Alcuni numeri della crisi

La fiducia dell'Europa vale la vita dei contribuenti?

La crisi non è globale c'è chi cresce dentro e fuori dall'Euro e nel resto del mondo

di Laerte Failli

La fiducia dell'Europa vale la vita dei contribuenti?

“Per sere intere, talvolta notti” e non “senza pena” Mario Monti starebbe pensando a misure per alleviare le sofferenze della crisi da presentare a Bruxelles.[1]

“La soluzione è semplice quanto antica. L’hanno già percorsa proprio in risposta a questa crisi, Stati Uniti e Gran Bretagna. Basta che qualcuno dica a Mario Draghi di scendere in cantina e cominciare a girare la manovella per stampare Euro. Così si avranno le risposte per riattivare la crescita, ridurre la disoccupazione e interrompere il circolo vizioso della recessione”. [2] Così  Mario Soares in una intervista al Corriere della Sera

Troppo contrastanti le due affermazioni per non fermarcisi sopra: Monti, bombardato da agenzie su notizie di  suicidi di imprenditori strozzati dalla crisi incrementata dall’austerità delle sue manovre, passerebbe notti in bianco a cercare anche il più piccolo margine di manovra che gli consenta di far respirare gli italiani (quelli in crisi); dall’altra il due volte premier e presidente del Portogallo ci rivelerebbe che la soluzione è dietro l’angolo, stampare più moneta, e non sempre dunque a problema difficile corrisponde soluzione complicata.

Probabilmente come diceva Orazio la verità sta nel mezzo: troppo semplice e straziante pensare che basti solo stampare nuova moneta (di comune accordo con tutta l’ UE) e i suicidi delle ultime settimane siano stati frutto di un malinteso o un errore di strategia; questo è consentito nei videogiochi al massimo, non con la vita delle persone.

Non sarebbe costruttivo schierarsi a priori nei confronti del governo tecnico: cerchiamo di valutare lo “stato di salute” dell’Italia, e quindi in parte anche dell’Europa che direttamente e indirettamente influisce sulle sue sorti.


[3]

Si consideri la prima colonna di numeri della tabella, indicante il PIL (Prodotto Interno Lordo; è il valore totale dei beni e servizi prodotti in un Paese in un certo intervallo di tempo, solitamente l'anno, e destinati al consumo dell'acquirente finale, agli investimenti, alle esportazioni. Non viene quindi conteggiata la produzione destinata ai consumi intermedi di beni e servizi consumati e trasformati nel processo produttivo per ottenere nuovi beni e servizi).

La crisi non è globale; c’è chi cresce:

Italia -0.4,  Grecia -0.7,  e Spagna -0.4  riportano valore negativo!

Austria +1.2, Francia +1.3 e il modello Germania hanno valori positivi + 1.5 (mesi fa faceva registrare + 4.0)

Chi sta fuori dell’ Euro non va male:

Polonia +4.4, Svezia +1.2, Svizzera +1.3, Turchia +5.2

Passando nell’  “altro mondo”, a Oriente:

Hong Kong +3.0, India +6.1, Malaysia +5.2, Indonesia +6.5, Singapore +1.6, Corea del Sud +3.0

In Sud America: aumentano anche loro!

Cosa significa tutto ciò? Enormi masse di ricchezza si stanno spostando da Occidente, dalla vecchia Europa ad altre aree del mondo, ai paesi emergenti.

Cosa bisogna fare? Il direttore di “Tempo” Mario Sechi ha spiegato un meccanismo che fotografa la situazione economica italiana europea e che ha avuto sull’Italia stessa un effetto domino nel “gioco” dell’economia: se siamo in recessione; non si deve tassare, non si può tassare, perché in una fase recessiva non puoi comprimere ulteriormente l’economia, perché significa levare liquidità al sistema; se levi liquidità al sistema diminuiscono i consumi, se non ci sono consumi cosa succede? Le imprese chiudono e se queste chiudono c’è disoccupazione.  Per questo, continua Sechi, stiamo per sfondare il muro del 10% di disoccupati; ecco perché il 36 % di giovani italiani è in cerca di lavoro, ecco perché la ricetta del governo tecnico non è così sufficiente.

