Il ministro della settimana

Frattini ha capito quel che è successo in Libia?

Troppa fiducia nella liberalità delle leggi coraniche, e chi le conosce bene dubita

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Frattini ha capito quel che è successo in Libia?

Ci sono voci dal sen fuggite che più reclamar non vale, figuriamoci se ne sei addirittura compiaciuto. «Dipenderà da come noi europei interpretiamo il cambiamento con rispetto verso Paesi che da sempre hanno l'ordinamento islamico come base del loro sistema costituzionale, come l'Egitto.. Il presidente del Cnt, Mustafa Abdel Jalil, ha detto che in Libia sono musulmani moderati e noi prendiamo seriamente questa affermazione». «La cosa che conta è che la sharia lasci le libertà, la libertà di religione, la libertà di costruire chiese cristiane. Si devono rispettare le scelte interne di questi Paesi finche' non si pongono contro i diritti fondamentali della persona».

Mi fermo qui, alle affermazioni spericolate di fiducia nella liberalità della legge coranica, con le citazioni dal pensiero del titolare della Farnesina, Franco Frattini, perché bastano a far capire che la politica estera italiana, segnatamente nel Medio Oriente ma di riflesso nel mondo occidentale tutto, non è solo diventata all'improvviso debole e rinunciataria, ma è proprio sbagliata, e che il suo responsabile principale, il ministro Franco Frattini, non se ne dà per inteso.

 La gestione della sciagurata vicenda libica ne è la dimostrazione, Quanto ancora a lungo intende il ministro raccontarci che con la morte di Gheddafi la guerra è finita e ha vinto il popolo libico, che è prevalsa la pace e l'unità, soprattutto a chi la dice la storiella che l'Italia è in prima fila fra i partnersprivilegiati degli affari già in atto con il non ancora costituito nuovo governo libico, visto che gli accordi buoni li hanno stipulati sotto banco con Francia e Inghilterra, e visto che ancora il governo, figuriamoci democratico, non c'è? L'Italia ha subito un diktat di Francia e Inghilterra, con la supervisione degli Stati Uniti di Barak Obama, non ha avuto la forza di dissociarsi, obiettivamente sarebbe stato difficile dopo l'entusiastica adesione del presidente della Repubblica alla guerra, e se ha voltato le spalle a un sanguinario dittatore che aveva fatto la pace con l'Occidente e si era messo in pensione da terrorista, non sappiamo ancora quali estremisti, salafiti, qaedisti, Fratelli musulmani, sempre nel nome di Allah, ne prenderanno il posto, tantomeno a quale costo per noi italiani, che stiamo come si potrebbe dire a un tiro di sputo dai loro profughi e dai loro colpi. Di questa realtà almeno Silvio Berlusconi si dichiara consapevole, ammette di essere stato costretto a mollare Gheddafi; Frattini no, ci racconta delle magnifiche sorti e progressive della nuova Libia, finge che gli affari perduti di petrolio e autostrade torneranno. 

Non è l'unico bugiardo, si intende. Con quale faccia tosta oggi, per fare un esempio, il premier inglese David Cameron dice che le vittime della strage di Lockerbie sono vendicate, visto che l'Inghilterra e gli Stati Uniti avevano in perfetta libertà deciso di tirare una riga e stipulare un accordo ufficiale su quella vicenda? Se gli hanno consegnato il responsabile?  Con quale doppiezza il presidente francese Sarkozy inneggia alla morte del nemico quando è stato uno di coloro che lo hanno accolto con tutti gli onori? Tutti insieme, in Europa e a Washington, dove è presidente un grande mistificatore della realtà sulla presunta primavera araba, uno che parla di rivoluzione come di un picnic sul prato della Casa Bianca, hanno cercato di fare affari con il rais, e ne accarezzavano i capricci.  Solo che fino a un anno fa la parte del leone la facevamo noi italiani. Dopo faticosi anni di faticosissime trattative. Solo che oggi francesi e inglesi ci hanno fregato, per questo mentono allegramente, non so se lo ha capito, ministro Frattini, mentre si esalta per la pagina nuova che si sta aprendo, ma dimentica di dirci che Jalil non ha firmato alcun memorandum di cooperazione.

Un deputato che invece le cose di politica estera le capisce, dev'essere per questo che non è nel governo, Souad Sbai, ci ricorda che «domani la Libia sarà governata da chi non ha voluto portare alla sbarra il Colonnello vivo, come peraltro ordinava il mandato di cattura internazionale», e si domanda come mai «i missili arrivano fino a Tripoli e non a Teheran o Ryad». Se è così semplice eliminare un dittatore e liberare un popolo, perché gli iraniani massacrati quotidianamente o le donne fantasma saudite non possono godere dello stesso trattamento?

E' del tutto aperta la partita su quale forza politica e religiosa prenderà la guida del Paese e quale regime verrà istituito, rimane aperto l'interrogativo  sulle ragioni per le quali in Libia c'è stato un intervento armato della Nato mentre analoghi interventi non vengono fatti in Paese con regimi forse più efferati di quello di Gheddafi. Questa è la cruda verità.

Non possiamo dire né che la Libia  sarà democratica né che sarà unita, tantomeno che sarà libera da un nuovo fondamentalismo al confronto del quale le pagliacciate panarabe di Gheddafi appariranno in tutta la loro leggerezza.

Volete sapere come si vive a Tripoli liberata? Con l'accordo della Cnt, a Tripoli si è formata una milizia irregolare incontrollabile e ben armata, veterani dell'Afghanistan, ai quali è delegato il controllo dell'ordine pubblico. Gli stessi gruppi filo-qaedisti e salafiti stanno entrando nei nuovi ranghi dell'esercito e dei servizi segreti. Per ora a Parigi, a Londra e a Washington hanno deciso che vengono prima gli affari. In Italia le sinistre pacifiste e antiimperialiste, i cattolici frementi  e indignati, non si sono sentiti. Ma per loro il semaforo è sempre stato rosso. 

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    2 commenti per questo articolo

  • Inserito da laura il 17/01/2012 18:53:54

    Finalmente un articolo che dice la verita' !!! Ci sono ancora giornalisti/e con la G maiuscola per fortuna.

  • Inserito da boschi67 il 01/11/2011 13:48:38

    Carissima dott.ssa Maglie, condivido appieno. Complimenti

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