Maggio Musicale Fiorentino

Un concerto per il venerdì santo al teatro del Maggio, tra Bach e Rossini

Un giovane direttore, Vitali Alekseenok, presenta la Ricercata di Bach-Webern e lo stabat Mater di Rossini

di Domenico Del Nero

Un concerto per il venerdì santo al teatro del Maggio, tra Bach e Rossini

Il maestro Vitali Alekseenok

Ultimo appuntamento concertistico prima del Festival per il Maggio Musicale Fiorentino venerdì 29 marzo alle ore 20 (sala Mehta), con un altro giovane e promettente direttore: Vitali Alekseenok, classe 1991, di origini bielorusse ma vive in Germania. Il maestro ha vinto nel 2021 il prestigioso “Concorso Arturo Toscanini per direttori d’orchestra” di Parma, dove ha ricevuto anche il “Premio del pubblico” e quello per la migliore esecuzione in un atto d’opera verdiana (Macbeth). Dal novembre 2022 Alekseenok è Kapellmeister alla Deutsche Oper am Rhein di Düsseldorf - Duisburg, dove dirige riprese di Turandot, Tosca, Hänsel und Gretel e Die Zauberflöte, nonché una nuova prodizione de Le Sacre du Printemps e composizioni di Igor Stravinskij e Richard Strauss. Recentemente ha debuttato al Teatro alla Scala con la première mondiale dell’opera Il piccolo principe di Pierangelo Valtinoni.

Il programma è decisamente adatto alla giornata, che ricorda la passione di Cristo: si apre con Ricercata, Fuga a 6 voci da Musikalisches Opfer BMW 1079 di Johann Sebastian Bach nell’orchestrazione di Anton Webern e prosegue con quel capolavoro assoluto che è lo Stabat Mater per soli, coro e orchestra di Gioachino Rossini.

Nel 1934-5 Webern si dedicò alla strumentazione di una composizione di Bach, il Ricercare a sei voci tratto da quella raccolta, Offerta Musicale, che appartiene all’ultima fase della vita del musicista: si tratta di un gruppo di composizioni ispirate a un tema proposto dal re Federico II di Prussia, appassionato di musica e compositore dilettante, alla cui corte Bach aveva soggiornato nel 1747 e che rielaborò al suo ritorno a Lipsia. Webern scelse proprio il Ricercare, a suo parere “ un lavoro che conduce nella sfera dell'astratto più assoluto, una musica, alla quale manca tutto ciò che generalmente si indica con le annotazioni: se sia un pezzo per voci o per strumenti, segni d'interpretazione, insomma non c'è assolutamente niente. “ L'orchestrazione compiuta da Webern su Ricercare dall'Offerta musicale costituisce  una sorta di appropriazione compiuta dal musicista relativamente alla musica di Bach; nel senso che la tecnica peculiare di questo lavoro di strumentazione si ricongiunge strettamente alla tecnica compositiva di Webern, tanto che l'ascolto del Ricercare di Bach-Webern diviene una sorta di grimaldello per accedere alla comprensione della musica di Webern, a tutt'oggi considerata da tanta parte del pubblico ostica e impervia.

La storia del primo grande capolavoro di musica sacra rossiniana, lo Stabat Mater, è quantomeno complessa. Nacque infatti dopo il ritiro della scena operistica seguito al Guglielmo Tell in seguito alla promessa un po’ avventata che gli strappò un ricco prelato spagnolo, Manuel Fernández Varela, di una composizione sacra per la sua cappella privata. Rossini pose la condizione che la partitura non venisse mai pubblicata. Il grande pesarese compose però solo circa una metà della partitura, che venne poi completata da un musicista suo amico, Giovanni Tadolini. Ma dopo la morte di Varela, la composizione entrò un possesso di un editore francese che intendeva pubblicarla. Rossini decise allora di completare la composizione e il 7 gennaio 1842 lo Stabat mater, ormai totalmente di mano rossiniana, fu eseguito per la prima volta al Théâtre Italien di Parigi il 7 gennaio 1842 e in Italia nel marzo successivo, nell’Aula Magna dell’Archiginnasio di Bologna con la direzione di Gaetano Donizetti; in entrambi casi con grande successo, ma anche con notevoli perplessità di alcuni critici romantici che accusarono alcuni numeri della partitura di eccessiva “teatralità”. Lo stesso Wagner parlò addirittura di profanazione della musica sacra, mentre Heinrich Heine acutamente notava, in una recensione inviata da Parigi: “Lo stile è troppo mondano, giocoso, sentimentale, per il tema spirituale; è troppo leggero, gradevole, divertente – così piagnucolano alcuni pedanti noiosi criticastri, i quali per ipocrisia si ammantano di una esagerata spiritualità, eppure della musica sacra si formano un concetto del tutto circoscritto ed errato … Questo contenuto ha di per se stesso così terribile potenza di dolore sublime che sovrasta e schiaccia ogni stile rappresentativo ispirato all’eroico, al grandioso, al patetico”.[1]

Lo Stabat Mater è una sequenza liturgica attribuita al francescano Jacopone da Todi ( 1230? – 1306), che già nella bellissima lauda Donna de paradiso aveva presentato la vergine Maria come madre colpita dal terribile dolore della morte del figlio. Ed aveva perfettamente ragione Heine nel dire che il musicista coglie perfettamente questa essenza della composizione sacra. 

Il testo attribuito a Jacopone si compone di venti strofe che descrivono la crocifissione dal punto di vista di Maria, “mater dolorosa”: il suo strazio sotto lo croce, l’immedesimarsi nel dolore del figlio, la preghiera del fedele che chiede la grazia di partecipare a quel dolore per meritare la salvezza eterna. Rossini divise il testo in dieci sezioni di lunghezza differente, accorpandole sia per affinità di contenuto che per particolarità linguistiche e retoriche (ad esempio sfruttando le anafore); pertanto ciascuna sezione ha una sua coerenza testuale che lascia anche intravedere la linea seguita da Rossini nel musicare la sequenza. Il compositore infatti  invece di seguire la suggestione di ogni singolo verso, cerca piuttosto di cogliere gli “affetti” che ciascuna strofa esprimeva. Se qualcosa di vagamente “operistico” si può cogliere in alcuni passaggi, come nel secondo numero (cuius animam ) strutturato come un’aria per tenore “ nonostante le sue arie,  le cavatine e i duetti, nella scrittura polifonica rossiniana si coglie una emozione interiore che non si ritrova in nessun’altra composizione del pesarese” (Luigi Rognoni) . [2]

JOHANN SEBASTIAN BACH 

Fuga (Ricercata) a 6 voci dal Musikalisches Opfer BWV 1079 per orchestra 

GIOACHINO ROSSINI

Stabat Mater per soli, coro a 4 voci miste e orchestra 

su testo attribuito a Jacopone da Todi 

Stabat Mater/Cuius animam/Quis est homo/Pro peccatis/Eja Mater/ Sancta Mater/Fac ut portem/Inflammatus/Quando corpus/Amen 

 

 Soprano Nikoleta Kapetanidou

Contralto Aleksandra Meteleva

Tenore Dave Monaco

Basso Alessandro Abis

  Direttore Vitali Alekseenok

Orchestra e Coro del Maggio Musicale Fiorentino 

Maestro del Coro Lorenzo Fratini

 



[1] Luigi ROGNONI,Gioacchino Rossini, Torino, Einaudi, 1977, p. 256

[2] Ibidem p. 257

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