Il  governo tecnico sarà quindi composto da professori molto preparati,  ma certo distaccati dalla realtà produttiva: in Europa le aziende sotto i 10 dipendenti l’anno passato hanno creato il 58 % dei nuovi posti di lavoro; l’Italia si contraddistingue per il gran tessuto di piccole – medie imprese, che le rende molto reattive nel produrre e avere nuove idee, ma sono molto esposte al vento dei rischi; con le ultime riforme non sono state tutelate e stanno dunque cadendo.

Quello che è stato introdotto, o meglio i settori dove sono stati apportati i tagli sono quelli che producevano:  è come aver tagliato le radici ad un albero, ecco perché l’Italia sta seccando!

Un altro grande problema che assilla i cittadini italiani e sul quale è bene far chiarezza è l’evasione fiscale: “nessuno deve evadere. Ma lo stato deve comprendere,  non strozzare il cittadino. Ci sono i cittadini che vantano crediti nei confronti dello Stato, solo che lì parliamo di restituzione forse e sine die, mentre lo Stato dal cittadino li pretende tutti e subito, applicando dei tassi di interesse che il cittadino non può applicare” [4]

I numeri sono perentori:

L’Italia ha un PIL di 1600 miliardi; terza economia d’Europa dietro a Francia e Germania.

Vantiamo un debito pubblico di 2000 miliardi, ovvero il 120% del PIL.

Evasione annua stimata: 100/120 miliardi ;

Beni detenuti all’estero nonostante lo scudo fiscale per altri 100 miliardi;

Spesa pubblica sul PIL: 800 miliardi

Siamo di fronte ad un sistema che fa acqua da tutte le parti: grandi masse di ricchezza non rientrano come imponibile fiscale, grandi masse di ricchezza detenute da italiani sono portate illegalmente all’estero, grandi masse di sprechi non vengono messe in efficienza.

L’evasione è un problema grande.[5]

Un'altra cosa: 270 sono gli atti di intimidazione nei confronti del direttore Generale di Equitalia (Agenzia delle Entrate). Quello che forse sfugge è che questa non è una società di recupero crediti privata, deve applicare delle regole: applica la legge. Non decidono chi paga, quando e perché.

Sorprendente è il fatto che nessuno di questo governo tecnico abbia difeso Attilio Befera, direttore  dell’Agenzia delle Entrate, servitore dello stato che più volte ha messo a repentaglio l’incolumità della sua persona lavorando per lo stato stesso. Sicuramente ci saranno atteggiamenti da censurare anche ad Equitalia, ma il problema sta nelle leggi: dall’Ottobre 2011 gli accertamenti sono esecutivi! Entro 60 giorni si deve pagare o si ricorre in commissione tributaria pagando il 33%.

Si tratta di leggi approvate dal Parlamento.

La situazione è spinosa e sta sfociando nella tragedia perché si poteva e forse si doveva agire diversamente. La fiducia dell’Europa vale la vita delle persone che per disperazione se la sono tolta e la silenziosa (almeno per ora)  sofferenza di milioni di italiani?



[1] Marco GALLUZZO, crisi causata da chi non fece il suo dovere, Corriere della Sera, 09.052012

[2] Andrea NICASTRO, François apripista per l’Europa perché l’austerità non basta più, Corriere della sera, 07.05.2012

[3] The Economist, 5 Maggio – 11 Maggio 2012

[4] Avv. Ivano Giacomelli, segretario nazionale codici.

[5] Mario Sechi

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    1 commenti per questo articolo

  • Inserito da Loredana il 14/05/2012 16:58:42

    Fa veramente piacere constatare che, nella stessa situazione di crisi, l'Italia sprofonda e qualcun altro va avanti. Mi sorgono una serie di domande: siamo davvero i più deficienti? Siamo riusciti a sceglierci orribili ladri sadici per anni per governarci? Il nostro governo di tecnici è fatto di incompetenti, in realtà? Oppure, come al solito, l'orrenda casta di vampiri che ci governa, votati per succhiarci il sangue, è irreparabilmente invincibile? C'è qualcosa di schifosamente storto nella nostra situazione, ma se andiamo avanti così, facendo finta di niente, non dovremo più preoccuparci di essere un paese "anziano", ma una terra desolata con il primato dei suicidi!

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