Qualcosa di scritto

La storia quasi vera di un incontro impossibile con Pasolini

Che disastro quando un critico si mette a scrivere romanzi

di Simonetta  Bartolini

La storia quasi vera di un incontro impossibile con Pasolini

La copertina

Che disastro quando un critico si mette a scriver romanzi e peggio ancora quando decide di trasformare  se stesso, in quanto critico e studioso, in materia di pseudo-romanzo.

È quanto accade a Emanuele Trevi con il suo Qualcosa di scritto pubblicato da Ponte alle Grazie.

Trevi racconta, o meglio vorrebbe raccontare il suo incontro, mediato dalla letteratura e dalla figura di Laura Betti, con Pier Paolo Pasolini.

Certo non possiamo contestargli di non aver capito quasi nulla del poeta di Casarza perché, nelle intenzioni, l’autore in queste pagine di spoglia delle vesti del critico per assumere quelle del protagonista di una storia. Un protagonista, che non capisce molto di PPP soprattutto perché sovrappone se stesso allo scrittore, il proprio ego al genio artistico dell’altro che finisce per essere un mero pretesto per parlare di sé e automitografarsi.

Il libro così diventa pagina dopo pagina sempre più irritante e superfluo, in esso tutto ciò che Trevi non condivide è quanto meno banalizzato e presentato come la banalizzazione di altrettanto banali interpreti.

Emanuele Trevi, Qualcosa di scritto, Firenze, Ponte alle Grazie  

 

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