, autore dell’incauto acquisto.

Altri diranno che i soldi sono stati trovati vendendo il patrimonio di pertinenza della provincia, come è raccontato dell’articolo; già, ma quei soldi potevano essere impiegati per contribuire a risanare i debiti, a rifare i tetti delle scuole, a pagare l’asfaltatura delle strade provinciali, ecc. ecc. c’è solo l’imbarazzo della scelta.

Ultima considerazione: i romani si sono sbizzarriti a lasciare i loro commenti sul caso, nel sito del «Messaggero», almeno l’85% erano di cittadini indignati.

Ps. Ci attendevamo una replica da Parte di Zingaretti affidata alle agenzie e indirizzata al maggior quotidiano romano (4° per vendite a livello nazionale). Niente, tutto tace, il presidente della provincia di Roma è convinto di non dover rendere conto di un errore di valutazione, di uno spreco in più. Contento lui!

 

Tra pochi mesi non esisterà più, cancellata dalla geografia istituzionale dalle norme della spending review. Ma sta comprando una sede nuova di zecca che costerà circa 263 milioni di euro.

 Questa è la storia della Provincia di Roma che ha firmato nell’ottobre del 2010 un accordo per l’acquisto di maxi uffici da 67 mila metri quadrati nei nuovi grattacieli dell’Eur. E come tutto questo si combini con le nuove regole appena varate dal governo Monti solo quattro giorni fa non è per niente chiaro. Norme che sopprimono l’ente locale alla scadenza dell’attuale consiglio provinciale, a metà del 2013, e che prevedono che la Provincia sia assorbita nella nuova macro area metropolitana, fondendosi di fatto con il Comune di Roma. 

La storia è lunga e merita di essere raccontata.

E’ il 2005 quando viene pubblicato il primo bando esplorativo per individuare dove realizzare una nuova sede. L’obiettivo dichiarato è razionalizzare, unificando le varie sedi dell’ente sparse per la città. Passano due anni, siamo nel 2007, e dopo un lungo monitoraggio viene scelto un maxi complesso dell’Eur (zona Castellaccio) di proprietà di Parsitalia (gruppo di costruzioni della famiglia Parnasi) e viene definito il contratto di locazione più la relativa opzione d’acquisto.

Altri ventiquattro mesi e improvvisamente la Provincia, nonostante il dibattito sull’abolizione degli enti intermedi sia già entrato nel vivo, esercita con qualche imprudenza - visto l’indebitamento strutturale - il diritto di opzione: dall’affitto si passa all’acquisto.

Nel frattempo Parsitalia conferisce questa e altre iniziative a un fondo immobiliare Upside (gestito da Bnp Paribas). 

E’ il 25 ottobre del 2010 quando arrivano il sì del consiglio provinciale e la firma del contratto preliminare di acquisto di cosa futura.

Della nuova sede cioè che dovrà essere realizzata e collaudata entro il 31 dicembre 2012, quindi tra pochi mesi. Si tratta di uffici, attualmente ancora in fase di ultimazione, per oltre 67 mila metri quadrati commerciali. Il prezzo è considerevole, soprattutto in tempi di crisi e di tagli alle spese: 219 milioni e 550 mila euro, che diventano 263,4 milioni con l’Iva. 

La Provincia pensa a come reperire il finanziamento e non potendo farlo attraverso un prestito o un leasing (avrebbe violato il patto di stabilità) decide di dismettere il proprio patrimonio ma non direttamente, bensì attraverso un fondo.

Così nel giugno scorso indice un bando di gara per selezionare una società di risparmio gestito (Sgr) che costituisca e gestisca un fondo immobiliare (dove mettere uffici, caserme e locali di sua proprietà) destinato all’operazione. Bando di gara con scadenza il prossimo 26 luglio. In condizioni di mercato immobiliare completamente diverse anche solo rispetto a un anno fa (calo delle compravendite e prezzi ribassati) ma soprattutto con la fine della Provincia decisa per decreto. A che cosa serve più la sede nuova? Una domanda che potrebbe essere formulata dal governo o dalla Corte dei Conti, guardiano della spesa pubblica.

Umberto Mancini per «Il Messaggero» Roma 11 luglio 2012

Piaciuto questo Articolo? Condividilo...

    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da Gian Galeazzo Tesei il 15/07/2012 19:33:24

    Incredibile. Zingaretti che ne dici ? Se ci sei batti in colpo.

Inserisci un Commento

Nickname (richiesto)
Email (non pubblicata, richiesta) *
Website (non pubblicato, facoltativo)
Capc

inserisci il codice

Inserendo il commento dichiaro di aver letto l'informativa privacy di questo sito ed averne accettate le condizioni.