Maggio Musicale Fiorentino

Tra concerti e centenario pucciniano: Il Maggio Musicale da gennaio a giugno, un programma di tutto rispetto

Giovedì scorso in una conferenza stampa il commissario Onofrio Cutaia traccia un primo bilancio e illustra il prossimo futuro, tra bacchette collaudate e giovani promesse

di Domenico Del Nero

Tra concerti e centenario pucciniano: Il  Maggio Musicale da gennaio a giugno, un programma di tutto rispetto

Il nuovo logo del Maggio.

Un messaggio di cauto ottimismo, di buon senso ma anche di grande e profondo entusiasmo. Onofrio Cutaia, commissario del Maggio Musicale Fiorentino, può finalmente tracciare un primo bilancio … non in rosso e guardare a un futuro che finalmente non è più solo un’ipotesi. Bohème è stato un grande successo ed ha dimostrato, se mai ce ne fosse bisogno, che il teatro ha nell’orchestra, nel coro e in tutti colori che lavorano anche dietro le quinte eccellenze di livello sicuramente internazionale. Oltre a questo, il puntare sui giovani: “A tutti piace andare sull’usato sicuro, anche a questo teatro, perché è molto rassicurante - scherza Cutaia – però bisogna anche saper osare, saper rischiare.” La tradizione del Maggio è anche quella di trovare nuovi talenti e di lanciarli: basti per tutti l’esempio di Riccardo Muti, che non per nulla ha sempre mantenuto con Firenze un rapporto di amicizia e di affetto. Nella conferenza stampa di presentazione del programma del Maggio da gennaio a giugno, tenutasi giovedì 23novembre nel foyer di galleria, l’atmosfera era finalmente rilassata e festosa.

La carta vincente di Cutaia però, e la cifra della sua gestione a differenza della precedente, è il “puntare sulla squadra”. Fin dal giorno del suo insediamento il commissario ha dimostrato una grande abilità manageriale, valorizzando al massimo i suoi collaboratori, incoraggiandoli, facendoli sentire parte indispensabile di un grande progetto. E così anche nella conferenza stampa, brillantemente introdotta e condotta da Paolo Klun, Cutaia si è preso un discreto lasso di tempo per ringraziare tutti coloro che al Maggio danno vita: I direttori d’orchestra Zubin Mehta e Paolo Gatti, il maestro del coro Lorenzo Fratini, l’orchestra, il coro ma anche tutti gli altri, dall’ufficio stampa all’amministrazione, ai tecnici: nessuno è stato messo da parte.  Un particolare rilievo è stato detto al nuovo logo del Maggio, concepito e disegnato dallo studio Arké di Napoli: un giglio che diventa un segno elegante e moderno e che sottolinea il profondo rapporto con la città di Firenze. E poi naturalmente le istituzioni: il Comune di Firenze, rappresentato nella conferenza stampa dal vicesindaco – assessore alla cultura Alessia Matteini, la Regione Toscana, rappresentata dalla presidente della commissione cultura Cristina Giachi e il ministero dei beni culturali.

“Abbiamo messo insieme e forze del nostro teatro per intraprendere la nostra nuova strada: questo teatro ha delle eccellenze assolute nella vare aree di intervento che vanno valorizzate. Quello che faremo è frutto di un lavoro comune, non c’è un uomo solo al comando, anche se poi, come giusto e necessario, c’è chi si assume le sue responsabilità”. I primi risultati del resto si sono già visti: le recite di Bohème, ha proseguito Cutaia, hanno registrato se non il tutto esaurito una media del 90% di posti occupati, un dato tutt’altro che scontato e che ha tra l’altro portato un buon incasso.

Risorse finanziarie e progetto culturale: per il commissario, una cosa deve difendere e sostenere l’altra. Utilizzare il massimo le risorse del teatro (come l’allestimento ultimo di Boheme, che era già di proprietà del Maggio – consente di elaborare una proposta di qualità che non sia troppo pesante a livello di costi per i cittadini e per il pubblico in generale, cosa assolutamente inaccettabile così come era stata concepita nel recente passato. Oggi i costi per accedere al teatro sono molto più abbordabili ed il risultato si è visto subito: il pubblico è praticamente raddoppiato.

La proposta che è stata presentata il 23 scorso è un po’ ritardo per il programma invernale, ma in anticipo per quanto riguarda il festival del Maggio; e a questo proposito, si sta già lavorando per la programmazione del 2025 che sarà presentata con un enorme anticipo, cosa che naturalmente aiuterà il “respiro” del teatro; anche e soprattutto per la presenza internazionale che era molto bassa (solo il 3% del totale) che sta nettamente aumentando.

Tra gennaio e giugno 2024 ci saranno dunque 12 concerti importantissimi, con quattro “fuoriclasse” che a Firenze hanno dato tantissimo, ricevendo anche altrettanto e stabilendo con la città un rapporto anche affettivo: Zubin Mehta, Daniele Gatti, Chung Myung-whun e Riccardo Muti. E fra i dodici direttori ce ne saranno numerosi giovani: tra i 30 e i 40 anni, sono talenti notevoli con alle spalle una importante carriera internazionale e prestigiosi premi.

Per le opere, il commissario parla con molta chiarezza: “avremmo voluto avere un programma con una maggiore quantità di opere. Abbiamo dovuto però fare i conti con la politica di rigore che ci siamo necessariamente imposti in questa fase commissariale, investendo tuttavia a marzo in un Don Pasquale diretto dal maestro Gatti con la regia di Jonathan Miller ripresa da Stefania Grazioli e con un cast eccellente ; abbiamo poi un Peer Gynt in forma di concerto con la regia di Pier Paolo Pacini”

Il Maggio vero e proprio, ovvero il festival, sarà dal 13 aprile al 13 giugno, lasciando fuori luglio che risultava poco adatto al spettacoli al chiuso e sarà ovviamente dedicato a Puccini di cui ricorre il centenario della scomparsa.

Con queste premesse il Maggio ha elaborato una proposta complessiva composta da quattro opere liriche (Don Pasquale, Turandot, Tosca, Jeanne Dark), un dramma in forma di concerto (Peer Gynt), un’opera per i bambini ispirata a Turandot, 12 concerti sinfonici con giovani direttori ma ovviamente anche con i grandi nomi di Daniele Gatti, Zubin Mehta e Myung-Whun Chung e l’atteso ritorno di Riccardo Muti con i Wiener Philharmoniker, un balletto (La trilogia dell’estasi con la coreografia di Roberto Zappalà); la collaborazione con gli Amici della Musica Firenze, l’Accademia Bartolomeo Cristofori, il Conservatorio Cherubini, la Scuola di Musica di Fiesole, l’Ort-Orchestra della Toscana che sarà diretta da Riccardo Bisatti, G.A.M.O, Tempo Reale con Maggio Elettrico, L’Homme Armè e Anbima,e il Teatro della Pergola disegnano la programmazione del primo semestre del 2024 che, nel Festival, dedicherà a Giacomo Puccini  un nuovo allestimento di Tosca diretta da Daniele Gatti, con il ritorno alla regia d’opera del grande attore ronconiano Massimo Popolizio, cui si affiancherà uno spettacolo “storico” del Maggio che rientra ormai tra i veri e propri cult dell’opera, Turandot con la regia firmata da Zhang Yimou e sul podio Zubin Mehta.

In cartellone, un dramma in forma concertante dà avvio il 16 gennaio alla stagione invernale, il Peer Gynt di Edvard Grieg, con la direzione di Nikolas Naegele e la drammaturgia di Pier Paolo Pacini e poi a partire dal 15 marzo il Don Pasquale di Gaetano Donizetti, con la direzione di Daniele Gatti e la regia di Jonathan Miller. Nei primi mesi, i concerti sinfonici diretti da Daniele Gatti (20 e 21 gennaio), Hankyeol Yoon (il 9 e 10 febbraio), Min Chung, (il 23 e 24 febbraio), di nuovo Daniele Gatti (il 16 marzo) e Vitali Alekseenok (il 29 marzo), oltre a questi l’evento speciale fuori abbonamento con John Axelrod e la pianista Giulia Mazzoni il 5 gennaio e il concerto della Scuola di Musica di Fiesole che, con l’Orchestra Giovanile Italiana, come da tradizione, esegue il concerto di Capodanno l’1 gennaio 2024. La collaborazione con Gli Amici della Musica Firenze è siglata dal concerto in coproduzione tra il Maggio e gli Amici che l’11 marzo riporta Grigory Sokolov sul palcoscenico della Sala Mehta. L’opera per bambini, in collaborazione con Venti Lucenti è La principessa di gelo, ispirata a Turandot con la regia e drammaturgia di Manu Lalli e la direzione di Giuseppe La Malfa e anticipa quindi la Turandot in programmazione nel Festival; va in scena a partire dal 15 febbraio.

L’86esima edizione del Festival s’inaugura in Sala Mehta il 13 aprile con il concerto sinfonico corale diretto da Daniele Gatti; mette subito in cartellone la collaborazione con l’Accademia Bartolomeo Cristofori per cinque concerti a partire dal 14 aprile, prosegue con Turandot, l’opera lirica di Giacomo Puccini, nel fastoso e famosissimo allestimento “storico” di Zhang Yimou che sarà diretta da Zubin Mehta. Sul versante lirico gli altri due titoli in programmazione sono, dal 14 maggio, Jeanne Dark il nuovo allestimento dell’opera commissionata dal Maggio a Fabio Vacchi con la direzione di Alessandro Cadario e regia di Valentino Villa e, dal 24 maggio, Tosca, di Giacomo Puccini, con la direzione di Daniele Gatti e il nuovo allestimento firmato dalla regia di Massimo Popolizio. Sul versante sinfonico, oltre al concerto sinfonico-corale che inaugurerà il Festival, sul podio saliranno di nuovo Daniele Gatti il 5 maggio, Myung-Whun Chung, il 25 maggio, Riccardo Bisatti alla guida dell’Ort l’1 giugno (fuori abbonamento), Zubin Mehta nel concerto di chiusura il 13 giugno. Il Festival mette in calendario anche l’importante ospitalità il 12 maggio dei Wiener Philharmoniker che saranno diretti da Riccardo Muti. Le altre collaborazioni riguardano il fruttuoso rapporto con il Conservatorio Cherubini di Firenze e la Scuola di Musica di Fiesole in un “Progetto Giovani Musicisti” per una serie di quattro concerti eseguiti a partire dal 7 maggio presso la Sala Coro del Teatro con i rispettivi Complessi da camera delle due Istituzioni. Il 21 maggio è previsto in Sala Mehta il concerto dell’Associazione Musicale L’Homme Armé. Il 5 giugno G.A.M.O. Ensemble - Gruppo Aperto Musica Oggi - in Sala Regia per un concerto dedicato interamente a Luigi Nono e alle sue composizioni, e ancora in Sala Regia Tempo Reale con Maggio Elettrico l’11 e 12 giugno. Per il balletto il 30 e 31 maggio, la Compagnia Zappalà Danza con la coreografia di Roberto Zappalà, propone La trilogia dell’estasi, tre balletti: L’après-midi d’un faune, Boléro, Le Sacre du Printemps.

 

 

 

 

 

 

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    2 commenti per questo articolo

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